Alle prime luci dell'alba sali sul treno che portava al campo di concentramento con il cuore in gola, non sapevo se quello che stavo per fare era una cosa giusta o sbagliata, o magari sarei solo andata la e non avrei combinato nulla. Non sapevo niente ma tentare non costa nulla.
Questo treno era odioso, caricavano in massa qualsiasi vagone e la cosa che mi sconcerta a di più e che dividevano gli uomini dalle donne.
Su questo treno si stava tutti in piedi e per lo più tutti ammucchiati,c'erano persone di tutte le età: adulti, giovani, bambini e bambine persino di due anni. Tutti....tutti diretti all'inferno.
Fu un viaggio lungo senza soste,senza cibo,senza niente.
Ci fecero scendere dal treno tutti e ancora una volta, tutti divisi da uomini e donne, pure i bambini. Le figlie femmine con la mamma i figli maschi con il papà.
Povere persone non potevano neanche salutarsi o magari darsi un abbraccio.
Un gruppo di tedeschi condusse le donne a destra e gli uomini a sinistra. Portandoli tutti in due campi diversi. Quando fummo là a tutte diedero in mano una specie di divisa, assomigliava a più un pigiama. Era bianco con le strisce blu e per lo più era scolorito.
Dopo ci condussero in una specie di casetta tutta in legno con dentro dei letti tutti a più piani attaccati.
Eravamo ancora tutte ammassate ma non perché eravamo strette in quella stanza ma perché avevamo paura.
Ad un tratto la porta un po rotta, si aprì con rabbia e da essa spuntarono fuori dei soldati tutti rigidi,ma uno in particolare mi colpì.
Era vestito diversamente dagli altri e aveva lunghi capelli neri legati in una coda. I suoi occhi erano caldi e le mani non mettevano terrore, anzi a me mettevano persino sicurezza.
E il suo viso...il suo viso era quello di un angelo, non avevo mai visto un ragazzo così bello.
Fece cenno ad un soldato con la mano e ad un tratto comincio a parlare è spiegare le regole di sto orrore.
"Le regole di questo posto, sono molto semplici! Voi lavorare e noi controlleremo che farete ogni minima cosa giusta. Chi si opporrà al suo dovere,al nostro volere o non rispetterà le regole, verrà fucilato o peggio. Nessuno di voi è autorizzato ad girovagare per il campo o se io o qualche altro mio compare vedrà anche solo una di voi vicino a strutture che non è autorizzato ad avvicinarsi....sa quale sarà la sua fine."
Disse tutto questo con la rabbia in volto, ma di sicuro non era anche una rabbia corporea, sembrava quasi che fosse obbligato dire tutto quello. Ma strano, lui parlava e il compare traduceva in Tedesco, strano...un soldato dalla parte dei tedeschi che non sapeva il tedesco. Chi è lui?
Andai verso una signora senza distogliere il mio sguardo da lui.
"Chi è?" Chiesi indicando il ragazzo, a una signora che aveva già indosso quel pigiama, probabilmente era già lì da giorni.
"È un generale, una persona cattivissima, nonché assistente del comandante. Una persona veramente rude" mi rispose.
"Davvero?" Dissi stupita, aveva tutt'altro che l'aspetto di una persona cattiva. I suoi occhi erano a dir poco bellissimi.
Uscì poi dalla casetta insieme a tutti quei soldati che si era portato dietro.
Io per un attimo rimasi impala quasi pietrificata e poi mi affacciai di corsa alla piccola finestra che c'era.
Lo vidi di nuovo parlare con un soldato, lo osservai da cima a fondo e ad un certo punto lui notó la mia presenza alla finestra e per un attimo mi lanciò uno sguardo come se volesse dirmi qualcosa.
Io lo continuavo a guardare e anche se non capivo il labiale guardavo la sua bocca che stava parlando a quell'altro soldato.
Cosa mi stava capitando?!
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...