45- Perdono

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Erano passati due giorni dalla "favolosa" scoperta. Anche se io avevo discusso con Michael lui faceva finta di nulla e mi veniva a trovare ogni giorno, alla stessa ora è mi chiedeva sempre del bambino.
Ora io ero quasi del tutto guarita, la ferita era ancora un po' indolenzita ma stavo bene. Non sapevo che cosa ne sarà di me quando uscirò da questo ospedale, proprio non lo so.
"Mi scusi signorina, questi sono per lei" entrò nella mia stanza un'infermiera e aveva in mano un grande mazzo di rose rosse.
"La prego, li appoggi pure lì" dissi cordialmente indicando una sedia, lei ubbidì e poi uscì dalla stanza.
Mi alzai faticosamente dal letto per vedere questo regalo. Li presi in mano e poi tra tutte le bellissime rose profumate c'era un bigliettino rosa.
Lo presi e lo lessi.
"Queste sono per te, ma nel mazzo non troverai una rosa bella come te.
Firmato M" quella M era inconfondibile. Però se pensa di riconquistarmi così, si sbaglia di grosso. Riposai i fiori sulla sedia e tornai nel mio letto e per non annoiarmi cominciai a leggere un libro che le infermiere di questo reparto mi avevano lasciato sul comodino.
"Ahia" il bambino mi tirò un calcio in pancia e poi un altro seguito da ancora uno ancora più forte.
"Hey, non è ancora ora. Stai buono" dissi massaggiandomi la pancia e guardandola.
Ma i calci non volevano smettere.
"Tesoro, così mi fai male..." Ma niente questi piccoli calci anche un po fastidiosi non volevano smettere.
"Ahia. Ma che ce? Sei arrabbiato con me, perché ho discusso con papà?" Lo so era una domanda stupida da fare ad una "pancia" insomma il bambino non poteva ancora capire cosa stava succedendo.
"Tranquillo, non resterai senza un padre, se è questa la tua paura" ridacchiai e poi sfogliando le pagine del libro.
Poi il bambino finalmente smise di scalciare, strano era stata una sensazione mia. È come se avesse voluto dirmi qualcosa...forse era solo un'impressione mia.
La storia del libro era parecchio noiosa e senza accorgermene mi addormentai.

Qualche ora dopo

Restai addormentata per un po' è appena mi svegliai vidi davanti a me la mia camera d'ospedale tutta tappezzata di cuori fatto di carta, palloncini con "i love you" ,petali di rosa sparsi sul pavimento e persino un orsacchiotto di peluche con un cuore in mano.
Ridacchiai e presi in mano l'orso è lo guardai con occhi sognanti. Sentì il bambino muoversi.
"Ti piace?" Chiesi ridendo.
Forse Michael non era come suo padre, forse avrei vissuto una vita felice con lui.
"Cu cu" ad un tratto spunto lui dalla porta.
"Ciao" dissi con vocina
"Ti piace?"
Non diedi riposta mi limitai solo a fare un sorrisino.
Poi si avvicinò a me e se za dire niente mi baciò.
"È ora?" Ricambiai il suo bacio mettendogli una mano dietro il collo per far durare quel bacio.
"Andiamocene via, al più presto tu io e lei"
"Lei?" Dissi io.
"Stai aspettando una bambina" con voce sensuale.
"Davvero? O mamma mia che bello" mi commossi.
"È come facciamo ad andarcene?" Continuai
"In America la mia vecchia casa d'infanzia e ancora la. Due biglietti e saremo la".
Sorrisi, lo presi per il colletto della sua divisa e lo ribaciai ancora più appassionatamente di prima.
"Ti amo"
"Anche io..."

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