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Sveglia, alzarsi di malumore, fare la cartella, fare colazione, scegliere vestiti abbinati, sistemare i capelli, lavarsi i denti e truccarsi decentemente. Sì, incominciavo ad essere stufa di andare a scuola.

Ieri sono tornata a casa con una manata sulla guancia che fortunatamente solo Alan aveva notato all'inizio, poi, grazie al correttore, non si è più potuta vedere.

Ho voglia di rivedere quel ragazzo dagli occhi spettacolarmente azzurri di cui mi sono innamorata dal primo sguardo.

Esco di casa con la musica delle littel Mix alle orecchie. "D.N.A" mi dà una carica che nemmeno io immaginavo di avere di prima mattina.

Arrivo a scuola e appoggiato alle mura esterne vedo Emanuele con vicino a sé la sua moto nera lucida.

Mi si avvicina a passo svelto e sotto gli occhi degli altri studenti posa le sue mani sulle guance e mi fa allungare la testa verso il suo viso per baciarmi.

Non mi ero mai sentita così libera.

Emanuele Esposito è diverso da ogni ragazzo che abbia mai avuto o desiderato. Inconsciamente mi aveva cambiato, in meglio, senza dubbio.

Mi prese per la mano e ci riavvicinammo alla sua moto, lui si appoggiò ad essa mentre io ero di fronte a lui.

Si era tagliato i capelli, probabilmente adesso non li avrebbe più legati per un bel po'.
Stava bene anche così.

I suoi occhi erano la fine del mondo e l'inizio del mio, mi sono sempre persa mentre li guardavo.

Mi hanno sempre raccontato tutto quello che dovevo sapere senza usare parole. Erano lo specchio della sua anima così bella e pura.

Il suo naso perfetto, le sue guance un po' paffutelle così belle e le sue labbra rosse intenso a causa mia.

Emanuele era davvero il più bel ragazzo che avessi mai visto.

Mi fece avvicinare a lui e mi abbracció, alzai la testa verso di lui per non perdermi.

-E se oggi saltassimo scuola ?-chiese fissandomi con quegli occhi.

A mia madre sicuramente non le sarebbe importato molto, anche lei, alla mia età, aveva saltato molte volte scuole e io lo sapevo grazie a nonna. Papà sarà contrario ma, alla fine, non dirà niente.

Mi alzai in punta di piedi e feci sfregare i nostri nasi mentre sorridevo. Avrei saltato scuola per stare con lui, c'era qualcosa di più bello?

...

-Cosa?! Mi hai portato qui per aiutarti a pulire casa?-strillo mentre lui ride senza fermarsi fin da quando me l'ha detto, tre minuti fa.

No, non ci credo, suo padre gli ha detto di pulire casa e lui, da buono stronzo, mi fa saltare un giorno di scuola per aiutarlo.

Però, devo dire, che la sua risata è davvero bella soprattutto sapendo che l'ho provocato io.

-Ma io ti tiro dietro la scopa-urlo tirandogli dietro l'oggetto che mi aveva passato poco prima.

-Se vuoi scopiamo insieme-ghigna smettendo di ridere e prendendo l'oggetto da terra.

-Credi di essere simpatico?! Beh, ti rivelo un segreto: non lo sei-lo prendo in giro mentre lui mi si avvicina pericolosamente.

Si vede che è felice: ha gli occhi azzurri che brillano. Vorrei vederlo in ogni singolo momento così.

-Anche io ho da rivelarti un segreto-rivela avvolgendomi il fianco con il suo braccio-Sei una simpaticona che non fa ridere nessuno.

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