*XXXV*

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DUE ANNI PRIMA

Anna e sua madre rimasero all'ospedale, senza alcuna notizia di Lorenzo per più di un'ora.

Anna era annoiata come non mai e non le importava un bel niente di come sarebbe andata a finire per quel verme.
Quando sua madre le aveva detto che il viscido era in ospedale, lei non aveva provato nulla, anzi, si era sentita quasi sollevata.

Francesca, invece, aveva uno sguardo preoccupato. Non come se le importasse davvero della salute di Lorenzo, ma come se proteggesse un investimento che non poteva permettersi di perdere.

"Mi scusi.. È qui per il signor Lorenzo Argivi?" Una donna non troppo giovane e abbastanza paffuta, avvolta in un bel camice bianco, si avvicinò a Francesca e Anna.

"Sì, sono io. Ci sono novità?" Francesca si strinse alla figlia.

"Purtroppo sì, signora. Mi segua per favore." Rispose la donna in tono cortese, avviandosi verso un lungo corridoio.

"Il signor Argivi ha solitamente abitudini violente, signora? È aggressivo?"

Nella testa di Anna scattò una sirena d'allarme e la ragazza si sfiorò istintivamente la guancia dove, fino a poco tempo prima, aveva nascosto un livido che combaciava perfettamente col pugno di quell'essere spregevole.

Certo che era violento: era un pazzo, ma come avrebbe potuto affermarlo senza parlare dei ricatti, del casinò e di tutto il resto? Non poteva mettere sua madre in pericolo in quel modo.

"Non capisco... in che senso? Cosa è successo?" Ovviamente non capiva: il fatto che non amasse Lorenzo non la portava automaticamente a vedere il verme dietro alla facciata da bell'imprenditore.

La dottoressa, dopo qualche esitazione, finalmente si convinse a spiegare meglio la sua domanda: "Lui e un altro signore sono stati ricoverati per lesioni gravi. Erano coinvolti in.. una rissa. Li abbiamo recuperati fuori dal bar."

"Oh cielo.." Francesca era abbastanza sconvolta: dopo essersi convinta di aver trovato la persona giusta per garantire sicurezza alla sua famiglia, scopriva in modo abbastanza pesante che Lorenzo era tutto tranne che sicuro.

Il gruppetto si fermò davanti ad una porta: "Il signor Argivi si trova in questa stanza, ma prima di entrare vorrei informarvi sulle sue condizioni."

Francesca annuì e Anna rimase in silenzio ad ascoltare, mentre il suo angioletto personale pregava che non fosse nulla di grave e il suo diavoletto sperava che Lorenzo si fosse fatto davvero tanto male.

"È arrivato qui privo di sensi, a parer mio per le botte, ma potrebbe anche essere stato in coma etilico. Stiamo aspettando i risultati delle analisi."
La dottoressa si fermò qualche momento, per capire che effetti avevano prodotto le sue parole.

Ma lo sguardo di Francesca era impassibile: era diventata una statua di sale. Solo Anna poteva sentire la sua tensione, mentre la madre le stritolava la mano.

"..Comunque, oltre a parecchi lividi di diversa entità, il signore ha la caviglia sinistra fratturata, il naso rotto, la mascella dislocata, qualche costola incrinata e un bel taglio vicino alla clavicola destra.."

"Le ha prese di santa ragione!" Anna provò ad alleggerire un po' la situazione, principalmente perché non sentiva più la mano, poiché sua madre la stringeva troppo.

Riuscì a far rilassare Francesca per un momento e a sfuggire dalla sua presa d'acciaio, ma le mise comunque una mano sulla spalla, per farle sapere che non era sola.
Anna non poteva certo abbandonarla ora: non riusciva nemmeno a immaginare cosa provasse la donna in quel momento..

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