11- Amore segreto...shhh

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Era un altro giorno come tanti, insomma più o meno era cupo e nebbioso e come se non bastasse pioveva anche forte. Ma voi pensate veramente che anche se fuori c'è mal tempo i Nazisti ci fanno rimanere al caldo e al riparo nei nostri alloggi? Si?!Pensate male e infatti un altro giorno di duro lavoro ci attendeva per tutte quante.
Non un ombrello, non un qualcosa che ci riparasse dalla pioggia e a metterci c'era pure la fitta nebbia che si era posata sul ghetto, e ora era molto più difficile vedere dove si andava.
Come ogni mattina uscimmo tutte per essere accompagnate al nostro lavoro da uno dei tedeschi, ma io volevo salutare il mio soldatino e secondo la mia logica stava ancora dormendo. Lui era un generale, era un ruolo importante e si come ogni persona di alto livello che si rispetti, poteva dormire fino a tardi.
La nebbia era fortissima ma non era di certo lei ad impedirmi ad andare da lui; fortunatamente avevo un buon senso dell'orientamento e sapevo benissimo in che punto mi trovavo.
Mi misi in fondo alla fila è appena ero sicura che tutte erano distratte e perciò era improbabile che notassero la mia fuga, lasciai il gruppo è costai fino all'alloggio di Michael.
Bussai ma poi notai che la porta era aperta e non chieda a chiave e allora entrai.
Come sospettavo i miei calcoli erano giusti, lui stava ancora ronfando nel suo letto, beato lui.
Andai dietro di lui e con voce delicata cercai di svegliarlo.
"Sveglia, sveglia, il sole è già alto fuori"
Riuscì almeno a smuoverlo dalla fase "del bello addormentato" e poi si strofinò gli occhi.
"Ma che ci fai qui?" Disse con voce mezza addormentata non aspettandosi di trovarmi.
"Sono venuta a svegliarti" gli risposi ridendo.
"Sei venuta qua pur sapendo che puoi essere vista?!" mi disse ridacchiando, almeno ora avevo un passatempo quando mi svegliavo io avevo qualcun'altro da svegliare.
"Dai, sarà meglio che vada se no mi trovano veramente"
Lui annuni e poi gli diedi un bacio a stampo e piano piano come un ladro sgattaiolai fuori dalla casetta.
Cribbio, la nebbia nel frattempo era aumentata e questa volta veramente ci si rischiava di perdersi dentro.
Feci dei passi piccoli in avanti cercando di capire almeno dove erano andate le altre. Niente nulla, non si vedeva a un palmo del mio naso e come ogni vicenda sfigata che si rispetti naturalmente cominció a piovere.
Ormai non vedevo più nemmeno la porta dell'alloggio di Michael era svanita, non si vedeva più nulla.
Poi azzitti per un attimo i miei pensieri e riuscì a sentire dei passi che diventavano sempre più forti. Mi guardai intorno ma non vidi nulla, non era Mike lui aveva un passo talmente leggero che non lo sentivi arrivare, questi sembravano passi da bisonte.
Guardavo ancora ma non c'era nessuno chi mai sto stava avvicinando, tra poco il mio cuore se non si sarebbe calmato sarebbe uscito dal petto.
Ero girata di spalle quando poi sentì arrivarmi da dietro una mano che mi afferrò il braccio.
Saltai su dallo spavento e vidi dietro di me un tizio brutto, non so se era la divisa a renderlo così possente ma dalla corporatura sembrava un tipo con qui non è facile andare d'accordo.
"Lasciami!Aia mi sta facendo male" mi afferrò proprio dal braccio dove aveva la spalla ancora in fase di guarigione, mi stava trascinando e mi faceva male.
"Vieni e non fare storie il comandate secondo me vuole scambiare due paroline con te" mamma mia quanta cattivera ci aveva messo nel dire una semplice frase.
Avevo paura ma avevo più coraggio delle altre volte.
Mi condusse fino ad un ufficio dove su una grande poltrona era seduto un signore con divisa tempestata di medaglie, pelato e con gradi baffoni ed era pure bello in carne. Un classico comandate brutto e cattivo.
"Siediti" mi disse con la sua voce profonda, pareva un mostro.
Io ubbidì all'istante.
"Signore ho trovato questa ragazza vicino al dormitorio del generale Michael" disse tutto questo gridando e in posizione rigida, e sta calmo; lo sai chi fa la spia non è figlio di Maria?
"Riposo,puoi andare" disse al giovane che non appena se ne andò via lasciandoci da soli.
"Allora....che ci facevi li?" Mi domando con aria da spavaldo, come se sapesse tutto lui!!!
"Io e le mie compagne stavamo andando a svolgere il nostro lavoro solo che per colpa della e della fitta nebbia mi sono smarrita, non ho un buon senso dell'orientamento" una bugia sul momento,non potevo mica dirle "sa io e il generale stiamo insieme" no! Saremo finiti nei guai subito.
"So che negli ultimi giorni lei non ha lavorato molto"
"Forse lei non sa che io sono stata in infermeria alcuni giorni e che sono stata persino sparata alla spalla" gli risposi.
"È come si è curata la spalla, da sola forse?" Mamma mia è peggio di un interrogatorio e poi può smettere di fare quella voce da capo supremo, guarda che non gli dà per niente in aria da gran figo per me rimane sempre un comandante sulla sessantina d'anni.
"Si,ho 23 anni so badare a me stessa e so anche curarmi da sola" lui socchiuse gli occhi alla mia risposta, mamma mia avevo il terrore che scoprisse tutto.
"Non è che per caso lei era lì perché era appena uscita dalla stanza del generale è quella ferita medica sia sempre opera sua? Se è così rispondere all'istante"
"Io..."non sapevo più che inventarmi per fortuna che non feci nemmeno in tempo a finire la frase che dalla porta sbucò Michael.
"Vi racconterò tutto il com'è andata signore,vedevo questa qui a girovagare e curiosare da una parte dall'altra per problemi di orientamento a causa della nebbia, io la vidi e perciò la picchiai per darle una lezione, che mai bisogna abbandonare il gruppo volevo lasciarla lì a morire di freddo ma poi arrivo io mio compare e la porto qui" anche lui aveva mentito, sudava freddo anche lui temeva di non essere creduto.
"Oh, ora si spiega tutto, puoi andare e porta con te anche lei, falla lavorare, morire basta che si levi dai piedi" ok, me ne vado me ne vado...uomo odioso.
Uscimmo fuori dall'ufficio e poi io tornai al lavoro.
Passarono pochi minuti e intanto io avevo già le gita tutte rinsecchite dall'acqua a forza di lavare i piatti della mensa, ad un certo punto arrivo Marisol con un bigliettino.
"Tieni questa è una comunicazione per te, è urgente" disse porgendomi il bigliettino, mi assicuri bene bene le mani sul grembiule lo presi e lo lessi.

        Sta sera vieni da me...
                                           Michael

"Che cos'è?" Mi chiese una ragazza.
"Niente di importate" risposi e poi mi infilai il biglietto in tasca. In realtà era importante,almeno per me.
"Marisol chi te la dato?" Gli chiesi un po insospettita.
"Il generale, ha detto che dovevo subito consegnarlo a te. Era urgente" io annui. Adesso capisco, certo era urgente per tutti e due e io ripensavo e ripensavo a questo folle amore, è veramente sembravano dei ragazzini.

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