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Ciao a tutti :)
Volevo solo chiedervi tante stelline, a questo capitolo ci tengo veramente tanto ❤️






Oggi non mi ha fatto nemmeno finire di studiare storia che mi ha costretto ad uscire di casa.

Mi ritrovo al solito parco mentre il sole è in alto nel cielo e un leggero venticello mi faceva danzare i capelli.

I bambini giocano con i giochi che il parco offre e non ho potuto far a meno di ricordare me quando venivo con i miei fratelli.

Con i miei tre uomini mi sentivo sempre protetta, come una piccola principessa.

Un giorno dovrei tornarci con loro e ricordare quanto siamo sempre stati felici. Per ricordare, insieme.
I miei tre guerrieri e allo stesso tempo principi dalla armatura bianca.

Sposto una ciocca dei miei capelli dietro al mio orecchio e abbasso la testa verso il ragazzo più bello di tutti. Semplicemente Emanuele Esposito.

I suoi occhi sono puntati sul cielo dove si trovano diverse nuvole bianche, di passaggio, si spera.

Dall'altro "appuntamento" mi sono presa un bel raffreddore e odio dormire con la bocca aperta.

-Sai, io non ho avuto un'infanzia-dice e senza guardarmi.

È sdraiato sull'erba, un braccio dietro alla sua testa e tutto il suo corpo è disteso.

Oggi ho notato qualcosa di strano: è taciturno. Non è sorridente e un po' assente, distante dal mondo circostante. Assente, insomma non il solito Emanuele.

È brutto vederlo in queste condizioni, fa male anche a me, tanto.

-Ho sempre dovuto badare alla mia sorellastra che poi non è nemmeno quello per me-continua a parlare senza nemmeno guardarmi-Per me, Siria, è stata come un'ancora di salvezza, l'unica ragione per lottare nella mia vita. Lei per me è una sorella a tutti gli effetti.

Il mio cuore mi si scalda e i miei occhi mi incominciano a pizzicare.

Avrei tanto desiderato rendere la vita del piccolo Emanuele migliore. Se esistessero le macchine del tempo, tornerei indietro e direi ad Antonella di essere una mamma esemplare per i suoi figli.

-Mia madre, da sempre, è stata una poco di buono-dice e nel suo viso vedo solo tanto disgusto-Non capisco perché non abbia abortito quando ha saputo di essere in cinta di me o di mia sorella.

-Non dire queste cose-riesco solo a dire, ho la voce spezzata.

Giuro, sto male io per quello che sta dicendo. Si sta sfogando con me però.

Vorrei stringerlo a me e dirgli che può contare su di me, ogni volta che vuole. Io per lui, anche se litigheremo, ci sarò sempre.

Punta i suoi occhi nei miei e li ritrovo freddi e lucidi, mi si spezza il cuore a quella visione. Il mio cuore mi si stringe.

Vedo che vorrebbe piangere ma non lo fa: è un ragazzo davvero forte.

Ancora una volta vedo come le nostre vite siano completamente le opposte: altre differenze tra di noi.

-È vero Mia, quando ero piccolo Antonella mi picchiava e dovevo badare io stesso per me-mi informa rispuntando i suoi occhi al cielo.

Una lacrima scende dal mio viso.

Posso solo immaginare cosa abbia potuto subire un piccolo bambino innocente. La vita di Ema non è stata per niente facile...

-Quando mia madre rimase in cinta di Siria, io avevo due anni circa, mi feci forza solo per quella piccola bambina e, anche se non volevo, mi occupai di mia madre come meglio potevo.

Gli uccelli cinguettano mentre i bambini gridano felici.

Adesso mi accorgo del peso che sta portando dentro Questo ragazzo, il peso che deve portare dentro tutti i giorni.

Lui non ha avuto un'infanzia come le altre è tutto per colpa di quella megera. La odio, come ha potuto fare questo a suo figlio ?

Non ha un cuore!

-Quando arrivò in casa le diedi tutto l'amore possibile, la feci crescere sotto la mia ala protettrice, volevo solo il meglio per lei, era, sai, il mio piccolo angolo di luce-mi confessa e sul suo viso si dipinge un sorriso amaro.

Mi vengono in mente un bambino piccolo stare con la sua sorellina e ridere insieme. Essere felici senza bisogno d'altro: solo loro. Loro contro il mondo.

Mi viene in mente una piccola Siria con accanto il suo fratellone, quei due hanno un bel rapporto.

-Antonella però tornava spesso a casa ubriaca e se la prendeva con la più debole, in questo caso, Siria. Quando la sentivo piangere accorrevo da lei e attiravo l'attenzione di quella "donna" così che la sua rabbia la prendessi io, solo ed esclusivamente io, Siria non doveva nemmeno toccarla-disse e la sua rabbia la sentivo anche io.  

Le sue mani strette a pugno.

-Però, alcune volte, non riuscivo a essere abbastanza forte-sussurra e chiude gli occhi.

Stringe forte gli occhi e una lacrima gli scappa dall'occhio sinistro.

Allungo una mano verso il suo viso e con un dito porto via la goccia d'acqua.

Mi abbasso verso di lui e lo abbraccio mettendo la mia testa sul suo petto e le mie braccia che circondano il suo petto.

Ben presto le sue braccia fanno la stessa cosa con me.

-Ema, tu sei più forte di quanto pensi-affermo alzando la testa.

I suoi occhi sono aperti e da essi continuano a far fuoriuscire lacrime tenute per troppo tempo dentro.

Siamo faccia a faccia, poco ci divide.

Abbasso la testa e metto le mie labbra su ogni sua lacrima per toglierla.

Lo vedo chiudere gli occhi e lo sento rilassarsi notevolmente.

Arrivo hai suoi occhi, ancora chiusi, e, infine gli bacio le palpebre.

Allontano la testa dalla sua e così riapre i suoi bellissimi occhi color del mare profondo.

Le mie mani sono sul suo petto così da tenermi su, le sue sul mio basso schiena.

I miei capelli ci tengono nascosti dagli sguardi dei curiosi.

-Sei forte-ripeto. Deve saperlo.

-Sai Mia, sono felice oggi, di essere nato, di essere qui, di aver sopportato tutto quel male, adesso sono qui, non con una persona a caso, ma con te-dice senza spostare la sua attenzione dai miei occhi.

Sorrido e riabbasso la testa per metterla nell'incavo del suo collo.

Gli bacio il collo, mentre la mia mano destra sul suo viso e lo accarezzo mentre l'altra e sul suo petto.

Mi stringe a se come se io fossi la cosa più importante per lui, e, forse, è proprio così.

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