61. Nessuna canzone d'amore

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VIOLA

"Ma non poteva portarlo giù Alessandra?"

"No, mi ha scritto che rimaneva a dormire da Davide!"

Ho chiesto a Marco di accompagnarmi a casa mia con la scusa di dover portare Zed a fare i suoi bisogni. In realtà è un modo come un altro per chiudere la serata prima che prenda pieghe strane. Sento che il vino sta producendo i suoi effetti, e nonostante io stia cercando di mantenere le apparenze, sento che non riuscirò a farlo ancora a lungo. E non vorrei dire o fare qualcosa di sconsiderato.

Appena metto piede dentro le mie quattro mura, respiro a pieni polmoni l'odore di casa e mi sento di nuovo al sicuro. La mia gola è secca all'inverosimile e sta implorando pietà, lascio Marco sulla porta e ondeggio verso la cucina in cerca di un bicchiere d'acqua. Non mi è sembrato mai così difficile riuscire a fare qualcosa di così stupido. Mi pesa la testa e mi sembra quasi impossibile anche solo mettere un passo dopo l'altro. Ho bevuto troppo per i miei limiti, e per i miei gusti. E non è da me.

Sento le sue braccia cingermi improvvisamente la vita, ma nessun voglia strana attraversa il mio corpo se non quel bisogno impellente di allontanarmi da lui e di respingerlo. Anche stasera. Soprattutto stasera. Non è colpa sua, ma solo mia. Non sono in me e mi sembra di odiare tutti: lui, Federico, tutte le cose non dette e non fatte e questo cazzo di sentimento deleterio chiamato amore. In più le sue mani addosso mi sembrano quelle di un estraneo che non hanno diritto di esservi e nonostante io ci stia provando, non ce la faccio proprio a superare questa mia stessa convinzione.

Federico non mi ha creduto, e forse non ci crederei nemmeno io se me lo avessero raccontato, ma tra me e Marco non è davvero ancora successo niente in quel senso. Ormai è un mese che dribblo ogni sua avance "fisica", e lui pazientemente aspetta che io sia pronta. Come quando eravamo ragazzini. Ma mentre allora attendevo quello che secondo me sarebbe stato il momento giusto, ora sto solo ritardando quello in cui realizzerò di non essere mai pronta per lui. Lo so già.

Allora perché ti ostini a frequentarlo? Che senso ha camminare al fianco di qualcuno se poi non ci vuoi raggiungere nessuna destinazione insieme?

Credo di poter impazzire continuando di questo passo.

"Vieni a dormire da me, da noi. Come ai vecchi tempi!"

Me lo sussurra con fare sensuale nell'orecchio, ma il solo pensiero di rientrare in quella casa, dove abbiamo convissuto fino a naufragare insieme miseramente, mi fa mancare il pavimento sotto i piedi. Proprio non posso. Non ora almeno. Mi serve del tempo.

Bugiarda.

Mi sento una stronza, perché è come se Marco ogni giorno mettesse un mattone sopra l'altro per ricostruire le fondamenta del nostro nuovo rapporto, mentre poi io ogni notte disfo tutto. Come Penelope e la sua tela. Devo essere proprio brilla per pensare a questi paragoni. Lo guardo muoversi tra le mie cose e mi sforzo di trovare in lui quel qualcosa da cui prima dipendevo e che ora non riesco più a vedere.

"Sono a pezzi, non mi va di riuscire di nuovo!"

"Possiamo restare anche qui!"

Non era questa la mia intenzione Marco, perché non lo capisci?!

"Tanto a quanto ho capito Ale rimarrà a dormire dalla sua nuova fiamma stanotte no?!"

Accompagna la sua ultima frase lasciandomi un inequivocabile languido bacio sul collo. Quel senso di umido sulla pelle m'infastidisce oltremodo. Non so come uscire dalla situazione. Forse basterebbe dire la verità, ma stasera non mi sento particolarmente sincera. La stanza mi gira intorno, la sua voce mi rimbomba nelle orecchie. Le tempie mi battono ad ogni movimento. Vorrei solo che se ne andasse e al più presto.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora