"..E quindi l'aereo è partito con tre ore di ritardo e ci hanno offerto da mangiare.. non mangiate mai su aerei di quella schifosa compagnia! Mi hanno servito una scatola di dieci centimentri in cui c'erano mescolate la pasta al pesto, al pomodoro e alla carbonara.."
"Ma che schifo!" Sofia fa una faccia disgustata al racconto di Sam.
Ma lui non smette di parlarci delle sue disavventure delle ultime ore: "E da bere mi hanno dato un succo di pomodoro che sembrava polpa ed era acido come un limone andato a male!"
Io rido di gusto, mentre mia mamma lo riprende: "Sam, siamo a tavola.. non sarebbe bello poter mangiare senza vomitare?"
"Hai ragione, tesoro, scusa." Lui abbassa lo sguardo sul piatto, come per scusarsi, ma poi mi fa l'occhiolino con aria complice.
Quando questa giornata è iniziata, non mi aspettavo un finale così perfetto: non mi aspettavo di vedere Sam!
Sam, il brillante medico che, in Italia, mi ha salvato la vita dal.. dall'incidente.. e poi si è occupato della riabilitazione, mi ha aiutata a riprendere le mie attività e.. e mi ha convinta ad andarmene.
È merito suo se ho la mia nuova vita a New York. Certo, forse non è perfetta, ma è sicuramente più sana di quella di prima.
È merito suo se mia mamma si sente di nuovo libera.. e innamorata.
Io l'ho capito fin da subito: in ospedale, mentre parlavano delle mie condizioni, si guardavano in modo strano, perciò io e Sofia abbiamo cominciato a spingere per farli avvicinare.
Lui è un bell'uomo, è gentile, divertente, intelligente e tiene a noi. È perfetto per mia mamma, che di solito considero di gran lunga superiore a tutti gli uomini che la corteggiano e non sono degni di lei.
Sam sarebbe dovuto arrivare più avanti, durante l'inverno, con mio fratello Thomas di ritorno dagli studi in Spagna.
Ma, come ho scoperto poco fa, le pratiche per il trasferimento dall'ospedale in Italia a quello di New York si sono concluse molto più velocemente del previsto e Sam aveva troppa voglia di vederci.
"Allora Sofia.. cosa mi dici della nostra Annina? Si comporta bene?"
Sofi lo guarda pensosa, soppesando la domanda: "Direi di sì.. in generale. Ma ogni tanto devo ricordarle che ha ancora bisogno di prendere le sue medicine e fare gli esercizi.. è sbadata e pigra!"
Io le faccio la linguaccia e rido: non smetterà mai di prendermi in giro la piccoletta.
"Per alzarla dal divano servirebbe un attore famoso o una piscina.." continua mia mamma.
Sam ride, mentre io fingo di sentirmi profondamente offesa: "Ma guarda un po' che famiglia! Fate tutti comunella contro di me, vi sembra giusto?"
Tutti scoppiano a ridere e la cena trascorre così serena che, quando spengo la luce in camera mia, dopo la serata più rilassante che abbia vissuto nell'ultimo periodo, senza nemmeno rendermene conto mi addomento tranquilla e, finalmente, felice.
Di questa mia felicità non ricordo nulla, però, al risveglio, mentre cerco di zittire la sveglia per ottenere altri cinque miseri minuti di sonno.
Ma i cinque minuti, come al solito, diventano dieci e poi un quarto d'ora... fino a quando qualcuno non entra in camera mia per svegliarmi.
Di sicuro è mia mamma: mi toglierà la coperta e alzerà le tapparelle. A quel punto i raggi del sole mi arriveranno in piena faccia, e mi sembrerà di andare a fuoco proprio come un vampiro o Maga Magò.
Odio svegliarmi al lunedì. Anzi, odio svegliarmi in generale, ma il lunedì è la cosa peggiore che potessero inventare.
Ma dico.. chi cavolo ha avuto la geniale idea di inventare il lunedì?
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JUST LIKE A THUNDERSTORM || Cameron Dallas||
FanfictionAnna è a New York per dimenticare un passato che la tormenta e che deve rimanere in Italia, quel posto che un tempo amava tanto. Il piano? Diventare invisibile. E ci riuscirebbe alla grande! Se Cam, come una tempesta, non stravolgesse tutto quello...