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PDV MIA.

Con la cartella piena sto tornando a scuola.

Sono stanchissima di solito ero abituata ad alzarmi alle undici o peggio.

Adesso capisco perché mia madre, alla mia età, le piaceva dormire tanto.

Arrivo in piazza e vedo la rossa seduta su una panchina con al suo fianco il suo fidanzato. Si stanno tenendo per mano e lei sta sorridendo come anche lui, sono una strana coppia ma se sono felici loro io non sono nessuno per giudicarli.

Si sono messi insieme il giorno prima del mio compleanno.

Eh sì, adesso ho diciassette anni suonati e tra solo un anno sarò maggiorenne, ancora non ci credo.

Arrivo di fronte a loro e appena mi notano si alzano in contemporanea.

Ci dirigiamo verso scuola e qui due, mentre si tengono per mano, si fumano anche una sigaretta.

E poi ci sono io, a capodanno ho provato, per la prima volta, una canna in compagnia dei miei fratelli. È stato figo tutto sommato ma non penso che lo rifarò.

Arriviamo a scuola e si vede che nessuno dei ragazzi ne è molto contento, tutti sembriamo degli zombie che dormono in piedi.

Camminiamo verso la mia amica Selena e la abbraccio di slancio: ormai è diventata una parte fondamentale della mia vita.

Siamo una grande compagnia: io, Camilla, Selena e il povero Riccardo. Beato fra le donne dai.

A far calare il silenzio tra tutte le chiacchiere dei ragazzi ci pensa un rombo di motori: una moto.

Si ferma è un ragazzo scende dal mezzo, è vestito :stivali neri, jeans strappati grigi, maglietta con scollo a V e sopra un giubbotto di pelle nera.

Stile c'è l'ha.

Si toglie il casco nero e rivela il suo volto e subito Selena gira la testa verso la mia.

È lui, solo , lui.

Una nuvoletta di vapore lascia la mia bocca, cerco di nascondermi, non voglio vederlo. Non sono pronta e disposta a rincontrare quegli occhi.

-Mia, ti ha visto-mi informa Selena-Sta venendo da questa parte.

-Perché viene qui?-domanda Camilla lasciando la mano del suo fidanzato.

Non riesco nemmeno a rispondere che arriva quel ragazzo.

-Mia-mi richiama quella voce, non alzo la testa.

-Emanuele-dice, invece, la voce della mia miglior amica.

Non riesco a stare qui, non mi piace, sento di nuovo la rabbia tornare a scorrere nel mio corpo.

Entro a scuola e senza aspettare la campanella vado a rifugiarmi nella mia classe.

Ho lasciato Camilla parlare per me, come al mio solito, ma non mi importa.

Mi siedo al mio posto e metto le mani nei capelli: credevo di averlo dimenticato...

Che illusa, che stupida!

Le mani si spostano al mio viso per coprirmelo, sto piangendo, di nuovo, per colpa sua.

L'anno scolastico è proprio iniziato bene, eh.

...

All'intervallo esco per prendere una boccata d'aria e noto che la sua moto non c'è più.

Di nuovo, di nuovo, se ne è andato.

Probabilmente sono io che vivo nel mondo delle favole credendo che lui restasse per continuare a cercarmi.

Credevo che fosse venuto per restare.

Mi sono illusa un'altra volta.

...

Quel pomeriggio non uscii di casa e me ne restai chiusa in camera a guardarmi film deprimenti come "colpa delle stelle" o " Titanic ". Così per piangere per una buona ragione.

Mangio poco e niente.

Lui mi aveva, di nuovo, distrutto.

Lo avevo bloccato dappertutto e avevo eliminato la nostra chat che rileggevo come se fosse la Bibbia. Mi faccio pena da sola.

Guardai il cellulare e notai un messaggio da parte di Siria.

Ovviamente, non era riuscito a parlarmi lui è così adesso ci prova attraverso la sorella.

Eh, ma con me non funziona, visualizzai solo il messaggio ma senza rispondere o leggerlo.

Avevo chiuso con quella famiglia e questa volta seriamente.

Adesso metto un punto dove ho messo troppe virgole.

Cambiami la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora