Capitolo 11 - Paura di perderti

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Buio. Nessuno con cui parlare. Ho paura. Mi sembra di essere su un lettino, ma non ne ho la certezza perchè i miei occhi non vogliono aprirsi.

All'improvviso comincio a ricordare cos'è successo appena sono svenuta:
Sento Prim urlare :-MAMMA!-. -Haymitch, tieni Prim, io corro in ospedale!- ordina Peeta, prendendomi in braccio. Mia figlia sta piangendo mentre guarda suo padre portarmi via. Sono sporca di sangue dappertutto. Mio marito sta correndo più veloce che può e ha le lacrime agli occhi. -Mia moglie ha bisogno di aiuto!- urla appena entrato in ospedale. Lui mi appoggia su una barella, mentre io sono ancora svenuta. Mi trasportano in tutta fretta in una sala. -Dobbiamo operarla d'urgenza, altrimenti il bambino non ce la farà!- urla il dottor Webber. Inniettano nel mio corpo un'anestesia e sprofondo nel buio più totale.

Il mio bambino è in pericolo e non posso fare niente per aiutarlo. Devo fidarmi del dottore, altrimenti avrà fatto tutto invano. Non sento male, sento solo che sono inutile. Ho il terrore che mio figlio non sopravviva.

Dopo vari tentativi, riesco finalmente ad aprire gli occhi. Sono in una stanza bianca. Di fianco a me c'è una sedia occupata da Peeta, che ha in braccio Prim. Davanti al letto, sopra a un divano, ci sono Haymitch, Henri, Effie e mia madre, che mi chiede :-Hei tesoro, come stai?-.

Non lo so. Non so più niente. Decido di non rispondere. -Non ci hanno detto niente del bambino...- mi informa Peeta. In questo momento vorrei essere morta. -Hai perso molto sangue mentre ti portavo qui...- continua mio marito. Una lacrima solca le guance di Prim. Non oso immaginare come si sia sentita fino adesso.

Sento i passi di qualcuno avvicinarsi alla stanza. Il dottor Webber entra con una cartellina in mano e comincia a parlare :-Signora Mellark, ho qui tutti i risultati dell'operazione. In breve le dico che dovrà rimanere sotto controllo per un po' di tempo, visto tutto il sangue che ha perso...- gira il foglio e continua -...Il bambino è nato, ma è prematuro. Non sappiamo ancora se sopravviverà. Ora è nell'incubatrice ed è sotto osservazione da alcune infermiere. Se vuole glielo portiamo, così può vederlo-. L'unica cosa che riesco a dire è :-Portatemelo-.

Ho paura di non poter crescere mio figlio. Cosa farò se non sopravvivesse? Peeta si è accorto che sono pensierosa allora mi chiede :-Amore, come ti senti?-. Io scoppio a piangere sulla sua spalla. Non ce la faccio più. Prim mi sta guardando con le lacrime agli occhi. Vorrei essere forte per lei, ma non ci riesco.

Adesso stanno facendo entrare il mio bambino. Portano l'incubatrice di fianco al mio letto e io lo osservo bene: è così piccolo e indifeso. -Posso prenderlo?- chiedo a un'infermiera. -Sì, ma non per molto tempo- risponde. Lo prendo in braccio e comincio a cullarlo. -Guarda il tuo fratellino, Prim- la faccio avvicinare. -Come lo chiamiamo?- le chiedo. Lei lo osserva e poi risponde :-Mi piacerebbe Ryan...-.

Non è affatto un brutto nome anzi, è molto bello, mi piace proprio. -Benvenuto nella famiglia, Ryan Mellark- sussurra Peeta, accarezzandogli la sua minuscola testolina. -Potete lasciarmi sola con lui, per favore?- domando tristemente. Tutti escono dalla stanza, tranne l'infermiera, e io rimango con mio figlio.

Voglio dirgli tutto quello che provo in questo momento, perchè mi devo sfogare :-Ryan, piccolo tesoro mio, devi solo sapere che io e tutto il resto della famiglia ti vorremo bene, qualunque cosa accada. Io adesso ho paura, ma tu devi essere forte e non dovrai arrenderti mai. Devi continuare a lottare, per te stesso e per noi, perchè non vogliamo perderti...-. Ora sto piangendo. Ma cosa dovrei fare? Sono qui a parlare a mio figlio che è a metà tra la vita e la morte e sto malissimo. Mi stringe l'indice con la sua piccola manina e una mia lacrima cade sul suo nasino.

Ryan comincia a boccheggiare. Sembra che non respiri. -Signora, deve lasciarmi suo figlio!- mi ordina l'infermiera. -Cosa gli sta succedendo?- chiedo in lacrime. -Sta avendo un attacco cardiaco!- risponde, per poi strapparmelo dalle braccia. Improvvisamente entra il dottor Webber con un gruppo di infermieri. -Portatelo immediatamente in sala operatoria!- urla il dottore.

Tutti escono affrettati per salvare quella piccola vita, mentre io sto piangendo a dirotto. Perchè sempre a me? Mio padre e poi mia sorella, non posso perdere anche mio figlio. Il mio piccolo Ryan, che si è appena affacciato a questo mondo e che ora sta lottando per rimanerci.

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Salve a tutti!!
Anche se l'ho scritto io, questo
capitolo mi ha fatto stare male.
Povera Katniss! Ditemi che cosa
ne pensate, mettete una generosa
stellina e... Al prossimo capitolo :)
Sara

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