"Come hai potuto? Ti credevo un'amica!" Le parole di Allison mi riportano involontariamente indietro nel tempo, dall'altra parte dell'oceano atlantico.
Il mio migliore amico mi aveva rimproverato perché non volevo spiegargli dove ero stata la sera prima, ma la situazione era ben diversa.
Leo aveva detto esattamente le stesse parole, ma rideva; ora Allison non rideva: piangeva, e per colpa mia.
"Ali io non.." inizio titubante.
"No Anna!" Mi interrompe la mia amica. "Non voglio sentire le tue stupide scuse! Io ti ho confidato un segreto, ti ho detto una cosa che nessun altro sapeva, mi sono aperta con te... io mi fidavo di te! Ti consideravo mia amica; ma che razza di amica sei se baci il ragazzo di cui sono innamorata? Mi hai detto di andare al ballo con Nate solo per spassartela con Nash alle mie spalle intanto?"
Provo almeno dieci volte ad interrompere quel fiume di accuse ma ad un certo punto capisco che forse è meglio lasciare che Allison si sfoghi, buttti fuori tutto il dolore e la rabbia, in modo che poi possa essere più disponibile ad ascoltare le mie ragioni.
"Non hai nemmeno avuto la decenza di aspettare! No, hai dovuto andare a ficcare la lingua nella gola di Nash due ore dopo che io ti avevo confessato il mio amore per lui! Dio, chissà come te la ridevi sotto i baffi: ti è venuto in mente tutto mentre parlavo, o progettavi di accoltellarmi già da tempo? Ma cosa ti ho fatto per meritarmi un trattamento del genere? Sono sempre stata gentile e disponibile con te!
Pensavo di aver trovato una nuova amica.. che stupida.. mi dicevo che forse, finalmente, avevo trovato qualcuno che mi apprezzasse per come sono davvero.Ero felicissima di venire qui da te oggi, così felice che l'ho detto anche a Nash, e lui sai cosa mi ha detto? Che tu lo hai baciato! Che lui ha provato a respingerti ma tu non ti fermavi e dicevi che non ti importava della sua storia con Bella o della sua relazione con me... ma come hai potuto? Puttana! Non voglio vederti mai più! Maledetto quel giorno che sei arrivata a New York."
Queste ultime parole mi colpiscono come un pugno in piena faccia. Mi sento malissimo e mi rendo conto di avere le guance bagnate di lacrime, anche se non mi ricordo esattamente quando ho cominciato a piangere.
"E sai cos'è peggio?" Domanda lei, imperterrita, spietata, furiosa: "Il peggio è che a te non serviva rincorrere nessuno. Hai già Dylan che ti muore dietro da quando ti conosce.. è un ragazzo unico e non avevi il diritto di ferirlo così. Per non parlare di Cameron! Non ho un'altissima considerazione di lui, ma praticamente ogni ragazza della scuola farebbe i salti mortali per avere da lui le attenzioni che lui da solo a te.. e tu vai a cercare Nash, il mio Nash. Perché?"
Ormai la mia amica sembra aver esaurito le forze: conclude il discorso con la voce roca per il pianto, gli occhi gonfi di lacrime e le guance arrossate.
Sembra stremata per lo sforzo di pronunciare tante accuse tanto pesanti, tutte in una volta sola.
Io resto in silenzio qualche secondo, per riprendere fiato dopo i colpi ricevuti.
Quando non mi sento più troppo frastornata, provo ad alzare lo sguardo: "Ali.. ti prego, so che ho sbagliato, ma ho una spiegazione. Ti prego, ascoltami."
Lei non risponde; si limita a fissarmi con sguardo gelido, perciò io provo a comiciare un discorso.
"Io ecco.. non saprei come spiegare. È un po'complicato ma magari.. cioè, tu eri qui e mi hai detto.. ma non centra.." mi rendo conto che sto balbettando frasi sconnesse e prive di senso, ma sono nel pallone e il panico mi chiude i polmoni.
Guardo negli occhi la mia migliore amica e mi ricordo delle parole di James: se in questi due mesi io e Allison abbiamo davvero costruito delle basi solide per un rapporto vero, posso spiegarle tutto e lei capirà.
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JUST LIKE A THUNDERSTORM || Cameron Dallas||
FanfictionAnna è a New York per dimenticare un passato che la tormenta e che deve rimanere in Italia, quel posto che un tempo amava tanto. Il piano? Diventare invisibile. E ci riuscirebbe alla grande! Se Cam, come una tempesta, non stravolgesse tutto quello...