"Christine, Christine" sentì arrivare questa voce dal nulla che mi chiamava con fretta. Subito mi affacciai allá sbarre della porta della cella.
"Michael! Che ci fai qui?" Domandai stupita, non mi aspettavo di vederlo qui.
"Sono appena stato nell'ufficio del comandante, Lisa ora comanda ha falsificato delle carte. E lei la colpevole di tutto e lei che ha ucciso." Disse guardandomi negli occhi.
"Faceva tutto parte di un piano?"
"Si"rispose lui sorridendo.
"E tu perché sei venuto a trovarmi?"
"Perché mai ho smesso di amarti, e voglio a tutti i costi farti uscire da questa cella e da sto inferno. Cosicché potremo vivere come una vera famiglia tu, io e il nostro bambino." Io sorrisi alle sue parole.
"Ma la gravidanza di Lisa?"
"Si è vero sono stato con lei una notte. Ma è stato prima di conoscere te, e di sicuro non lo messa incinta"
"Lo sai che per me ora è difficile distinguere la realtà dalla bugia. Troppe cose mi sono state dette. Ci crederò quando sarà lei in persona a confessarmi tutte le sue malefatte" dissi abbassando lo sguardo.
Io non volevo più credere a nulla, né alla realtà ne alla finzione. Per ora il mio unico desiderio era sentire tutta la verità uscire dalla bocca di quella donna.
"Ok, ma dobbiamo agire in fretta. Lisa ha intenzione di fucilarti"
Non diedi risposta ma tenni ancora lo sguardo basso.
"Chri, amore mio devi reagire. Se non vuoi farlo per me fallo almeno per la nostra creatura"
"Mi sarà difficile recuperare tutta la fiducia che avevo verso i tuoi confronti"
"Quindi preferisci credere a quella megera piuttosto che a me?"
"C'è sempre un pizzico di verità in ogni bugia" questa era la mia filosofia.
"Ora vediamo di farti uscire di qui"
"Ma le guardie?"
"Tranquilla sono il generale. Se voglio posso farle allontanare per un po' da questa gabbia" Michael appariva sincero e coraggioso, ma volevo metterlo alla prova. Per sapere almeno chi diceva la verità è chi mentiva.
Mike cercò di aprire la porta, cercando di sfondarla andandoci sbattere contro con il braccio un paio di volte; ma era solida e non si muoveva nemmeno di un millimetro.
Poi prese un bastone lì per terra e anche lì cercó di aprire la porta, ma tutti i tentativi erano invani.
"Inutile non c'è la faccio" disse lui stremato e con il sudore che le colava la fronte.
"Mike perché mi aiuti? È inutile sono destinata a morire" dissi vendendolo così, senza forze è dispiaciuto.
"Io ti aiuto perché ti amo. E no! Io non ti lascio ne te ne Michael Jr."
"Michael Jr.?" Chiesi ridendo.
"Se sarà maschio questa potrebbe già essere un idea per un nome" rispose facendomi l'occhiolino.
"E se invece fosse femmina?"
"In questo caso sarà bella come la mamma" riuscì a far passare una mano in mezzo alle sbarre e io le la presi baciandola e sentendo il suo profumo. Quando mi mancava l'odore fresco della sua pelle e i sapori dei suoi baci.
"Senti questa porta senza chiavi non si apre, prometto che farò i salti mortali per farti rimanere viva. Non è sicuro che riuscirò a tirati fuori di qui ma almeno sarai viva" disse lui.
"Come pensi di fermare Lisa?" Domandai. Ero curiosa di sapere la sua idea.
"Non so, ma qualcosa farò. Ti giuro sul cielo che semmai non riuscissi a salvarti io venderò la mia anima al diavolo." Disse tra le lacrime.
Quanto è coraggioso.
Io annui finché non udimmo delle porte sbattere.
"Devo andare ora. Ricordati io le promesse le mantengo sempre. Ti amo"
Io lasciai la sua mano e poi se ne andò via di fretta.
STAI LEGGENDO
Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...