Lisa
"È così Michael ha nascosto la sua amata, perché non si fida di me!" I miei tirapiedi mi avevano riferito tutto e di più e queste informazioni potevo usarle come pass per arrivare in finale come vincitrice.
"Si" rispose Cole.
"Dove si trova lei?"
"Ehm...cosa gli diciamo?!"
"Non so ho paura che si arrabbi"
"Non possiamo inventarci le cose."
"Allora?!" Gridai forte. Io ero girata di schiena sulla sedia,dirimpetto al muro. Loro stavano sbagliando qualcosa e io mi innervosì.
"Allora, me lo dite o no?"
"C'è un problema, signora!"
"È quale sarebbe sentiamo!" Riposi il girandomi sulla sedia verso di loro con le braccia incrociate e guardandoli in modo agghiacciante.
"Vede...noi non ce lo ricordiamo più..." Disse Kevin prima guardando l'amico e poi sussurrò queste parole a sguardo basso.
Il mio volto da agghiacciante divenne maligno.
"Come non ve lo ricordate più? È passato neanche un giorno e voi non mi ricordate una cosa così importante!" Alzai di molto la voce, strillando anche...
"Padrona vede, abbiamo pedinato Michael ieri sera e poi siamo andati a letto. Volevamo venire subito da lei ma stava già dormendo così abbiamo deciso di dirlelo oggi. Solo che non ci ricordiamo questi dettagli." Rispose Cole.
"Siete due incapaci, avete la memoria di una formica. Almeno vi ricordate con chi ha parlato Mike ieri sera?"
"Si, il suo compagno di stanza William" disse Kevin
"Lui saprà di certo qualcosa. Portatemelo da me, costi quel che costi"
Loro salutarono con il gesto fascista è uscirono dalla porta principale del mio studio per fare ciò che avevo ordinato.Michael
Ancora non mi capacitavo di aver raccontato tutto a William. Mi sentivo come se avessi tradito Christine.
Il nostro amore, il bambino; erano i nostri segreti più grandi e avevano giurato che mai avremo detto qualcosa a qualcuno.
La mia bella e povera Chri ormai era costretta a stare nascosta e io ero allo stremo delle mie forze, non avevo più voglia di lottare e come se non bastasse mi portavo in corpo un segreto orribile.
Chri non sapeva ancora come avevo fatto a convincere Lisa a risparmiarla, avevo solo più sei mesi di vita e poi un dubbio atroce mi salto in mente.
Se Lisa venisse a scoprire disgraziatamente che ho fatto fuggire dalla cella il mio raggio di luce, i miei sei mesi vita saltano e i funerali possono celebrarsi anche fra una settimana. Ciò che mi resta ora è pregare il cielo che io possa vedere in volto almeno per pochi secondi mio figlio.
Ma ecco che appena finito di dire queste parole, vidi passare di fianco a me due soldati, dall'aria molto concentrata a fare qualcosa.
Questa cosa non mi piaceva e così segui il mio istinto e li segui di nascosto.
Andarono fino nella parte est del campo, la parte dove ci sono solo deportati maschili. Qui è dove opera William.
Avendo già un'idea di cosa volessero fare il cuore cominciò a battere più forte, i brividi mi percorsero sulla la schiena, il mio fiato sempre più pesante e le mani che avevano un leggero tremolio.
"Cosa fate? Lasciatemi! Che cosa ho fatto?!" Senti gridare William è infatti i miei dubbi si confermarono. Non sapevo che fossero quei due colossi di soldati ma c'entrava Lisa qui, e Willy sarebbe finito proprio nel suo studio.
Speriamo che non parli.Lisa
"Signora, le abbiamo portato l'uomo che voleva"
"Andate pure. Lasciateci soli"
"Lisa, da quanto tempo" disse lui guardandomi con quei suoi due occhi semi socchiusi.
"William sono felice di rivederti!" Risposi sorridendo.
"Peccato che io non la pensi come te, so cosa stai facendo"
"Ecco, proprio per questo ti ho fatto chiamare. Dimmi dove si trova Christine?!"
"Christine chi? Non so di che parli" rispose lui,tentando di non guardarmi negli occhi.
"Io so che tu sai tutto"
"Io non so un bel niente"
"Non mi guardi negli occhi, di che hai paura?" Domandai sospettosa.
"Di nulla, è solo che sei talmente brutta che non ti si può guardare non vorrei perdere la vista per colpa tua" rispose ironicamente.
"Molto spiritoso. Ora dimmi dove si trova lei."
"Lei, ci sono tantissime "lei" in sto mondo, dimmi a quale ti stai riferendo, a quale dolce creatura possiede questo articoli determinativo femminile" cerca di confondermi, astuto il ragazzino.
"Non vuoi parlare, eh? Vediamo se con questi ti ricordi qualcosa." Tirai fuori un mazzetto di soldi e lo sventolai di fronte al suo naso.
"Poi magari se questi non ti bastano, posso darti anche altro" tentai la mia tecnica di seduzione. Incrociai le gambe, parlai con voce sensuale e misi una mano dietro al suo collo avvicinandomi la sua testa.
"Tu dici sul serio?" Sussurrò lui.
"Si..."
"Christine si trova nel vecchio magazzino di armi e esplosivi. Ora dammi un bacio"
Avevo avuto le mie informazioni, tirai uno schiaffo al ragazzo facendolo cadere a terra con la guancia dolorante.
"Kevin, cole arrestate Michael. Poi andiamo a prendere la ragazza!" Gridai.
"Tu...mi hai ingannato." Disse il ragazzo guardandomi dal basso verso l'alto.
"Si, e per tua informazione hai appena firmato la condanna a morte dei due piccioncini. Spero che domani assisterai alla cerimonia di impiccagione di quei due." E scoppiai in una risata soddisfacente.Michael
"Dove mi portate?" Quei due soliti uomini, grandi e rozzi ma dall'aria sapida mi bloccato entrambe le braccia. Segno che Willy mi aveva tradito, aveva parlato.
"Vieni. In gatta buia, ci sono topi che vorrebbero fare la tua conoscenza" dissero eroticamente.
Ci avviammo verso il carcere, le braccia mi facevano male, avevamo strette veramente potenti.
Nel cammino vidi William e lo lanciai una occhiata e non trettenei la rabbia. Con un paio di strattoni riuscì a liberarmi e a fiondarmi su di lui.
"Ti odio! Non avrei mai dovuto fidarmi di te. Sei contento ora?" Lo afferrai per la camicia della divisa e per poco non gli sputai in un occhio. A fermare la mia ira furono i tirapiedi di Lisa che mi presero di nuovo e mi portarono dentro.
"Fatemi uscire!" Gridai dietro le sbarre.
"Michael risparmia il fiato per dire le tue ultime parole domani. Verrai impiccato insieme alla tua ragazza" sbucò Lisa dal nulla e con un sorrisetto disse queste parole senza un briciolo di pietà.
"No! Lei no! Lascia stare!!! No!!!!" Gridavo più che potevo ma le mie urla furono inutili caddi a terra disperato con la schiena contro la porta della cella.
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Indifferent
FanfictionSiamo nel 1939 appena inizio seconda guerra mondiale. Un giorno nella casa di Christine ragazza di 23 anni, fecero irruzione i tedeschi e deportarono tutta la sua famiglia nel capo di concentramento di Auschwitz. Lei riuscì a scappare in un primo m...