29. Fumo dolciastro

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VIOLA

Sono stata all'Auditorium della Musica qualche anno fa per un concerto. Era stata una serata pressoché perfetta, una delle poche in quella tempesta in cui la mia relazione si era trasformata.

Mi ricordo ancora le emozioni provate in quell'occasione. Non tanto per chi c'era sul palco, ma per chi aveva affianco a me. Era più incredibile di qualsiasi cantante al mondo per me, la mia star personale, il mio idolo quotidiano.

A volte mi fermo a riflettere sulle dinamiche delle relazioni, sono inspiegabili, succede ad un tratto che la persona per te più intima diventi quella più lontana. Da centro gravitazionale ad estraneo totale, senza che si possa far niente. Nel mio caso, credo di avere fatto qualcosa. Anzi di aver fatto tutto ciò che era in mio potere. Ma evidentemente non è bastato. Ma questo non è il momento per stare qui a rimuginare sul passato.

L'evento inizia tra più di un'ora e mezza ma le fan più accanite come al solito saranno arrivate da ore e ore nella speranza di trovare la posizione migliore per godersi lo spettacolo e magari con un po' di fortuna di incontrarlo prima che il tutto inizi. Non dico che non ho più l'età per farlo, perché mi ci butterei ancora a lì a sgomitare per la prima fila. Sono gli impegni lavorativi e tutte le rotturw della mia vita da "grande" che spesso me lo impediscono.

Sì, ho deciso di venire. Non potevo rimanere a casa e saperlo qua. Conoscendomi, me lo sarei rinfacciato per mesi.

Rimango spiazzata quando avvicinandomi ai cancelli scorgo ancora una fila lunghissima. Evidentemente li hanno aperti tardi. Questa sera però io ho un'arma segreta, e la cosa mi rassicura. Mi tocco al collo e seguo il cordoncino fino ad arrivare al quadrato plastificato. Il mio Pass backstage, quanto ho sognato di averne uno. Lo tengo nascosto custodito sotto la maglia come se qualcuno all'improvviso potrebbe rubarmelo o come se fossi imbarazzata di portarlo al collo. A pensarci bene forse non dovrei fare nemmeno la fila di qui per entrare con questo, ma nella mia ignoranza più totale in merito preferisco seguire la solita procedura.

Mi metto in fila e aspetto il mio turno. Mi guardo intorno e vedo tanto ragazze di varie età vestite in maniera molto succinta e provocante, credo nella speranza di guadagnarsi uno sguardo da parte del Coso Dipinto. Credo sostanzialmente non abbiamo capito ancora com'è fatto.

Poi nella mia mente si proietta l'immagine di lui con il drink nella mano sinistra e con quella destra poggiata sul finale della schiena di Claudia. Forse sono io che ancora non ho capito come è fatto. Forse dovevo vestirmi anche io così, ma non sono qui per attirare la sua attenzione. O meglio non vorrei essere notata da lui perché svestita.

Nella fila provano più volte a superarmi, li lascio fare forte della mia arma segreta. A proposito ma cosa dirò quando arriverà il mio turno ?! Mi sento un'idiota a cacciar fuori questo cartellino. Adocchio un gruppo di ragazze molto sfrontate che si fanno largo in un modo poco ortodosso tra la fila, credendo di essere furbe.

Mi distraggo un attimo nel guardarmi intorno e non avanzo subito di quei pochi passi nello spazio libero che mi si era creato di fronte. E come me, fa lo stesso una ragazza esile e bionda che mi è affianco. Manco a dirlo il gruppo delle ragazze di prima gli piombano addosso e quasi la fanno cadere.

"Ehi attente!"

"Se facciamo tutti così entriamo domani"

Ma senti che impertinente, mi verrebbe voglia di darle due schiaffi. La ragazzina bionda, nonostante la sua altezza la porti in una posizione di superiorità, è in difficoltà. Fortunatamente è fatta di un'altra pasta.

"Mi ero distratta un secondo"

Continuano a mantenere quell'atteggiamento strafottente nei suoi confronti, mi sta venendo l'orticaria.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora