*XLV*

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UN ANNO E MEZZO PRIMA, ITALIA

Anna sentiva il freddo penetrarle nelle ossa, come un coltello che si rigirava sotto la sua pelle.

Immaginava di potersi infilare sotto una coperta calda e morbida, per non alzarsi mai più. E invece doveva starsene lì, in piedi su dei tacchi assassini, da sola, nel buio, ad aspettare che Lorenzo la portasse a casa.

O forse aspettava un miracolo, forse sperava che Lorenzo non si presentasse e non la portasse in quella casa vuota. Sarebbe stata la prima sera della sua vita in cui avrebbe dormito lì, senza nessuno.. tranne lei e Lorenzo.

E aveva paura. Non pensava che le avrebbe messo le mani addosso, ma poteva rendere quei due giorni un inferno comunque..
Quell'uomo doveva essere particolarmente creativo per aver convinto Francesca a lasciare la sua bambina da sola con lui, mentre lei accompagnava Sofia in un weekend con i compagni di scuola.

Se ne stava lì, ormai quasi in ipotermia, quando sentì il cuore perdere un colpo a causa di un paio di mani che le sfioravano il braccio.

"Non dovresti stare qui fuori.. sei un pezzo di ghiaccio."
Davide arrivò alle spalle della ragazza, la strinse in un abbraccio e affondò il viso nell'incavo del suo collo.

"Sia fuori che dentro.." commentò lei, anche se le punte di ghiaccio che le graffiavano il petto, cominciava a sciogliersi nell'abbraccio.

"Ehi.. siamo di buonumore signorina!"

"Io sono SEMPRE di buonumore.." rispose tagliente.

"Dai Anna.. dimmi cos'hai." Il tono era quello di chi vuole davvero una risposta, ma la voce era dolcissima e preoccupata.

"Scusami, non è andata troppo bene stasera." Ammise lei, con un sospiro.

Per fortuna, o oer sfortuna, il ragazzo alle sue spalle poteva capire senza il minimo sforzo le parole di Anna: aveva ancora un ricordo molto fresco delle botte che si era preso un po' di tempo prima per essere andato a una festa invece che al casinò.

"Parli di quel vecchio disgustoso che ti.. dava il tormento stasera?"

Anna voleva disperatamente smettere di pensare a quell'uomo dai capelli bianchi, se uomo poteva definirsi, che fino a quella sera non si era mai avvicinato al tavolo del poker. Magari non lo avesse mai fatto!
Le aveva dato una strana sensazione di disagio per ore, come se non le fossero bastati gli sguardi inopportuni degli altri uomini del casinò.. Lui era davvero esagerato.

"Quello, Lorenzo di cattivo umore per essersi perso diverse serate per colpa della rissa, il freddo, la verifica di matematica domani, per la quale dovrei essere riposata.. ma sicuramente non dormirò per niente stanotte e io sono stufa di tutto questo!"

Davide avrebbe voluto dirle che sarebbe andata sempre peggio, che nei diversi in cui lui era stato costretto a partecipare alle attività del casinò non aveva mai trovato niente che potesse aiutarlo a stare meglio, che doveva rassegnarsi fino a quando Lorenzo non avesse trovato un nuovo burattino con cui giocare... Ma voleva vedere quella ragazza sorridere più di ogni altra cosa.

"Allora.. vediamo di risolvere tutti questi drammi. Uno alla volta, ti va?"

"Ti sfido caro mio!"

"Uno: la verifica ti andrà benissimo, secchiona!"

"Che gufata! Mi porti sfortuna così.. Ti pesterei un piede!"

Davide ridacchiò e le stampò un bacio sulla fronte: "Non ti conviene ferire con quei tacchi mostruosi la tua unica fonte di calore.. cioè la solizione al tuo problema numero due: il freddo."

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