Mi guardo la scena di mia madre che corre da tutte le parti per colpa dei miei due fratelli maggiori, mentre io sono già pronta e sto facendo colazione con il latte e i cereali osservando la scena divertita, seduta comodamente sul divano.Mi raggiunge mio padre della cucina con una tazza di, molto probabilmente, caffè: la sua ordinaria colazione che gli serve a dare la carica.
Appoggio la tazza al tavolino basso, difronte a me, e anche papà mi imita appena mi si è seduto accanto .
Si gira verso di me e apre le braccia e, come al mio solito, mi ci butto a capofitto come quando ero piccola. È naturale tutto questo: è casa.
Mi chiamo Mia Niky e oggi sto per iniziare la terza superiore.
Daniel, mio padre, mi accarezza i capelli e io mi stringo di più a lui godendomi questo momento di pace.
-Andrà tutto bene, principessina- incomincia e io sorrido contro la sua maglietta aspettandomi il seguito del discorso-Se qualcuno prova a toccarti chiama papà, arriva subito.
Mi stacco un po' per guardarlo meglio nei suoi grandi occhi identici ai miei: verdi con qualche sfumatura sull'azzurro. Sono quei tipi di occhi in cui resteresti, ben volentieri, ore a osservarli da quanto sono magnetici.
-Papà, tranquillo, niente ragazzi fino hai trent'anni-scherzo alzando gli occhi al cielo. Adoro questo lato protettivo di mio padre.
-Ma anche di più-mi riferisce serio.
Lo guardo sbigottita.
Nella mia vita non ho mai avuto l'opportunità di capire veramente cosa voglia dire innamorarsi completamente di qualcuno per colpa del mio carattere è per il fatto che nessun ragazzo ci abbia mai tentato; ma mia madre continua a ripetermi che quando meno me lo aspetterò, arriverà e ne rimarrò stravolta, e non ci sarà modo di tornare indietro.
Vedo un piccolo sorriso farsi largo sul viso di mio padre e io, subito, gli tiro un pugno sul braccio, tanto con la mia poca forza non gli avrò fatto niente. Probabilmente il solletico.
Mi giro pronta a riprendere la mia tazza di latte, ma ben presto delle braccia muscolose mi avvolgono e mi tirano indietro.
-La mia bambina-afferma mio padre stringendomi al suo petto.
Non riesco a non sorridere e ben presto ricambio l'abbraccio: voglio un bene immenso a mio padre!
Qualche secondo dopo sento delle urla e poco dopo altre braccia mi avvolgono: i miei fratelli maggiori.
-Non respiro-strillo anche se in realtà sono molto divertita.
Ho una famiglia bellissima e ne sono così orgogliosa.
Tutti ci stacchiamo e guardo davanti a me dove c'è mia madre che sbuffa pesantemente, a lei non è mai piaciuto svegliarsi presto, mentre a me sì, insomma, di mattina si possono provare molte cose belle: sentire il canto degli uccellini, l'area pulita, il sole sorgere e con i suoi raggi riscaldare la propria pelle.
Mamma, il secondo dopo, si gira e si dirige verso la sua stanza, mio padre ben presto si alza e la segue tutto felice.
Mi giro sentendo del rumore e becco mio fratello, che si è seduto accanto a me, e lo vedo mangiare la MIA colazione!
-Hey, quella era mia-sbotto guardandolo male. Una cosa che non mi possono toccare è proprio il cibo: il mio unico amore, per il momento, è proprio il cibo.
-Hai detto bene: era tua- dice mentre mastica i cereali, tutto felice.
-Maiale, non si parla con la bocca piena-lo informo allontanandomi un po' da lui.
Lorenzo Niky, a parere delle mie amiche il più bello dei miei fratelli: capelli biondi lunghi ma che si raccoglie in una coda alta,
occhi verdi, lentiggini, alto quanto basta e abbastanza muscoloso.Ha ventun anni, è stato bocciato tante volte per colpa della sua iperattività e perché non sa mai quando è il momento di chiudere la bocca, comunque sia adesso sta per andare all'università: vuole fare il fotografo professionista. Che poi, questa passione c'è là fin da quando era piccolo, e la cosa mi rattrista perché io ancora non so cosa voglio fare della mia vita. È tutto un gran punto di domanda il mio futuro.
Sbuffo e mi giro verso mio fratello, Alan, che si è appena seduto al mio fianco con una tazza fumante di caffè che si è appena preso in cucina.
-Lory, fai davvero schifo-mi dà ragione e io sorrido, il mio fratello preferito.
Lui, ha ventiquattro anni e lavora in un ristorante, gli piace cucinare, e io posso garantire che cucina veramente bene. Per descriverlo non ci vuole molto, posso riassumerlo in tre parole: uguale a papà, forse un po' più calmo.
Mi alzo dal divano ormai troppo affollato e mi dirigo verso la scarpiera, vicino alla porta per uscire di casa, per prendere le superstar.
Ho anche un'altro fratello ma ormai lui non abita più con noi, ha ventisei anni e una dolce fidanzatina con cui condivide una casa e una, dolcissima, cagnolina che io adoro.
-Io vado, Lory vuoi un passaggio?-chiede Alan mentre si alza dal divano e va verso la cucina per lasciare la tazza.
-Si, pupetto- risponde quest'ultimo alzandosi a sua volta.
-Non chiamarmi così-lo ammonisce l'altro.
È così inizia il solito, monotono, battibecco tutto loro.
Lorenzo crea tantissimi soprannomi per ogni persona della nostra famiglia, tutti soprannomi che a noi stanno antipatici.
-Io vado-urlo per farmi sentire mentre metto la cartella sulle spalle e le chiavi in tasca come anche il cellulare.
Esco da casa e una tiepida brezza estiva mi solletica il viso portando i capelli indietro, sulla schiena.
Non sono in ansia per la scuola, non capisco il perché dovrei esserlo, anzi sono felice di tornarci al contrario di molte mie amiche che mi considerano pazza. Ma la verità è che mi è sempre piaciuto imparare cose nuove, scoprire cosa mi circonda e poi riesco a fare amicizia con tutti per mia fortuna.
Raggiungo la piazza vuota a causa dell'ora e vedo la mia miglior amica stravaccata sulla panchina di legno intenta ad appisolarsi, di nuovo.
Camilla Santiago, la mia miglior amica, ci conosciamo da sempre grazie al fatto che le nostre madri, a loro volta, sono state migliori amiche e lo sono tutt'ora. La nostra amicizia sarà per sempre, non riesco a vedere il mio futuro senza la sua presenza al mio fianco.
Lei non passa mai inosservata: capelli rossi ricci, occhi di un verde cristallo, pelle chiara, magra e abbastanza alta. È perfetta, e lei lo sa. Il suo difetto può essere per il fatto del carattere scontroso con tutti, nemmeno con me si risparmia, ma, ormai, ci sono abituata e la accetto.
Al suo fianco c'è Riccardo, il ragazzo di ghiaccio a mio parere, figlio del miglior amico di mia madre, totalmente identico a suo padre: capelli neri come il buio, occhi color della terra, alto più di me, abbastanza muscoloso e abbronzato.
Fumano entrambi, io ci ho provato una volta, senza farlo sapere hai miei sennò sarei rimasta in punizione a vita, comunque, fatto sta, che ciò provato ma non mi è piaciuto per niente, anzi lo trovo abbastanza inutile. Preferisco mille volte spendere soldi per le caramelle a forma di delfino.
-Hey-saluto raggiungendoli.
La testa rossa di Camilla scatta come il suo corpo.
-Sei in ritardo marmocchia-mi informa mentre prende il suo zaino nero da terra.
-Di poco dai, sto migliorando-cerco di sdrammatizzare mentre mi affianco a Riccardo.
-La prossima volta, se fai anche un solo minuto di ritardo, io me ne vado senza di te-confessa.
-Non lo faresti mai.
-Vuoi scommettere-ghigna vittoriosa.
Lo farebbe, lo so, la conosco.
Lei ha un anno più di me però frequenta la mia stessa classe: si è stata bocciata una volta.
Alzo il viso e vedo Riccardo sorridere di soppiatto, è strano vederlo sorridere, non lo fa mai, e quando lo fa, lo ammetto, mi fa un po' di paura.
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Cambiami la vita.
Romance#18 posto nelle storie d'amore 😍 (14 gennaio) #16 posto nella storia d'amore m(8 aprile) Vi ricordate il primo sguardo con quella persona? Mia Niky si ricorda perfettamente la prima volta che ha incontrato gli occhi del ragazzo che, piano piano, se...