59. Vecchie abitudini

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VIOLA

Mentre Bea continua a raccontarmi della sua ultima discussione con Luca, sento nella tasca destra del giubbotto un peso strano che non mi è familiare. Tasto e ne riconosco la forma, sono semplicemente le chiavi della macchina.

Perché le ho messe qua?

Il rumore della metro in arrivo fa sì che una valanga di persone si riversi improvvisamente sulla scalinata. Io e Bea veniamo sballottate da una parte all'altra e forse no, non è il momento migliore per tirarle fuori e rimetterle in borsa. Sfidando il senso di marcia del resto delle persone continuiamo a salire stoicamente le scale. Appena siamo in cima, le prendo.

Un momento. Non sono le mie!

Chi cavolo ha una Opel?

Carlotta, cavolo!

Devo assolutamente riportargliele, non posso lasciarla senza. Se succedesse qualcosa a suo figlio e dovesse correre da lui e non potesse per colpa mia non me lo perdonerei mai.

"Insomma hai capito? Secondo te è normale?"

"Eh?"

"Come Eh?"

Non so se sia più grave dirle che non la stavo ascoltando o che sto per abbandonarla perché devo tornare in negozio.

"Viola ma mi stai ascoltando?"

La prenderà malissimo lo so, ci tiene troppo ad incontrarli. Ma non deve venire con me, lei può, anzi deve restare.

"Devo tornare indietro!"

"Tornare indietro?"

"Sì, per sbrigarmi prima mi sono sbagliata. Mi sono infilata il giacchetto di Carlotta!"

Si mette una mano in fronte a commentare la mia solita ennesima distrazione. Restiamo ferme nel flusso continuo dei pendolari che scorre intorno a noi.

Se fosse stata Ale mi avrebbe già dato dell'idiota, lei no. Anzi più che colpevolizzarmi so che sta cercando già una soluzione. Peccato non ci sia, perché non ho il coraggio di dirle il resto. Non ho solo il giacchetto della mia collega.

"Vabbè non penso morirà se per oggi usa il tuo!"

L'adoro per aver detto questa cosa, per voler sdrammatizzare ogni volta.

"Peccato che aveva lasciato le chiavi della macchina nel suo"

Gliele sventolo davanti. Lei le prende al volo e se le rigira tra le mani.

"Non ci credo!"

"Dai mi sbrigo e torno, tu intanto prendi anche per me il Cd e aspettami lì"

Leggo nei suoi occhi tutta la preoccupazione del mondo, ed ha ragione. Ci vorrà comunque un po' pe andare a tornare.

"E se non fai in tempo?!"

Si vede che era destino che andasse così. Era scritto che non dovevo rincontrarlo oggi.

"Pazienza sarà per un'altra volta. Mi dispiace solo che dovrai fare la fila da sola"

Me la immagino in mezzo a quella folla urlante e mi viene il magone. Aggiungiamo un altro senso di colpa ai tanti che già ho.

"Sbrigati a tornare!"

Metro B, dieci fermate, venti minuti. Mi siedo e penso che in qualsiasi altro momento avrei trovato un miliardo di soluzioni per far avere le sue chiavi a Carlotta. E senza che nessuna di queste comportasse allontanarmi dal posto in cui avrei potuto avere l'occasione di passare due secondi con Fedez. Tra l'altro senza che nemmeno lui si accorgesse di me.

Fiori di Ciliegio || Fedez FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora