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"I tuoi amici qui sono una forza!" Esclama Leo, lasciandosi cadere su una sedia del locale di Luke, mentre aspettiamo mia mamma e Sam per pranzare.

"Sicuro di non esserti spaventato?"
Sono abbastanza preoccupata: oggi niente scuola, perchè bisogna stabilire i danni provocati dalla tempesta di ieri, perciò ho deciso di presentare ai miei amici di New York il mio migliore amico dall' Italia e la cosa mi ha causato non poco stress.

Sono stati tutti incredibilmente accoglienti con Leo, questo è vero. Ma io li conosco e tra l'uragano Ashley, la goffaggine di Max e il clima ancora un po' teso fra Cameron e Dylan, non so cosa potrebbe pensare ora Leo.

"Sicurissimo.. sapevo che avresti trovato tanti amici anche qui: come potrebbe l'America non amare una persona speciale come te?"

Io sorrido per il complimento, mentre Leo continua: " Mi ricordano tanto dei nostri amici in Italia, ma senza la parte del casinò e della popolarità." Mi strizza l'occhio.

Quasi scoppio a ridere: "Perché non hai ancora conosciuto Olivia, Nash e Bella!"

"Sono tuoi amici?" La voce del mio amico si fa preoccupata e immagino che stia pensando al peggio.

"Non proprio.."

"E allora cosa sono?"

Notando che non ha intenzione di mollare, mi decido a spiegare: "Nash era il migliore amico di Cam, ma ora non si parlano molto... perché lui è un verme." Concludo, omettendo per comodità la parte delle tresche amorose, delle relazioni segrete e dei baci schifosi.. gliene parlerò un'altra volta.

Vedo che non mi chiede maggiori informazioni, perciò proseguo: "Olivia invece è gentile, ma non la conosco veramente: si tiene a distanza perché una volta stava con Cameron e ora noi stiamo iniziando questa cosa... quindi è un po' difficile. E poi è amica di Bella e lei ci crede spazzatura."

"Bella è quella in ospedale di cui parlavate prima?"

"Proprio lei."
Poco fa ci hanno detto che si è svegliata stanotte e non sembra avere danni permanenti, tranne l'evidente e solito caratteraccio.

"Ma se non parli con nessuno di loro, dove sta il problema?"

Mentre mia mamma si avvicina, concludo frettolosamente la discussione: "Me lo chiedo anche io cosa centrino i popolari di Manhattan con noi di Brooklyn, ma sono sempre in mezzo in qualche modo!"

"Cosa prendete ragazzi?"

Faccio un salto sulla sedia per lo spavento: "Luke! Non arrivare mai più alle mie spalle in questo modo!"
Mia mamma e Sam ridono, insieme a Leo e Luke, mentre io mi fingo offesa e guardo il menù.

Il cibo qui arriva sempre in fretta ed è buonissimo, perciò non mi rendo quasi conto di aver finito anche il dolce fino a quando Sam mi guarda colpito ed esclama: "Ma dove cavolo l'hai messa quella tonnellata di cibo in così poco tempo?"

Sto per rispondere che è uno sport olimpico, quando una notifica illumina il mio telefono.

Mi volto immediatamente verso mia mamma, sapendo già cosa vedrò: mi sta fulminando con lo sguardo.

"Signorina, sai bene che non si usa il telefono a tavola!"

"È la scuola mamma.."
Sembrerebbe una scusa campata per aria, ma è vero.

Nonostante tutto, mia mamma è ancora sospettosa, perciò si convince controvoglia a lasciarmi guardare il nuovo messaggio solo quando con la coda dell'occhio nota la mail.

*1 NUOVA MAIL DA: Mr. Fitz*

A denti stretti mi permette di leggerla e io apro il messaggio, impaziente di sapere cosa deve dirmi il professore di letteratura inglese, anche se già sospetto che riguardi il mio compagno nel progetto di Cime Tempestose.

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