32. Il mio inferno è un Hotel

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FEDERICO

Mi sento tirare indietro per le spalle con forza.

"Ma che fai?

La frase brusca e intimidatoria mi colpisce dritto al cervello. E' come secchiata d'acqua gelida. Nonostante il frastuono che invade il locale nella mia testa s'interrompe la musica, la realtà intorno a me da sfocata si fa improvvisamente nitida.

Per un attimo incontro degli occhi azzurri, grandi. Confusi, spaventati. Non ho tempo nemmeno di riflettere, di capire, che quello sguardo fugge via. Insieme alla ragazza a cui appartiene.

Viola.

Mi giro e vengo attraversato da un'occhiata severa di Luca, capisco di aver fatto una gran cazzata.

"A volte ti comporti da vero stronzo!"

"Luca ti giuro non volevo farle male, volevo solo salutarla!"

Scuote la testa come a dire, sei un caso impossibile.

Lo sapevo che prima o poi avrei fatto qualche stronzata anche con lei, rischiando seriamente di rovinare tutto. Una persona normale che al mio fianco non mira solo a mettersi in mostra, ed io faccio il mio solito. Sento di dover far qualcosa, chiederle almeno scusa. Non voglio che pensi di me che sono un coglione esaltato, come tutte le persone che mi giudicano senza conoscermi. Non lei. Mi giro di scatto e m'indirizzo per lasciare il privè e seguirla.

"Ma dove pensi di andare?"

Luca mi blocca di nuovo.

"Vado a cercarla!"

La sua presa è salda, vuole essere convincente.

"Lasciala andare, hai fatto già abbastanza per stasera. Vuoi peggiorare la situazione?"

Di solito mi dà tremendamente noia non essere compreso, ora mi fa persino male. In più c'è la mia testa che non smette di andare contro il mio bisogno di essere lucido.

"Cazzo ti ho detto che non volevo!"

"Glielo dirai, ma non ora. Sei ancora ubriaco non ti senti ?!Cerca di limitare i danni. Ascoltami, non fare di testa tua. Torna a sederti sul divano, sta pure arrivando la torta"

Lasciarla che si metta in salvo da me, forse è davvero giusto così. Meglio un'amica in meno che una vittima in più.

La mia voglia di festeggiare è decisamente passata. Mi guardo intorno stralunato, sono circondato da ragazze pronte a tutto per farsi notare da me. Belle, perfette, provocanti, accessibili. Mi basterebbe schioccare le dita per averne una come e quando voglio, anche su questi divanetti del cazzo. Il potere della fama è incredibile e oramai ne sono consapevole.

La rossa con il seno in bella mostra vicino Sopre per esempio: potrei andare lì, palparla e non avrebbe problemi a lasciarmelo fare. E le due ragazze more di fronte a me, con quei vestiti così corti che riesco a vedergli tra le gambe. Non giurerei che portino le mutande. Fatto non propriamente casuale credo.

Ormai le principesse sono tutte delle Barbie, e noi siamo finti e persi come i loro sguardi.

Sarebbero pronte ad abbandonare la loro dignità per pochi minuti con me. Di solito avrei provato gusto a stare qui in mezzo. Prima di Giulia ne ho passate di serate così, giochi consenzienti con tipe del genere.

Penso a Denny, e sorrido tra me e me. Mi è sempre piaciuto condividere i privilegi del mio successo con gli amici. Ci siamo tolti un sacco di soddisfazioni insieme, come farebbe qualsiasi ragazzo sfigato che all'improvviso si vede piovere addosso donne di ogni tipo che non si sarebbe mai sognato altrimenti. Solo perché sulla vetta del successo.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora