39- la resa dei conti

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Erano passati più o meno due giorni da quando ero nascosta qui. Il tempo passava talmente velocemente che ho perso il filo dei giorni. Michael ogni giorno mi portava pane e acqua per svamarmi, ma ancora non mi aveva detto cosa aveva fatto per convincere Lisa.
Ad un tratto si spalancò la porta e io spaventata sobbalzai in piedi. Mi ritrovai davanti un giovane; forse appena di diciannove anni.
"Chi sei tu?" Chiesi spaventata
"Non importa. Sei tu Christine?"
"Si.." Risposi agitata.
"Hanno arrestato Michael e adesso Lisa e gli altri ti stanno venendo a prendere"
"Cosa? Come possono aver scoperto in così poco tempo dove sono?"
"È stata colpa mia. Lisa mi ha ingannato facendomi parlare. Mi dispiace"
Non diedi risposata poi si udirono delle voci in lontananza.
"Corri, scappa, non c'è tempo da perdere!"
Corsi sulla soglia della porta, pronta ad uscire e correre ma venni subito bloccata dalla strega che sbucò così fuori dal nulla. 
"Dove vai così di corsa?!"
Non diedi risposta rimasi solo lì a guardarla con terrore.
"È lui? Ti ha avvertito per caso? Prendete la ragazza è uccidete lui."
Mi guardò per un secondo e poi si voltò, dandomi le spalle.
Uno dei suoi uomini mi prese e mi blocco le mani mentre l'altro puntó il fucile verso il ragazzo e sparo.
Il poveretto cadde a terra tutto insanguinato. Io a quella scena chiusi gli occhi e girai la testa dall'altra.
Povero ragazzo morto per una cosa che riguarda solo me e Michael, quante altre persone possono ancora rischiare?
Mi portarono di nuovo in quella fredda e buia prigione ma per fortuna non è più sola come l'ultima volta.
C'era pure Michael è appena lo vidi lo abbracciai più forte che potevo.
"Amore anche tu qui?!" Domandai retoricamente mentre piangevo e ridevo alla stesso tempo.
"Si...quando ho detto che non ti avrei mai lasciato intendevo questo." Disse appoggiando la sua fronte contro la mia è guardandomi negli occhi. Piangevo. Povero tesoro mio; come era ridotto: la divisa strappata in alcuni punti e sporca, i suoi capelli ondulati completamente ricci dall'umidità della cella e tutti in disordine....il volto sciupato.
Non smettevamo più di baciarci e abbracciarci e non sapevamo nemmeno se ridere o piangere.
"Siamo alla fine ormai" sussurrai.
"No non dire così. Noi ce la faremo, dobbiamo farcela"
"Il tuo amico è morto. Mi ha avvertito che stavano arrivando, ho cercato di scappare ma la tua ex mi ha anticipato." Ridacchiai sull'ultima parte.
"Dobbiamo anticiparla. Scappiamo sta sera mentre tutto dormono, se no domani ci troveremo a penzoloni su una corda."
"Vuoi dire impiccagione?"
"È già..."
"Come usciamo allora?"
"Vedi quella finestrella? Le inferiate sono molto arrugginite non sarà difficile con un calcio sfondarla" spiegó indicando e guardando la piccola finestra della cella.
"Ah no! Pensavate di scappare? Non credo propio perché metterò loro due davanti alla porta a sorvegliare." Eccola che anche qui Lisa ha detto la sua.
"Lisa...lasciaci liberi" prego Michael "lei è incinta,ti prego!" Continuo.
"Anche io sono incinta, ma non ha avuto problemi a stare con lei"
"Smettila di mentire dentro di te non c'è nulla, c'è solo odio per il prossimo."
"Non ci posso credere che padre del mio bambino sta dicendo questo!" I due stavano discutendo e io mi rattristivo sempre di più alle parole di uno e dell'altro. Non sapevo a chi credere.
"Chri amore mio, non le credere io lo messa incinta. Io ho solo occhi per te"
Non diedi risposta è mantenni lo sguardo basso andandomi sedere per terra in un angolo con le ginocchia tra le braccia.
Lisa se ne andò ridendo e davanti alla cella contestarlo di guardia i suoi tirapiedi.
"Tesoro noi ce ne andremo, non moriremo"
"Che senso ha. Lasciamo in pace" lui si trattristì, non disse più parola e passammo tutta la giornata così senza parlaci, guardarmi e Mike che passeggiava su e giù smpremendo le meningi in cerca di una soluzione, quando poi la soluzione era più che ovvia. Non c'era via di scampo per noi.

L'indomani

"Forza! È ora di andare" l'alba era appena sbucata è un uomo ci ordinò con voce burbera di alzarci e andare con lui.
Guardai fuori dalla finestrella. Al centro di una specie di piaccia c'era una pedana dove si di essa c'era un asticella con appeso due corde.
Noi non facemmo nemmeno uscire dalla nostra bocca nemmeno una sillaba e quell'uomo ci portò fuori entrambi.
"Salite su quella pedana" ci disse indicandola con un dito.
Davanti ad essa era accumulata una grande folla di deportati e di soldati. Persone ingrate che aspettano la morte di due innocenti.
Ci fecero inginocchiare davanti alle croce con le mani legate dietro la schiena e poi infilammo le nostre teste nella corda. Dopo salì Lisa.
"Avete qualcosa altro da dire, prima che vi faccia cadere penzoloni sulla corda?"
Non rispondemmo. Ma io avevo qualcosa da dire.
"Per favore, provate un po di pietà per noi. Lo so questo campo ci ha fatto diventare tutti insensibili e privi di cuore perché qua non c'è pietà per nessuno.
Ma guardateci un po. Lo so abbiamo sbagliato e il nostro amore si è spinto troppo oltre ma guardatevi bene non siano solo due qualunque che meritano la morte. Se non volete farlo per noi fatelo almeno per il bambino che portò in grembo" un boato si alzò. "Non siamo animali, dobbiamo essere liberi di amare ed essere considerati come tutti: bianchi, neri, ebrei, cristiani, disabili persino gay e lesbiche. Guardatevi in faccia e vi renderete conto che tutti siamo uguali e tutti voi siete come noi" per un attimo il silenzio. Speravo che il mio discorso toccasse il cuore di qualcuno ma....aspetta!
"Io sono d'accordo" disse una ragazza facendosi spazio nella folla.
"Anche io" "pure io" "anche io..." Poi tutt'e insieme concordarono e il mio volto subito si rallegrò.
"Sciocchezze, procedete!" Gridó Lisa vedendo la folla agitarsi.
"No! Se volete uccidere loro, allora dovrete uccidere pure noi"disse una donna.
"Non c'è nessun problema..." Rispose con indifferenza e fece le spalline ma quando stavano per tirare la leva che ci avrebbe fatto cadere giù e saremo rimasti come un sacco di patate, un colpo di pistola interruppe il tutto.
Tutti si girarono era mia mamma che aveva fatto partire il colpo.
"Scappate io penserò a loro!" Gridó dal fondo non ci pensai due volte che mi liberai da tutte le corde e poi liberai Michael, scappando così insieme.

Lisa

"Voi due pensate ai due fuggitivi, io mi occuperò della madre" non potevo farmelo fuggire e adesso come se non bastasse ad aggiungersi alla rivolta ci furono tutte le deportate del campo, pronte a rischiare la vita pur di far scappare il mio ex con la sua fiamma.
Mai! Accadrà.

Christine

Corremmo tutti e due mano nella mano facendo attenzione a non farci beccare dai soldati. Ormai il campo si era diviso in due squadre le donne di tutto il ghetto che stavano dalla nostra e aiutarci a fuggire ma dall'altra i nazisti, pronti ad ubbidire a qualsiasi comando di Lisa.
Volevamo scappare dal cancello principali ma il blocco di persone nemiche che c'erano ci fece cambiare idea, allora provammo un'altra via di fuga, ma nulla da fare tutti i nazisti si erano schierati davanti per far sì che nulla entrasse, nulla uscisse.
"Aspetta! Dobbiamo prendere mia mamma." Dissi ricordandomi che anche lei era in pericolo almeno quanto noi.
"Ma Chri è rischioso..."
"Lo so, ma ti prego"
Lui fece un sorrisino smorzato e poi dal cercare una via di fuga passammo a cercare mia madre che trovammo imprigionata attorno alle braccia di Lisa.
"Lisa che fai?" Aveva un braccio che la teneva e con un altro li puntava un coltello alla gola.
"Fermi! Se provate a scappare, o anche fare un passo io la uccidero" disse agitata e trasandata.
"Lisa, tu ormai sai per certo che in qualche modo scapperemo. Ormai il campo è praticamente contro di te. Lo sai benissimo che non hai più nulla da fare." Disse Michael mettendo le mani avanti.
"non pensate a me. Scappate" disse mia mamma con voce strozzata.
"Stai zitta! Ho sofferto fin troppo per causa vostra e ora che anche voi proviate lo stesso" finito subito di dirlo Lisa taglio la gola a mia madre e poi corse via con le mani tutte insanguinate.
Io restai li, pietrificate con un cuore forse che batteva o forse no. Non avevo neanche lacrime per descrivere quell'orrore.
"Christine andiamo, non c'è più nulla da fare" disse Michael. Io andai con lui ma mi avviai senza parole, pietrificata dall'incredulità e lo sguardo fisso sul suo corpo steso a terra.

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