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È domenica, di solito dovrei essere felice ma allora perché mi sento così a terra?

Da quando ho visto quei due insieme Emanuele continua a chiamarmi e a scuola ha provato ad avvicinarsi ma, grazie al cielo, ci pensavano le mie amiche a mandarlo via.

Giuro, questa volta non lo perdonerò.

Aveva ragione Camilla e Sheila, lui prima o poi si sarebbe stancato di me e sarebbe tornato da loro, così è stato. Io, alla fine di ciò, sono stata l'unica a rimanerne ferita come una stupida quale sono.

Mi stringo al petto il peluche di pezza e stringo gli occhi per non versare nemmeno una lacrima per quel cretino.

Alex aveva ragione: io e lui non siamo adatti per stare insieme, me lo deve mettere in testa.

Riapro gli occhi a mi tiro su, scendo dal letto e mi dirigo verso il bagno. Non mi guardo nemmeno allo specchio, sembrerò un mostro da quanto ho pianto.

Lego i capelli in una coda disfatta e esco dalla stanza per andare in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare, ne ho veramente bisogno.

Ieri sera io e le mie amiche siamo andati al Gerard e mi sono lasciata andare a un ballo sfrenato, siamo tornati a casa tardi e ho un sonno della Madonna.

Prendo il latte e lo verso nel bicchiere per poi metterlo a riscaldare.

I miei genitori sono tutti e due in sala: mia madre a guardare la televisione e mio padre a firmare dei documenti di lavoro.

I miei fratelli tutti fuori per fare non so cosa e, al momento, non m'importa.

Mentre bevo il latte tutta tranquilla qualcuno suona alla porta, probabilmente sarà la miglior amica di mia madre: di solito, la domenica, fanno qualcosa insieme.

-Oh, ciao-saluta mia madre quando apre la porta di casa.

Questa non è sicuramente Laura di solito l'avrebbe abbracciata e avrebbe riso, come ogni volta: sono ripetitive.

Allungo l'orecchio mentre sorseggio la mia colazione.

-Buongiorno, lei è la madre di Mia suppongo- sento dire e al suono di quella voce il mio cuore incomincia a battere più veloce.

Lascio giù il bicchiere e mi alzo dalla sedia.

-Si, lo sono, tu saresti?-Chiede Federica.

Mi avvicino alla porta e noto che anche mio padre non sta più guardando i fogli ma il ragazzo alla porta.

-Emanuele-dico io al suo posto mentre arrivo alla porta-Cosa ci fai qui?

Lo so perfettamente che non sono nelle miglior condizioni di essere vista ma al momento non è importante. Perché lui è qui ?
Cosa ci fa ?

-Entra pure-sorride mia madre-Io sono Federica.

Allunga la mano e lui la prende, mio padre si avvicina e si presenta a sua volta. Sembra di essere in quei film vecchi dove arriva il ragazzo alla porta di casa della fanciulla che ama per chiedere il permesso ai genitori di sposarla.

Conoscendo mio padre direbbe subito di no e lo manderebbe anche fuori di casa, rido a sol pensiero.

-Cosa ci fai qui?-ribadisco facendo tornare l'attenzione su di me.

Ema si gira e i suoi occhi incontrano i miei, la rabbia mi è già passata ed è tornato il sollievo.

Incrocio le braccia al petto, non voglio cedere così facilmente.

-Vorrei parlarti-dichiara facendo un passo verso di me.

-Puoi farlo anche qui-lo sfido guardandolo male.

Lui si morde il labbro e mi guarda disperato. Di qualunque cosa voglia parlarmi non lo farà davanti hai miei genitori, ne sono sicura.

-Si, puoi farlo anche qui-è d'accordo anche mio padre, non gli sta molto simpatico già lo vedo.

-Ma smettetela tutte e due, dai, andate a parlare in camera tua-esordisce mia madre guadagnandosi due occhiatacce da me e mio padre.

Non voglio averci più a che fare con Emanuele.

Sbuffo, prima mi dirà ciò che ha da dirmi e prima se ne andrà da casa mia e mi lascerà soffrire in santa pace.

Appena in camera mia chiudo la porta alle mie spalle e, appena mi giro, lo vedo intento a guardarsi in giro e sorride quando nota la parete delle foto.

-Adesso somiglia più a te-sussurra riferendosi alla prima volta che è entrato in camera mia, si avvicina a una foto di noi due.

Mi avvicino a mia volta e vedo che la stacca dal muro: la foto del nostro primo appuntamento.

In quella foto entrambi facevamo gli stupidi ma entrambi eravamo felicissimi: entrambi con le lingue di fuori, io avevo gli occhi chiusi e anche lui. Stavamo bene insieme.

Lui, in fin dei conti, oltre tutto, è sempre stato l'unico bravo a farmi sentire bene, felice.

Si gira verso di me e lo faccio anche io, tengo gli occhi sulla foto, sembra passato un'eternità.

-Vedi, in questa foto sorridevo e stavo bene dopo davvero troppo tempo in cui non lo ero-mi racconta.

Alzo la testa e incontro i suoi occhi. Mi mordo l'interno labbro.

-Non mi ero reso ancora conto di quanto mi stavi già cambiando, non mi rendevo minimamente conto di questo già eri diventata importante per me-continua e a me scappa un sorriso e lui lo ricambia.

Ed eccolo, come al solito, a risolvere ogni nostra litigata, a riparare tutto.

Attacca la foto al muro e si gira prendendo le mie mani nelle sue.

-L'altro ieri ero uscito con Sheila per chiedergli aiuto, e lo so che c'erano altre mille ragazze a cui poter chiedere un simile consiglio-mi informa abbassando la testa-Ma lei è una brava ragazza e sa ascoltare e dare buoni consigli: mi vuole bene e vuole solo che io sia felice, tu riesci a fare quest'ultima cosa.

Ogni sua parola la incido nel mio cuore, sono le più belle e importanti che lui mi abbia mai detto.

Non riesco fare a meno di sorridere e di trovare, per la prima volta, simpatica Sheila.

-Mi ha chiarito le idee, mi ha fatto capire tutto, mi ha tirato fuori quello che io avevo imparato a custodire solo per me, per paura di farmi del male nuovamente. Ma, adesso, sono qui per dirtela, vuoi saperla?-chiedo e io, ovviamente, annuisco-Mia, tu mi hai fatto tornare ad amare dopo veramente tanto tempo, ma non un amore simile a quello precedente, no, un amore più forte, più vero. Mia Niky, io ti amo.

E va beh, adesso ho un sorriso che parte da un orecchio e finisce dall'altro capo.

Mi ha migliorato notevolmente la giornata, probabilmente la vita in generale.

Slego le mani dalle sue e mi dò un pizzicotto sul braccio. È tutto vero, non è un sogno.

Finalmente mi ha detto cosa prova per me...

-Adesso dovresti rispondere-ride per sdrammatizzare.

Alzo la testa e noto i suoi occhi preoccupati, lo capisco si è messo a nudo per me.

Riprendo le sue mani nelle mie e le intreccio.

Non so se fargli un discorsetto con i fiocchi oppure andare dritto al punto.

-Cavolaccio amaro, ti amo anche io, da sempre-strillo scegliendo la seconda opzione.

Gli salto in braccio e lo bacio, lui intanto mi stringe a se.

Questo è l'inizio mio e di Emanuele, e non importa cosa è successo in passato, importa solo del presente e del futuro, insieme.

❤️❤️❤️
Raga, per quanto vorrei dirvi che è finito il libro, beh, non posso hahah.🙈

Cambiami la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora