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DUE ANNI PRIMA, ITALIA

Anna si guardò nello specchio e fu abbastanza soddisfatta di ciò che vide: a parte la solita figura alta, i lunghi capelli scuri e i grandi occhi grigi dal colore odiosamente banale che conosceva, sul suo viso c'era qualcosa di nuovo.

La mandibola e la parte destra del collo erano gonfie e si notava appena un grosso livido scuro, sapientemente nascosto da circa dieci strati di correttore.

Quello che poi non era riuscita a fare col trucco l'aveva nascosto con i capelli e una camicia.
Nessuno avrebbe notato la botta, a meno che non sapesse già della sua esistenza.

La ragazza tornò in sala, dove la aspettavano due sorprese: una bella e una meno bella.

La cosa bella era che Thomas era finalmente tornato dall' erasmus a Barcellona e Anna poteva abbracciare di nuovo il suo adorato fratellone; la cosa brutta era che, insieme a lui, era tornato anche Lorenzo.

Quando era partito con Francesca per andare a prendere Tom alla stazione, Anna aveva sperato che tornassero solo sua madre e suo fratello.

Invece davanti a lei c'era ancora quel verme del compagno di sua madre.

Anna non poteva fare a meno di chiedersi perché mai una donna bella, giovane, in gamba, gentile e divertente come sua mamma era finita con un brutto cafone, sempre arrabbiato e scontroso.

In effetti Lorenzo aveva dei lati positivi: era un uomo affascinante all'inizio, salvo poi rivelarsi per quello che era veramente.

Inoltre era pieno di soldi,mentre la famiglia di Anna nuotava nei debiti da quando Ken, suo padre, era partito per la guerra e non era più tornato.. cioè praticamente da quando Anna era piccolissima.

Comunque Francesca, dopo un lungo periodo di dolore per la perdita dell'amore della sua vita, si era accorta che i conti non tornavano: senza lo stipendio di suo marito, tutta la famiglia era in guai seri.. finché un triste giorno arrivò sul suo cavallo bianco un principe azzurro che salvò la situazione.

O forse era meglio dire un re grigiastro arrivò sulla sua Lamborghini bianca.

Anna si sfiorò istintivamente il collo, sperando che nessuno dei presenti nottasse nulla.

"E tu dove pensi di andare tu a quest'ora, signorina?" Chiese sua madre con aria sospettosa ma allo stesso tempo divertita.

"Francy, lasciala fare.. è sabato sera dopotutto." Rispose Lorenzo, allarmando Anna: da quando il verme stava dalla sua parte?

Probabilmente solo quando gli faceva comodo.

"Tranquilla, cara, vado a prenderla io: tanto sono fuori fino a tardi per lavoro quindi vado volentieri."

Anna rabbrividì: se solo sua madre avesse saputo cosa intendeva lui per "lavoro".. Lei lo aveva scoperto giusto pochi giorni prima, e avrebbe tanto voluto non scoprirlo.

Uscì in fretta da casa e raggiunse in pochi minuti il grande edificio.

Non ci era mai stata, ma sapeva che era il posto giusto: uomini eleganti entravano e uscivano, o si fermavano appena fuori dall'ingresso per fumare; donne vestite con abiti troppo corti dai colori sgargianti facevano le oche con i ragazzi più giovani; signori che sembravano magiordomi facevano avanti e indietro senza posa; tutto era in movimento, tutto brillava in modo spaventoso.

Anna alzò lo sguardo e lesse l'insegna a grandi caratteri rossi e luminosi: CASINÒ.

Quello era l'ultimo posto dove la ragazza avrebbe voluto essere: si sentiva a disagio in quel luogo pieno di persone più grandi ed eleganti, mentre lei se ne satava semplicemente ferma con i suoi jeans.

JUST LIKE A THUNDERSTORM || Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora