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Per una volta nella mia vita non sono in ritardo, anzi! La famiglia di Cameron arriverà fra circa mezz'ora e io sto cercando di fare una treccia a mia sorella, mentre Leo ci rompe le scatole, seduto sul bordo della vasca da bagno.

"Ma non ti metti delle scarpe Anna?"

Alzo gli occhi al cielo e Sofia protesta per l'energia un po' esagerata che metto nel districarle i nodi: "Ho più di mezz'ra per andare a metterle.. penso che trenta minuti per infilarmi un paio di scarpe bastino e avanzino!"

"Per uno che ti conosce dipende.. devi anche allacciarle?" 

Leo ridacchia, mentre io lo guardo con occhi assassini: "Sofia, tieniti la treccia un momento." 

Le infilo i suoi stessi capelli in mano e esco come una furia dal bagno, per rientrare pochi istanti dopo con un paio di stivaletti neri col tacco.

Li metto sotto al naso del mio migliore amico e li rigiro più volte: "Vedi dei lacci qui, genio?"

Lui smette di ridere solo quando lo spingo nella vasca: "Okay, okay Karate Kid, lo ammetto: sei sveglia a prenderti delle scarpe che si infilano velocemente.. ma sei completamente sicura che si abbinino con i tuoi vestiti?"

Solo lui sa farmi saltare i nervi in questo modo, ma ora è mia sorella a sbottare: "Ma smettila! Anna, stai benissimo. Adesso possiamo preoccuparci dei miei capelli, per favore?"

Torno a pettinarla, obbediente, non senza aver sbirciato nello specchio il mio riflesso. Ma sì..  come possono quegli stivaletti stare male con il mio maglioncino bordeaux e la mia gonna a vita alta nera? Non possono e basta. 

Dopo diversi altri bisticci, tutti concentrati in pochi minuti, Sofia va a finire di prepararsi, soddisfatta della sua acconciatura. Io mi siedo di fianco a Leo e ricomincio a stuzzicarlo: "Allora.. dovrei darti un premio per come hai rovinato la sorpresa di mio fratello.."

Leo si finge sconvolto: "Quale sorpresa?" 

"I biglietti per il concerto delle Little Mix, razza di scemo!"

"Oh, quelli! Ma non dire cavolate.. non avevi capito un bel niente fino a quando non te li ha dati.." 

Quanto è facile parlare di cose stupide e divertenti con Leo.. ma se c'è una cosa che so per certo è che tra me e lui non c'è nessun imbarazzo nemmeno per quanto riguarda discorsi più seri. Proprio per questo non ho problemi a fargli una domanda un po' scomoda: "Ma non vorresti stare con la tua famiglia a Natale?"

Leo capisce subito che sono seria, ma continua a scherzare, anche se con voce un po' più incerta: "E mi cacci così? Dopo tutto quello che abbiamo passato?"

"Tranquilla Anna.." continua, dopo un mio sguardo eloquente. "Li ho sentiti su Skype e loro non hanno problemi.. con tutta la gente che c'è in quella casa, tra fratelli e parenti, sicuramente non hanno nemmeno il tempo di accorgersi che non ci sono."

"Ma è Natale.." protesto io.

"Lo sai che non posso tornare. Li metterei in pericolo."

Questo è il vero motivo e io lo capisco più che bene, ma speravo che lui non dovesse mai affrontare niente del genere: "Ma sei proprio sicuro che stiano cercando anche te?"

Leo annuisce convinto: "Certo.. Lorenzo sa bene chi sono. Volevano me per arrivare a te. Mi avrebbero ammazzato pur di farmi dire qualcosa."

"Ma non è giusto! Scusami, è tutta colpa mia." E mi sento davvero un mostro. Non so se è il Natale o altro, ma sento amplificarsi quel senso di colpa che mi perseguita da quando sono arrivata a New York.

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