Lisa
Non sapevo dove era concretezza Christine, ma se io personalmente sarei una donna incinta me ne starei a risposo nella mia casetta lontano da tutti e da tutto. Cosa crede che siamo in un resort? Dove perché tu sei incinta e quindi "oh poverina"? Comunque tanto vale provare nella casetta.
Christine
Mia madre mi ha costretto a stare qua seduta e risposarmi cosicché al bambino non succedesse nulla e nemmeno a me. Come dico sempre, questa non è una vita che una deportata in un campo di concentramento deve fare, a quest'ora se non fosse per tutte le cose che sono successe fino ad ora io e la mia famiglia saremo tutti nella camera a gas.
E mio padre? Mi manca terribilmente non so nemmeno se vivo o morto, e mio fratello? Anche lui mi manca, ma almeno sono sicura che lui è al sicuro e sta bene.
Ad un certo punto senti bussare alla porta di legno. Chi era mai?
Mi avvicinai in punta dei piedi e guardai da una piccola fessura chi era. Oh, eccola che torna sul campo di battaglia. Lisa.
"Sparisci!" Dissi urlando.
"Lo so, ti capisco, tu non ti fidi di me e mi vuoi vedere morta. Ma ti prego fammi entrare" rispose lei dall'altro lato della porta, pregandomi.
"È perché dovrei?" Domandai
"Non ti voglio attaccare e nemmeno avvelenare, voglio solo fare due chicchere con te. Niente di più" certo, e io dovrei crederle?
"Ti concedo due minuti non uno di più!" Dissi aprendo la porta e facendo il segno del numero due con le dita davanti ai suoi occhi.
Lei sorrise ed entro.
"Allora? Che cavolo vuoi?" Chiesi scocciata.
"Calma, sono venuta a costituirmi e chiedere scusa per tutte le cose brutte che ho fatto" Lisa che chiede scusa? Non ci credo mai.
"Tu che chiedi scusa? E perché hai deciso di farlo proprio adesso?" Incrociai le braccia
"Ero accecata dalla gelosia, ero scossa dal fatto che Michael mi avesse lasciata. E non sopportavo di vedere un'altra donna al suo fianco felice. Ma mi sono rinnamorata di nuovo e adesso è tutto cambiato!" Per una volta Lisa sorrideva in maniera normale, e non quel suo solito sorriso malizioso.
"Quindi ora che hai di nuovo trovato l'amore, hai capito che tutto quello che hai fatto è sbagliato?" Domandai scettica del suo racconto.
"Si" rispose lei.
"Ah bene, e chi sarebbe il fortunato?" Più o meno fortunato.
"Un soldato del campo. Ma..." Smise di parlare all'improvviso.
"Ma cosa?" Gli lanciai un'occhiataccia
"Ma purtroppo ho appena scoperto di essere incinta di Michael. E ho paura che questo fattore infierisca" cosa? Ho sentito bene? Lei è incinta di Mike. Non può essere, no di sicuro è un altro dei suoi stupidi giochetti.
"Cosa? Pure tu?" Domandai con occhi sganiti.
"Come pure io? Mi stai dicendo che anche tu sei incinta di lui?"
"Si, ma com'è possibile a te?"
"Prima che arrivassi in questo campo. Due sere prima del tuo arrivo io e Michael passammo insieme una notte magica, da non dimenticare. Tutto è andato bene fino a qualche settimana fa dove mi sentivo debole e senza forze completamente; sono andata dal medico del campo e mi ha dato la conferma di aspettare un bimbo" Queste parole mi straziarono. Scoppiai a piangere.
"Co....come è possibile? Quindi in pratica mi ha sempre mentito su tutto?! Io mi fidavo di lui." Dissi in preda ad un pianto disperato.
"Su su. Questa non è la prima volta che ti mente. Passerà. Michael si diverte con tutte"Lisa
Mi piaceva un mondo vederla così: debole, abbandonata da tutti, distrutta dal dolore. Mentre lei piangeva io ridevo sotto i baffi.
Però perché non aggiungere un pizzico di brio a questa situazione.
Mentre Christine era disperata, sconvolta dalle lacrime; gli sfilai di soppiatto la bandana che aveva in testa e me la intascai.
Poi capirete cosa voglio farci. Intanto continuavo a fare la buona amica che consolava la povera ragazza disperata.Christine
Ero ancora lì inginocchiò che piangevo,c'era solo lei che con le belle parole cerca di tirarmi su il morale. Ma una persona non può cambiare così dal giorno alla notte.
"Lisa. Non ti credo!" Barbottai tra le lacrime.
"Cosa?"
"Ho detto. Non ti credo!" Dissi più forte scandendo bene le parole.
"Ma come non puoi?"
"Lisa. Una persona malvagia come te con può cambiare così dalla mattina alla sera. Adesso io andrò da quel medico e mi farò dire tutta la verità. Ah è un ultima cosa Michael non mi ha mai mentito" uscì dalla casetta sbattendo la porta e lasciando lì la strega di sasso.Lisa
"Ahhhh, mia cara Chri. Pensi che sia stata così stupida da non aver pensato a questo dettaglio. Tu non sai nemmeno quanto potere abbiano i soldi" certo, ero andata personalmente dal medico e le avevo chiesto questo piccolo favorino e in cambio lui ha voluto un po di grana.
Ma non è geniale?Christine
Mi avvicinavo sempre di più all'infermeria del campo con il cuore che batteva in gola. Non sapevo neanche io se crederle o meno; ma dovevo togliermi questo dubbio.
"Devo vedere il medico" dissi a uno dei soldati che era lì di guardia.
"Cos'è? Sei una deportata talmente speciale che a te e concesso di farti visitare" scoppio a ridere.
"No! Ma ho bisogno di vederlo!" Alzai un po la voce, ma nulla da fare quello stupido di guardia continuava a prendermi in giro e ridermi in faccia.
Finché dalla porta non unici un uomo alto, magro e un po anziano con una barba abbastanza lunga. Indossava un camice bianco.
"Cos'è questo casino?!" Gridó lui arrabbiato sentendo io che gridavo come un aquila e quell'altro che continuava a ridere come un imbecille.
"Devo chiederle una cosa? La prego mi ascolti" supplicai all'uomo.
Lui mi invitò ad entrare nel suo studio medico.
"È questione di pochi minuti, devo chiederle una cosa!" Dissi mentre lui si stava accomodando sulla sua comoda poltrona dietro ad una scrivania.
"Lisa. Dice di essere stata qui da lei e che ora quella aspetta un bambino, è vero?" Misi su il broncio aggrottando la fronte.
"Ma certo. La signorina Lisa aspetta un bambino."
"Cosa? Non mi menta so che sta dicendo bugie, perché in qualche la corrotta" replicai alzando la voce.
"Si calmi, lei non è che altro un numero qua; è già tanto se le ho concesso la grazia di sapere cose private sulla signorina Lisa. I deportati non dovrebbero nemmeno parlare con me!" Mi gridò contro alzandosi di scatto dalla sedia.
"Sono un medico. Perché dovrei mentire? Se raccontassi storie hai miei pazienti a quest'ora sarei un medico Killer. Non amo vedere i miei pazienti morire. È ora, se ne vada!" Gridó ancora di puntando il dito contro la porta.
Io me ne andai furiosa, però quando fuori fuori non trattieni le lacrime e scoppiai a piangere.
È vero, perché un medico dovrebbe mai mentire?
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...