*12*

374 26 2
                                    

Dopo aver salutato Allison, che doveva andare a trovare i suoi nonni a Staten Island, e Ashley, che doveva tornare al lavoro, mi dirigo velocemente verso la quarantesima strada.

In realtà sono abbastanza vicina, perciò non ci metto molto.

Entro da Starbucks e subito mi avvolge un profumo intenso di caffè e dolci.
Vedo Dylan seduto con Max su due poltroncine in un angolo e li saluto con la mano.

"Anna, cosa ci fai qui?" Mi domanda Dylan.

Ma come? È impazzito?
"Dylan, mi hai chiesto tu di venire qui, nel messaggio mi hai detto che era importante..." gli ricordo.

"No, io non ti ho scritto nulla.." dice, andando a controllare le sue conversazioni e scoprendo che in realtà mi ha scritto proprio così.

Alza lo sguardo verso Max e sembra arrabbiato: "Io ti uccido presto o tardi!"

Max sorride tranquillo, per niente preoccupato dalla minaccia: "Anzi! Mi dovresti ringraziare amico.. Ora io devo provare a invitare una ragazza al ballo! Ditemi buona fortuna.."

"Buona fortuna." Diciamo io e Dylan contemporaneamente.

Dopo che Max se ne va, tra me e il mio amico si fa strada un silenzio imbarazzato.

"Allora.." dico dopo un po' "cosa volevi dirmi?"

"Ehm, io non.. io non so come dirtelo.. cioè chiedertelo, cioè domandartelo, cioè.."

È completamente nel pallone e io mi sento male per lui.

"Dylan, tranquillo! Dimmi, con me puoi parlare.." cerco di rassicurarlo.

"Mi chiedevo, sai, Halloween.. be', c'è un ballo a scuola, come ogni anno.. e io ecco, mi piacerebbe sapere.." fa una pausa e prende un respiro profondo "mi piacerebbe sapere se ti va di venire al ballo con me."

Quasi non ci credo: un ragazzo carino, gentile, semplice e intelligente che mi chiede di andare insieme al ballo di Halloween: cosa ho fatto per meritarlo?

Probabilmente ci sto pensando un po'troppo perché Dylan abbassa lo sguardo e comincia: "Tranquilla. Capisco che te lo abbia già chiesto qualcun altro e che tu non voglia venire con me. Scusa: non avrei nemmeno dovuto chiedertelo.."

"Dylan aspetta." Lo fermo subito. "Scusami se ci ho pensato troppo: avrei dovuto dire immediatamente sì, ma mi sono persa a pensare a che ragazzo meraviglioso sei."

Il suo sguardo si illumina e lui mi sorride: "Non pensavo che avresti accettato.."

"Come ti viene in mente? Con chi dovrei andare se non con te?" Gli sorrido io.

Sono felice di aver reso un mio amico così contento e sono felice di avere un accompagnatore per il ballo, ma questo momento finisce troppo in fretta.

Dopo pochi minuti in cui Dylan mi spiega che ha intenzione di vestirsi da incubo, mi rendo conto di avere tre chiamate perse da mia sorella.

La richiamo subito: non è da lei telefonare in modo assillante.

"Sofi, che c'è?" Le domando, appena rispondo.

"Anna qui c'è un tizio, mi ha ordinato di non dirti chi è... ma mi ha anche detto che non se ne andrà fino a quando non avrà parlato con te. Penso che tu debba venire."

Il panico mi gela le vene: potrebbe essere chiunque e anche qualcuno di molto pericoloso.
Dal tono tranquillo di mia sorella non sembra, ma lei è una delle persone più coraggiose che conosco: potrebbe benissimo essere in pericolo di vita e mantenere il sangue freddo.

JUST LIKE A THUNDERSTORM || Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora