FEDERICO
"Cavolo il treno!"
Viola si alza di scatto, facendomi prendere un colpo. Tutto il relax accumulato dormendo addosso a lei si è dissolto all'istante. Ho un cerchio alla testa pazzesco, devo aver esagerato ieri sera.
Ho un po' di confusione su cosa sia successo. Ma una cosa mi è molto chiara, ed ora che ho davanti il suo viso imbronciato, il ricordo è ancora più vivido nella mia mente.
L'ho baciata.
Vorrei autoflagellarmi, sono un cazzone. Se si fosse svegliata e se ne fosse accorta avrei causato un bel casino, in pieno stile Federico.
"Ecciùùù"
"Salute"
Ecco affiorare un altro ricordo. Forse l'idea del bagno della Jacuzzi non è stata una delle migliori, ci siamo entrambi buscati un bel raffreddore.
Chiara non avrebbe mai acconsentito ad una tale pazzia.
"Siamo svenuti, sono le due! Tra un'ora e mezza ho il treno per Roma"
E' totalmente impanicata. Ed io altrettanto deluso, ma non glielo dico. Pensavo che avremmo passato la giornata insieme.
La vedo rotolare via dal letto come una scheggia, non senza essersi prima aggiustata la maglia che comunque non arrivare a coprirle il suo sedere tondo e non troppo stretto, specialmente adesso che ha iniziato a correre verso il bagno.
Fede cazzo fai? Guardi il culo ad una tua amica? Se è per questo l'ho anche baciata! Ma lei non lo sa! O si? Fa finta?! Sei pentito?
Cerco di uscire dal vortice di questi dialoghi interiori da schizofrenico e la raggiungo. E' in bagno, seduta sul bordo della vasca, piegata in avanti intenta ad raccogliere i suoi panni ancora bagnati.
Lo so non dovrei, e mi sento quasi un maniaco ma dalla scollatura della mia maglia s'intravede l'attaccatura del suo seno. Mi sembra di essere entrato in un circolo vizioso. Più m'impegno, più i miei occhi non possono fare a meno di finire lì, più penso a stanotte quando per sbaglio l'ho sfiorata proprio in quel punto.
E' stato strano. Non mi sarei mai permesso di farlo volontariamente, ho rispetto di lei. Nella mia vita ho "sfiorato" mille paia di tette, ma stavolta farlo mi ha reso davvero difficile addormentarmi.
"Sono ancora fradici, cosa cavolo mi metto ora per andare via?"
Mi guarda con quegli occhioni azzurri, giganti, lucidi, delusi. Il fatto che lei abbia un problema mi rende irrequieto. Devo trovare una soluzione.
"Ti presto qualcosa di mio?"
"Hai qualcosa che si abbina al tacco 12?"
Mi sventola le sue scarpe davanti al naso. Mi viene da ridere, e non riesco a non farlo. Cerco di guardare altrove. E' una situazione tragicomica.
"Ecco vedi il solo pensiero di associare i tuoi vestiti alle mie scarpe ti fa ridere. Pensa se mi vedessi indossarli. Pensa quando mi vedranno arrivare quelli dell'Hotel. Che figura del cavolo"
Si tira i capelli indietro con le mani. Seguo quel movimento ipnotizzato. Li ha lasciati ancora sciolti. Ieri per farla incazzare le ho detto che lo aveva fatto per me, ma sinceramente non lo penso.
Forse appena conosciuti sarebbe stato così. Perché io ero Fedez e lei solo una mia grande fan, e tremava solo ad avermi vicino nonostante cercasse di fare la distaccata.
Non sono scemo, so che affetto faccio. Ma ora che mi ha conosciuto come persona ho l'impressione di aver perso quella speciale influenza che avevo su di lei.
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Fiori di Ciliegio || Fedez FF
FanfictionLui è il sogno di molte, geniale, sulla cresta dell'onda. Lei infinitamente normale. Lui calca palchi e scrive canzoni. Lei passa le giornate tra scontrini e clienti molesti. Lui un rapper da disco di platino. Lei una commessa part-time. Lui sta...