26. False Aspettative

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VIOLA

"Viola, ma qua mi vede se entra!"

Spengo la luce principale e accendo solo l'abatjour vicino al comò, quella più lontana da dove è nascosto. Mi metto vicino l'ingresso della stanza, e cerco di capire quale sarà la prospettiva di Ale se mai aprirà questa benedetta porta.

"Spostati un po' a destra"

In qualunque modo si metta, Fede si vede.

Continuo a farlo spostare a sinistra e destra di pochi centimetri.

"Inutile, ti si vede anche così!"

Lo vedo sbuffare. E' spazientito lo so, ma dovrebbe ricordarsi che lo stiamo facendo in primis per lui.

"Che asciugooooo"

"Eh???"

"Che asciugo!"

Continuo a non capirlo.

"Ma che stai dicendo, parla italiano"

"Che mi stai rompendo le palle"

"Shhhhh, che ti urli!"

Mi guarda con aria innocente, sorride e gli si creano quelle pieghe deliziose ai lati della bocca.

"Oh ma tu me l'hai chiesto"

"Si ma parla piano, Ale potrebbe essere qua da un momento all'altro"

Guardo e riguardo la stanza, e mi è chiaro che di soluzione ce n'è solo una. Non so come dirglielo. Inspiro e prendo coraggio.

"Fede devi andare sotto il letto"

Mi guarda incredulo per ciò che gli ho appena detto.

"Ma non se ne parla. Io li sotto? Scordatelo!"

"Ma è pulito!"

" Vuoi che muoia d'ansia?"

Ancora non riesco a realizzare quante fisime abbia. Sentiamo una chiave girare nella serratura. Ci guardiamo impauriti, è mezz'ora che cerchiamo un posto adatto dove nasconderlo e ancora non l'abbiamo trovato. Mi metto una mano nei capelli, che casino.

"Viola, dove sei? Dormi?"

La voce di Ale arriva flebile dall'ingresso, la sento spostare uno sgabello della cucina. Perfetto, ho ancora qualche secondo per completare la messinscena.

"Cerca di stare addosso al muro più che puoi. E non muoverti di lì finché non te lo dico io, qualunque cosa accada!"

Fede è immobile al lato dell'armadio, incollato al muro. Con un po' di fortuna Ale non andrà a guardare proprio lì. Mi guardo allo specchio, mi scompiglio un po' i capelli per rendere più credibile la situazione.

La trovo poggiata sul bordo della penisola, i suoi lunghi capelli neri le coprono il viso. Nella stanza si sente solo mormorare, le sto quasi accanto quando riesco a distinguere qualche frase in tutto quel mugugnare da sola.

"Pensava di farla franca!"

"Ma chi?"

Mi siedo e cerco di interpretare il suo discorso.

"Come se io fossi una ragazzina sprovveduta" - batte la mano aperta sul piano dove è appoggiata con i gomiti - "Ah ma adesso, ti faccio vedere io!".

Niente, sembra stia delirando.

"Ma cosa?!"

Non mi sente nemmeno.

"Pezzo di idiota!"

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora