60. Bottiglie Rotte

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VIOLA

"A noi"

Cin Cin

Con la coda dell'occhio sbircio Federico seduto a solo qualche metro da noi. Sento il suo sguardo addosso come un raggio laser rovente regolato all'ennesima potenza. Mi sembra che persino la sedia stia per andare a fuoco, oltre a me ovviamente. Centro solo per miracolo il calice di Marco. Sono finita in una dimensione parallela dove i suoni sembrano ovattati e lontani. Mi sembra impossibile concentrarmi su qualsiasi tipo di conversazione e mi limito per qualche minuto ad annuire come un automa.

Ora qualcuno mi dovrebbe spiegare come è possibile che, in una città grande come Roma, piena zeppa di qualsiasi posto dove mangiare, io e lui siamo finiti nello stesso ristorante. Sembra che qualcuno ce l'abbia con me, ogni volta che sembra stia uscendo dalla mia vita il destino me lo rimette sulla strada.

Non smette di fissarmi. Ed io me la prendo con il tovagliolo strizzandolo all'inverosimile. Mi rende la vita impossibile. Gli chiedo mentalmente di non fare nulla di sconsiderato che possa rompere il mio precario equilibrio.

Ti prego Fede.

"Hai caldo?"

"Perché?"

Il mio tono è stato decisamente acuto, il tipico di chi viene colto in fallo. Se mi distraggo di nuovo e rispondo ancora così ci sono alte probabilità che Marco s'inizi a fare qualche domanda. Non è l'ultimo degli scemi. Lancia uno sguardo fugace per sondare la sala e poi torna a concentrarsi sul mio viso.

"Sei diventa rossa"

Ecco, ora che l'ha detto ad alta voce il mio colorito diventerà ancora più evidente nel giro di pochissimo. Non mi serve nemmeno guardarmi allo specchio per capire che le mie guance sono in fiamme. Beate quelle donne che riescono a camuffare le proprio emozioni, le invidio davvero. A volte mi sembra di essere trasparente come un libro esposto al mondo intero.

Devo cercare di darmi un contegno, posso farcela.

Respira a fondo. Uno, due. Butta tutto fuori. Respira di nuovo. Ok credo di esserci.

Ma i miei occhi decidono da sé dove andare e si soffermano di nuovo sul Coso Dipinto. Mi sento avvampare di nuovo. Sembra che ogni sforzo sia vano.

"Beh in effetto fa un po' caldo, credo mi toglierò la giacca sai?"

Marco si gira per appenderla alla sedia ed io ne approfitto per raccogliere le idee. Devo cercare subito un argomento su cui buttarmi a capofitto per cercare di distrarre la mia mente. Vedo il Menu poggiato sul tavolo, potrebbe essere il momento giusto per ordinare.

"Hai deciso cosa prendere?"

Marco apre e chiude il suo. Mi guarda pensieroso e poi mi sorride teneramente.

"In realtà no, forse è meglio farci consigliare perché ad essere sincero non saprei dove mettere mani"

Fa un cenno al cameriere, che in qualche secondo si avvicina e con estrema educazione e diligenza inizia a consigliarci cosa prendere per cena, elencando tutte le dodicimila pietanze di cui dispone la cucina di questo posto. Ne avrò capiti al massimo tre. Decidiamo di fidarci, in fondo non è che abbiamo così tanta scelta.

Abbiamo superato da poco l'antipasto e contro ogni più funesta previsione la serata sta invece scorrendo più o meno tranquillamente. Federico è confinato lì al suo tavolo e oltre a fissarmi con uno sguardo indecifrabile non sta facendo niente di assurdo. Ma sento nell'aria come se si stesse caricando una tempesta, e questa sensazione mi preoccupa non poco.

"Stasera sembri distratta?"

"E' una tua impressione!"

Sorrido al cameriere che poggia sul tavolo nostri primi piatti fumanti, sembrano deliziosi dall'odore, anche se io questa sera non ho molto appetito. Marco mi sta raccontando i dettagli della sua promozione quando dal privè arriva una specie di esplosione. Ci giriamo contemporaneamente e vediamo un componente del tavolo di Federico con in mano una enorme bottiglia di champagne.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora