"Non ricordo molto bene cio che successe dopo appena che svenni ma da ciò che mi raccontarono, forse posso ricordare qualcosa"
*flashback*
Ero appena svenuta e non davo nemmeno segni di vita, ero tipo morta e le altre ragazze non sapevano come fare, non c'erano medicinali a disposizioni e nemmeno dottori e cominciava a salirmi la febbre. Le ragazze cercarono di tenere a bada l'agitazione e con grande sacrificio andarono fuori a chiedere aiuto a qualche Nazista, nella speranza che fornisse un po d'aiuto.
Le ragazze correvano per tutto il campo implorando e pregando i nazisti di aiutarmi ma nessuno mosse un dito. Il generale forse accorgendosi di tutto quel trambusto andò da una ragazza a chiederle che cosa fosse capitato e lei senza dire una parola lo condusse fino alla casetta dove c'ero io, ormai in condizioni gravi.
Il generale di scatto mi prese dal letto a mo di sposa, dove ero stata messa al caldo e dopo un po arrivarono altre ragazze e signore ammassandosi tutte davanti alla porta per vedere ciò che stava capitando.
Nessuna prima ad ora aveva visto fare così, nessuna prima ad ora aveva visto un tedesco comportarsi così con una deportata, tutte avevo lo sguardo sgranito su quella scena.
"Levatevi, devo portarla in infermeria" disse il generale a denti stretti e con molta fretta come se corresse contro il tempo per salvarmi, come se quasi gli importasse di me!"Ecco tutto non riesco più a ricordare nient'altro" spiegai tutto a mia mamma. La voce per il campo si era sparsa molto in fretta tutte parlavano "di una ragazza che si era sentita male e soccorsa dal rude generale" e queste voci arrivarono pure all'orecchio di mia madre, fece 2 + 2 e cosi precipitò qui in questo mini ospedale dove mi avrebbero tenuta un po di giorni. Ero contentissima di aver ritrovato mia mamma, finalmente non ero più sola e avevo la certezza che lei almeno stava bene. Cosa buffa! Ero convinta di andare io da lei...ma come sempre e lei che è venuta da me.
"Mamma! Nonna come sta?!" Gli chiesi un po impaurita.
"Sta bene, lei è sempre con me, la proteggerò fino alla fine" mi ripose e io tirai un sospiro di sollievo.
"È papà?" Dissi con sguardo basso, perché ero sicura di non ricevere una risposta positiva come prima.
"Non ho più notizie di lui da quando ci hanno separati io non lo più visto" mi rispose scoppiando a piangere sulle ultime parole.
Io la circondai in un tenero abbraccio, non me ero sicura ma avevo una sensazione nel mio corpo. Una sensazione di tristezza e di vuoto.
"Tranquilla mamma!" Gli sussurrai facendomi scappare una lacrima.
"Tu piuttosto, avevo detto di scappare come sono riusciti a prenderti?" Mi domando poi lei guardandomi negli occhi.
"Non mi hanno catturata loro, sono io che sono venuta qua per voi, per ritrovarvi" gli risposi.
"Ma cosa?! È Jonathan?!" Mi domando un altra volta però più agitata.
"Stai tranquilla, lui è con quella tua amica. Lei non è ebrea con lei e più che al sicuro" gli risposi con sguardo basso.
Lei annuì e sorrise.
"Cosa ti è capitato, non ti sei mai ammalata in tutti i tuoi 23 anni, propio ora!" Eccola che comincia, una cosa che sempre ho odiato e mia mamma è che quando lei fa questo tipo di domande dopo scatta una ramanzina.
"Mamma! Siamo in un campo di concentramento non in un hotel a cinque stelle sarà stata l'ansia di rimanere viva e il troppo lavoro" in realtà ero solo lì da un giorno è l'unica cosa che avevo fatto per ora è cucire vestiti. Ma non potevo di sicuro dirle che avevo dato di matto per...per non so che cosa! Non capivo nemmeno io perché avevo reagito così a quel bacio che avevo visto. Avrebbe dovuto non importarmene nulla ma invece....
"Non centrerà mica quel soldato, vero?" Mi chiese guardandomi con uno sguardo strano per capire se stavo mentendo o no.
"Cosa! No!!" In realtà si.
"Hey tu, il tuo tempo è scaduto, torna al lavoro" ad un tratto entro un soldato e disse a mia mamma di andare via. Lei prima di andarsene mi diede un bacio sulla fronte e mi salutò con la mano.
Ero riuscita a nascondere la verità a mia mamma, fortunatamente che fummo interrotti prima che potessimo litigare ma ancora non riuscivo a capire perché quel generale aveva fatto questo gesto. Volevo scoprirlo, dovevo scoprilo.
Su una cosa però mia mamma aveva ragione in 23 anni della mia vita io non avevo preso nemmeno il raffreddore e dirò di più in 23 anni io non ero neanche impazzita a tal punto da farmi sanguinare la mano talmente prendevo a pugni le cose,ora era avvolta da bende, ma doveva sanguinare ancora un bel po' talmente che ora non erano più bianche ma rosse.
Malata d'amore o pazza?
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...