9

208 22 10
                                    

Il giorno dopo a pranzo la situazione era capovolta. Chelsea sedeva con gli O2L, io un po' la invidiavo perché almeno con Ricky e Trevor si distraeva, al nostro tavolo si poteva palpare l'odio per il gruppo poco distante da noi.

"Stasera la festa dev'essere perfetta, dobbiamo far capire alle matricole perché comandiamo noi e non loro sei ok?" Flaviola provava ad alzarci il morale.

"Probabilmente passeranno il venerdì migliore della loro vita" scherzò Mar "Comunque Michael mi ha confermato che la band suonerà alla festa" disse contenta.

"Passi troppo tempo con Michael, che per caso si è lasciato col suo fidanzatino Luke?" scherzò Flaviola.

"Che io sappia no, e poi è bi non gay quindi non si sa mai" lei fece l'occhiolino.

"A Kian sta sul cazzo" risi io.

"Ancora meglio" fece spallucce "e poi alle loro feste non ha mai suonato una band"

"Beh non c'è dubbio che le feste le sappiamo fare meglio noi ma sappiamo che il Jam per loro è casa mentre per noi un incubo" ci ricordò Sara.

"Eh dai, stava andando tutto così bene" si lamentò Fla.

"Dio ma vi ricordate la prima nostra festa lì? Abbiamo anche dormito lì dentro" Mar ci fece sorridere.

"Già, mi sono divertita così tanto" dissi.

"Fino a quando Kian testadicazzo Lawley non arrivò a rovinare tutto" disse Fla.

Finito il pranzo eravamo nei corridoi quando Mar mi prese in disparte.

"Prometti di non chiedermi dove l'ho presa se te la do" nascondeva qualcosa dietro la schiena.

"Mi fai paura a volte sai, lo dico sempre che tu e quell'altro siete anime gemelle"

"Se per quell'altro intendi Alex Pettyfer grazie tesoro" alzai gli occhi al cielo, che scema.

"Comunque tieni, dimmi che ci andrai." mi mise in mano un chiave.

"Ma che cosa..." la guardai meglio e poi la riconobbi, aveva il cartellino con su scritto Sam. Era la chiave della stanza dove teneva i suoi quadri.

"No, non esiste!" gliela ridiedi.

"Dai Jordy devi vedere, so che ti piaceva tanto quel posto, non sai quante volte ci sono stata io e non se n'è accorto" mi disse.

"Sei stata nella stanza d'arte di Sam?" le chiesi sconvolta.

"Non puoi capire quanto mi piacciano i suoi quadri, secondo me è il migliore"

Guardai di nuovo la chiave che aveva rimesso nella mia mano.

"Dai so che muori dalla curiosità e ti spoilero qualcosa" si avvicinò un po' "non ci troverai nessuna ragazza bionda, nessun altra oltre alla ragazza con la treccia" mi fece l'occhiolino, sapeva fossi io. Era perspicace.

Mi morsi un labbro e poi mi decisi ad andare senza farmi vedere da nessuno. Aprii la porta e posai la borsa coi libri a terra, non credo ci fosse stato ultimamente, quando Sam dipingeva faceva un caos assurdo ed era tutto troppo in ordine.

Metà dei quadri erano coperti, ce n'erano molti astratti, si era dato all'astrattismo quindi. La ragazza con la treccia (aka io) era appeso sulla parete di destra, insieme ad un paesaggio che ricordavo bene, fu uno dei primi che dipinse.

Non capivo quelle forme e colori perché io ero più brava con le mie poesie, lo avevo sempre detto a Sam che non potevo apprezzarlo del tutto anche se ci provavo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Non capivo quelle forme e colori perché io ero più brava con le mie poesie, lo avevo sempre detto a Sam che non potevo apprezzarlo del tutto anche se ci provavo.

Improvvisamente mi venne voglia di scrivere, avete presente quando sentite le mani prudere perché dovete per forza fare qualcosa? Andai verso la mia borsa, mi sedetti a terra e iniziai a scrivere. Mi sentivo così viva in mezzo all'arte di Sam, Mar aveva ragione: era davvero un bel posto.

<<Il caos nella mia testa trova pace solo nelle braccia

di altro caos messo lì di proposito.

Colori come parole e forme come toni,

pittura e scrittura che rimano

ma non si toccano>>

Osservai cosa avevo appena scritto. Sam mi ispirava ancora.

"E tu cosa ci fai qui?" mi spaventai tanto da scattare in piedi.

CAZZO CAZZO CAZZO

Sam mi aveva scoperta, che vergogna! Maledissi Mar in cinque lingue, ma lui non sembrava poi così arrabbiato.

"Sam, io... scusa, non so nemmeno io perché sono qui"

"E' stata Mar vero?" mi chiese e io annuì piano.

"Solo lei sa persuadere Eleonora a farsi dare chiavi che non le appartengono, non ci è mai riuscito nemmeno Kian" scherzò.

"Lei è dalla parte della ribellione" scherzai anch'io.

"Stavi scrivendo?" mi chiese dopo un po'.

"Si" ammisi.

"Beata te, io non ho ancora dipinto niente da quando sono tornato, in più faccio davvero schifo nei dipinti astratti" buttò a terra una tela che era sul cavalletto annoiato "ma non trovo altra ispirazione quindi butto giù i miei sentimenti almeno"

"E' la prima cosa che ho scritto non troppo triste da quando sono tornata in America Sam" gli confessai io.

"Oh" pronunciò sorpreso.

"Beh sono contento che queste schifezze ti aiutino" calciò la tela che era a terra.

"Me la ricordavo benissimo quella" indicai la ragazza con la treccia. Lui sembrò a disagio.

"Non è stata ancora eguagliata in bellezza" mi disse. Io non sapevo cosa rispondere.

"Ti dispiace se rimango?" mi chiese poi.

"Se non te lo sei scordato è la tua stanza" ridemmo.

Andò verso il cavalletto e ci mise una tela nuova, prese le tempere e si mise una vecchia camicia bianca tutta rovinata.

"Sam che fai?"

"No Jordy, non ti muovere" mi disse guardandomi intensamente, mi stava studiando.

"Vorrei dipingerti" mi disse dopo "Voglio eguagliare la ragazza con la treccia"

"o-ok" non mi sembrava niente di pericoloso.

Così me ne stetti lì un'oretta a scrivere con le cuffie nelle orecchie mentre lui era indaffarato con la sua arte.

"Jordan ho finito" mi disse.

Mi alzai da terra e andai ad osservare incerta dall'altra parte della tela.

"oh mio Dio" mi misi una mano davanti alla bocca, lui rise con la sua risata gioiosa.

"Deduco ti piaccia" disse prendendolo e posandolo alla parete dov'erano appese le sue due tavole preferite.

Ero io, o almeno credo, i capelli grigi spettinati, il quaderno sulle gambe e le cuffie nelle orecchie. Al grigio ci aveva abbinato del verde acceso e del violetto.

"E' davvero troppo bello, hai eguagliato l'altro, complimenti"

"beh forse perché il soggetto è lo stesso" mi disse piano.

Per un attimo ci guardammo negli occhi, quell'attimo durò una vita, poi distaccammo lo sguardo perché capimmo che era troppo pericoloso.

"Io ora dovrei andare" presi la borsa da terra "Ma ad ogni modo secondo me dovresti farlo vedere al tuo prof" gli consigliai.

"Lo farò" annuì.

The Jam 2 || Sam PottorffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora