44- Un altra verità

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Riaprì di nuovo gli occhi, non ricordavo nulla di tutto ciò che era successo. Ma questo posto ora non mi sembrava più il campo e nemmeno la solita infermeria, era un posto tutto nuovo.
Mi girava parecchio la testa e ancora non capivo bene dove mi trovavo; credevo di essere sola ma invece mi ritrovai un poco al fondo del letto Michael che dormiva seduto su una sedia e la testa fra le braccia, appoggiate su un pezzo di materasso.
Mi venne da ridere, era un cosa troppo dolce e tenera da vedere.
"Hey, sveglia." Dissi ridacchiando e chiamandolo punzecchiandolo con il dito.
Lui si mosse un pochino ma non si veglio, allora riprovai in altra volta.
Lui mise una specie di mugolio e poi si alzò la testa sbadigliando e stropicciandosi gli occhi.
"Buongiorno comunque" dissi sorridendo.
"Buon...Christine, amore mio. Stai bene" subito non si rese conto del mio risveglio ma poi mi disse queste dolci parole seguite da un bacio.
"Ti sei già svegliata?"
"Ma...amore! È passato un giorno intero che mi svegliassi." Dissi ridendo.
Lui guardò fuori dalla finestra.
"Giusto ero convinto oggi era ieri" io risi, povero deve aver passato un giorno terribile.
"Il bambino?"
"Tesoro adesso che tu stai bene, anche lui è salvo"
"Meno male..." Tirai un sospiro di sollievo. Restammo qualche minuto in silenzio.
"Allora, come ci si sente ad essere finalmente liberi dal comando nazista?" Chiesi per coprire quel silenzio che si era creato.
"Bene, tu non sai quanto è poi non vedo l'ora di rindossa re i miei vestiti. Sta divisa mi sta stretta se deve essere sincero"
Ridacchiai "almeno ora io sono pulita e ho vestiti buoni." Risposi io.
"Già, oh senti, ho trovato questi addosso a Lisa" disse porgendomi in mano una lettera e una foto.
"Cose adesso ti metti pure a rubare ai morti?" Scherzai con il sorriso in volto.
Ma questo si spezzò non appena vidi per bene la foto.
"Ma Michael, come fai ad avere una foto dell'assassino della mia vera mamma o almeno che credono sia il responsabile del suo decesso ?" Chiesi stranita.
"Cosa?" Rispose lui ancora più stranito e guardando la foto insieme a me.
"Si, cioè la foto oltre che strappata è ridotta male, ma si vede lontano un miglio che è lui." Spiegai allontanando e riavvicinando la foto ai miei occhi.
"Ma questo è mio padre,quello vero, quello americano." Lo guardai per un attimo.
"Ma...ma ne sei sicuro?"
"Si" poi presi la lettera e l'apri.
"Non ci credo..." Sussurrai

Caro figlio mio. Purtroppo ho fatto una cosa molto brutta, ho ucciso una donna. Da quando tua madre era morta io avevo perso la testa per un altra.
Una signora abbastanza raffinata, con una figlia.
Oh, era molto brava e tutte le volte mi faceva restare soddisfatto. Ma una sera lei non aveva voglia così discutemmo e io la stuprai e la uccisi dalla troppa forza che io ci misi per poi strangolarla.
I poliziotti mi hanno scoperto e ora devo andare. Tu e i tuoi fratelli sarete smistati in diverse famiglie, so che andrai a vivere con un capo Tedesco; spero che crescerai bello e forte e diventerai un soldato come si deve.
            
Non mi dimenticare
                                   Tuo papà!

La lessi tutta nella mia mente e non ci potevo credere. Rimasi sconvolta.
"Christine! Cosa c'è!" Mi chiamo più volte ma io non riposi rimasi solo li incantata a fissare un punto con le lacrime che tentennavano di uscire.
"Dammela qua!" Poi prese la lettera e la esaminò lui velocemente.
"È una confessione di mio padre..."
"Lui ha ucciso mia madre" dissi apatica.
"Ma non capisco..." Scosse la testa.
"Ti ricordi quando ti ho raccontato il mio passato? Mia madre era stata uccisa da uno durante una notte, quell'uomo è tuo padre"
"Si ma qua dice che è stata arrestato, cosa c'era perché mi ricordo ma tu hai detto che non si è più saputo nulla di lui, dico bene?" Domando lui.
"Si ma ero piccola, per tanti non potevo capire, avevo la sensazione che qualcosa mi nascondessero. Adesso so chi è stato..." Dissi abbassando lo sguardo e trattenendo un singhiozzo di tristezza.
"Chri, amore,io non lo sapevo..." Disse cercando mi abbracciarmi ma io lo respinsi.
"Ti giuro e nemmeno più sapevo di avere queste cose"
"La lettera chi te la data?"
"Non ricordo con precisione ma di sicuro il mio padre adottivo, prima di entrare nell'esercito. Poi col tempo l'ho dimenticata..." Rispose con voce dispiaciuta, si sentiva in colpa da morire.
"Ah ok..." Riposi solamente con testa bassa.
"Ma ora sei arrabbiata con me?" Domando lui. Lo so lui non c'entrava nulla, quando è successo il tutto era solo un bambino ma ho la certezza che non possa fare del male a me e al bambino?
"No, ma non posso stare insieme ad un uomo sapendo che suo padre e l'assassino di mia mamma"
"Ok, capisco; sappi che, di qualunque cosa tu abbia bisogno io sarò sempre. Anche se tu non mi vorrai. Pensa al nostro bambino" si alzò dalla sedia si voltò si spalle e poi uscì dalla camera.

Gli ultimi due capitoli domani, poi in estate farò il sequel😘

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