La mia casa sembra ruotare quando entro: faccio fatica a respirare e sento che potrei vomitare.
Corro verso il bagno e mi butto per terra davanti al gabinetto, appoggiando la guancia sulla ceramica fredda della vasca.
Questo sistema sembra darmi un po'di sollievo, che però scompare appena mi tornano in mente le foto su instagram.
Le odio. Mi odio per quello che ho fatto. Che stupida.
So perché sono venuta a New York; so perché volevo essere invisibile.
Ma non ci sono riuscita: stare al centro dell'atenzione mi riesce bene.
Mentre mi facevano le foto, ovviamente sapevo che sarebbero finite sul web ma non ho fatto nulla per evitarlo. Era tutta vanità?Se ho cancellato il profilo vecchio, un motivo c'è, ma, ovviamente, non ci ho pensato e ora eccomi qui, con un problema che non so come risolvere.
Ma che problema? È una TRAGEDIA.
Pensando a chi potrebbe vedere quelle foto, mi si rivolta lo stomaco.
Sto troppo male all'idea: vomito tutto quello che ho in corpo, mentre con le lacrime butto fuori il resto del panico che mi attanaglia le viscere.
Sento una voce lontana e una mano sulla nuca mi raccoglie i capelli, una mano gentile, la mano della mia mamma.
"Mamma.." riesco a bisbigliare.
"Tranquilla amore.. parleremo dopo. Ora dimmi solo se ti senti meglio."
Lentamente annuisco e lei mi accompagna in camera mia, mi toglie il vestito e mi infila una vestaglia.
Mi scioglie i capelli, mi accarezza la testa e, lentamente, ricomincio a respirare."Sei peggiorata Anna! Una volta rientravi anche più tardi e riuscivi a non svegliarmi.." scherza lei, a bassa voce.
Ha una voce bellissima, l'ho sempre pensato. Da piccola, quando facevo gli incubi, mi riaddormentavo solo se lei mi parlava o mi leggeva una storia.
Non riesco a immaginare che incubo deve essere stato per lei.
Ma ora sono cresciuta.. e lei è ancora qui ad aiutarmi a mettermi a letto."Scusami mamma." Dico tra le lacrime.
"Ehi ehi.." mi consola con un bacio sulla fronte. "Solo promettimi che non berrai più così tanto, per favore."
"Non ho bevuto.." le spiego.
Lei sembra perplessa: "Lo sai che non mi piace quando dici bugie. Se non hai bevuto, perchè stavi vomitando in bagno?"
Magari fossi semplicemente ubriaca!
"Panico." Farfuglio.
"Cosa? Panico? Perché mai?" Sta cominciando a preoccuparsi sempre più.
"Mamma.. ho fatto un casino. Non so che fare, sono un disastro! Tu ti sei impegnata per aiutarmi dopo tutto quello che è successo e ora ti deludo..
Ma loro erano simpatiche.. e instagram.."Dopo questa penosa serie di frasi sconnesse, scoppio nuovamente in un pianto isterico e mia mamma mi blocca con tono sempre gentile, ma molto fermo: "Ora calmati Anna."
Cerco di frenare i singhiozzi e mi asciugo le lacrime.
"Spiegami qual è il problema."
Questa volta non voglio fare confusione: ho bisogno dell'aiuto di qualcuno, ma, per farmi aiutare, devo almeno saper spiegare cosa c'è che non va.
"Alla festa della scuola ho litigato con Dylan e me ne sono andata presto insieme ad Allison. Ci siamo aggregate ai tre ragazzi che avevano suonato a scuola.. stavano andando ad un'altra festa e siamo andate con loro..."
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JUST LIKE A THUNDERSTORM || Cameron Dallas||
FanfictionAnna è a New York per dimenticare un passato che la tormenta e che deve rimanere in Italia, quel posto che un tempo amava tanto. Il piano? Diventare invisibile. E ci riuscirebbe alla grande! Se Cam, come una tempesta, non stravolgesse tutto quello...