Era tutto cambiato.
Ero andata via perché quella situazione alla Penn State mi stava pian piano soffocando. Mar, Kian, Flaviola, gli O2L.
Sam.
Ci pensavo ogni giorno ai suoi occhi, alla sua risata e a quanto mi mancasse il suo modo di essere diverso.
E nello stesso momento non mi mancavano tutti loro insieme. Mi mancava ognuno di loro, si perfino Kian che sapeva farmi ridere se voleva, ma tutti insieme nello stesso college no.
Londra mi sapeva abbracciare con la sua tristezza, mi piaceva perché è era grigia almeno come i miei capelli e le mie poesie.
Ero tornata a scrivere e credo anche meglio. Tutto così triste. La Penn State e i suoi studenti mi aveva talmente caricata di emozioni negative che in qualche modo io dovevo esplodere e il mio quaderno ne risentì.
Mi dirigevo fra i corridoi poco sicura, il college lì era enorme e gli edifici sembravano tutti uguali. Non aveva né un Jam né una sala comune dove gli O2L facevano casino. Ma mi piaceva.
Avevo anche fatto amicizia con la mia compagna di stanza, Kate, era così tenera con me. Non le ho mai raccontato del perché io abbia iniziato a metà anno. Non ho mai sfogato i miei dolori con nessuno se non il mio quaderno.
"Ti perdi sempre Jordy" mi disse avvicinandosi a me con in mano i suoi libri.
"Sai che sono sbadata" le sorrisi.
"Dai andiamo, anche io stavo andando in stanza" mi prese sottobraccio e ci raccontammo della nostra giornata. Lei studiava lingue, sua madre era tedesca e il padre australiano. Era particolarissima.
"Dovresti provare ad uscire con quel Greg prima che finisca l'anno e lui torni a Manchester, è carino"
Greg era tutto il semestre che mi chiedeva di uscire ma io non avevo la forza di riniziare con qualcuno, non quando la notte non riuscivo a dormire per pensare a Sam e a come abbia preferito Kian a me.
Persi il conto in quei mesi delle chiamate, dei messaggi e delle mail ricevute da parte dei miei vecchi compagni. Per lo più erano quelle di Sam, credo fossero i sensi di colpa.
Rispondevo solo a Sara e a Chelsea di rado. Mi mancavano loro due ma mi ricordavano troppo la mia vecchia vita in America. Infatti loro non mi raccontavano mai degli altri, solo di come andassero a scuola e di Niall e Ashton.
"Jordan ti sta squillando il cellulare" Kate mi diede un colpo sulla gamba e io tolsi le cuffie. Era mio padre, il che mi sembrò strano perché ci sentivamo sempre la sera dopo cena.
"Papà? Tutto bene?" Risposi subito.
"Si Jordy, è tutto ok, ma dobbiamo parlare seriamente" aveva la voce bassa, brutto segno.
"Pa' falla breve, mi fai agitare, che succede?"
"L'azienda per cui lavoro ha fallito, quindi momentaneamente sono disoccupato. Tesoro mi dispiace da morire ma devi tornare in America piccola. Non ce lo possiamo più permettere"
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The Jam 2 || Sam Pottorff
Fanfiction"Sempre divertente il giovedì eh?" Forse lo era per gli Our Second Life, perché per noi, a distanza di un anno, faceva ancora venire la pelle d'oca. Il sequel di The Jam che potete trovare sul profilo di @Rage_Love