*XV*

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DUE ANNI PRIMA, ITALIA

I sensi di Anna si risvegliarono di colpo, nonostante la stanchezza e la paura.

"Chi sei? Cosa vuoi? Come sai chi sono?"

Un ragazzo alto le si avvicinò nel buio, sorridendo rassicurante: "Ehi ehi.. frena. Tranquilla,non voglio farti male. Piacere, mi chiamo Davide. Da quello che ho capito tu sei Anna, giusto?" Domandò porgendole la mano.

"Sì, come lo sai?"

Lui si strinse nelle spalle: "Nel casinò girano molto in fretta le voci, soprattutto se si tratta di un nuovo Prodigio. Poker vero?"

Anna per tutta risposta lo guardò tanto male da convincerlo a spiegarsi meglio: "Hai notato alcuni ragazzi giovani come te e me là dentro? Noi siamo i Prodigi, o almeno... ci chiamano così."

Anna continuava a non capire: "E cosa significa?"

"Significa che siamo minorenni, che non potremmo stare qui dentro e che tutti lo sanno, ma che abbiamo un talento unico per uno dei giochi del casinò. Per esempio tu giochi a Poker e non perdi nemmeno se vuoi.. io ho il tavolo da Balck Jack. Poi.. li vedi quei ragazzi là?" Chiese, indicando un gruppetto di cinque o sei persone, tra le quali Anna riconobbe alcuni dei ragazzi che la fissavano dentro al casinò.

"Loro sono gli altri del gruppo. Diego, non so come, praticamente svuota le Slot Machines ogni sera, Marco sta alle scommesse e non ne sbaglia una, Lucilla alla Roulette e Asia a Trenta e Quaranta..."

Davide stava indicando i ragazzi uno a uno ma Anna lo fermò prima che potesse continuare a spiegare: "Sai che non ho idea di cosa siano la maggior parte di queste cose vero?"

"Sì, immagino.. anche io non ci capivo nulla quando sono arrivato, poi ho imparato."

Da come lo disse, Anna sentì che era passato molto tempo: "Da quanto tempo vieni al casinò?"

Il ragazzo si fermò un momento per riflettere: "Circa un anno e mezzo. Avevo quindici anni quando mi hanno portato qui per la prima volta..."

"Idem." Rispose Anna ironica.

"Di solito si arriva sempre intorno a quest'età. Poi non sai quanto rimani.."

"Quindi nemmeno voi avete scelto di essere qui al casinò.."

Davide rise sommessamente nel buio: "Nessuno sceglie di stare qui a quindici o sedici anni. Abbiamo tutti storie molto simili: uno vive tranquillo la sua vita, poi qualcuno scopre che può ricavarci soldi e lo costringe in qualche modo subdolo a venire qui. Ho indovinato?"

Anna era sbalordita: "Fin nei minimi dettagli."

Davide le sorrise comprensivo, avvicinandosi ad Anna, sotto la luce del lampione.

Era davvero un bel ragazzo: capelli e occhi neri come il carbone, pelle abbronzata e zigomi scolpiti.

Anna sentì un nodo allo stomaco e abbassò lo sguardo, in imbarazzo davanti ad uno sguardo tanto intenso.

"Non ti stai chiedendo perché c'è qualcuno per ogni gioco, ma, a parte te, nessuno per il poker?" Le domandò il bellissimo ragazzo, distogliendola dai suoi pensieri.

"Ehm.. ci stavo arrivando.. c'è un motivo quindi?"

"Prima di te c'era Federico, il genio del poker.. il ragazzo che mi ha insegnato tutto qui. Era un mito, ma è riuscito ad andarsene e anche per questo è un mito: è difficilissimo uscire da questo giro."

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