Capitolo 13

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Non ci credo. Non può essere. Il mio sogno, era reale? E se il mio presunto zio abbia ucciso la mia madre naturale? Oddio... Non ci credo...

Calmati. Ricordati di respirare e vai a chiedere spiegazioni.

Non ne ho il coraggio. Non voglio rivederlo.

E senza accorgemene sono seduta per terra mentre molte lacrime rigano il mio viso.

"Kate, cosa succede?" mi chiede preoccupato Cam, avvicinandosi.

"Che ci fai qui?" singhiozzo.

"Pausa sigar... Cioè.. Perché stai piangendo?" mi richiede mettendomi una mano sulla spalla.

"Lo so che fumi... Comunque non ho niente." dico alzandomi, ma le mie gambe non ce la fanno, e mi ritrovo addosso a quello che credevo mio cugino.

"Dio Kate, cosa cazzo è successo?!" chiede alzando di gradi la voce.

"Non sono tua cugina." mi esce in un silenziosissimo sussurro.

"Cosa?" sgrana gli occhi.

"Sono stata adottata porca puttana! Ricordi il mio sogno?! Forse era un ricordo.. O qualcosa del genere." alzo la voce.

"I..io non so cosa dire.. " balbetta timidamente.

"Già! Neanche io so cosa dire!" sbraito.

"Scusa io non volevo arrabbiarmi con te..." continuo abbracciandolo.

"Shh. Va tutto bene." mi rassicura e scoppio di nuovo in lacrime.

"Vuoi che andiamo a casa? Così puoi chiedere spiegazioni." interrompe quel silenzio che ormai si era creato da ben 20 minuti.

Mi stacco dall'abbraccio e annuisco.

***
"Dimmi la verità." sbotto entrando nella camera di Gina.

"Cosa succede?" chiede preoccupata lei.

"Dimmelo! Sono stato adottata non è così?!" le urlo contro mentre piango, ancora una volta.

"Tesoro mi dispiace..." dice abbasando lo sguardo.

"Dio! Quando pensavate di dirmelo?!" scoppio in lacrime, mentre lei cerca di avvicinarsi per abbracciarmi.

"Non mi toccare!" urlo correndo in stanza seguita da Cam.

"Voglio stare da sola." singhiozzo buttandomi sul letto.

"Bene, staremo da soli insieme." mi sorride facendo sorridere anche me.

"Non ci posso credere..." inizio a riformare le cascate del Niagara.

"Neanche io..." sospira abbracciandomi.

Il resto del pomeriggio lo passiamo così. Nel silenzio più totale, abbracciati.

"Che ne dici di chiamare tua mad... Cioè Zia Alexa? Così potrai conoscere chi è la tua vera madre." mi chiede.

"Cam... Nel sogno io non ti ho raccontato un particolare..." sussurro con il fiato strozzato.

"Cosa hai 'dimenticato'?" sbuffa.

"Nel sogno.. Mia madre litigava con il mio finto padre, sul fatto di come mi dovessi chiamare. Poi è arrivato tuo padre, e... E le ha sparato." scoppio in lacrime.

"Ah..." abbassa lo sguardo.

"Dammi il telefono." continuo con la rabbia che ribolle nelle mie vene.

Lui me lo passa senza fiatare. Uno, due e tre squilli, poi sento la sua lurida voce.

"Tesoro! Tutto okay?" mi chiede in tono felice.

"No." sbotto.

"È successo qualcosa?"

"Si! Sai notizia dell'ultima ora, NON SONO TUA FIGLIA. Ah no scusa già lo sapevi." sono incazzatissima, non riesco a stare calma.

"Tesoro io..." in zia ma io la interrompo.

"Perché?! Perché non me lo,avete mai detto?!" singhiozzo.

Ragazza mia.. Non sai trattenere le lacrime, proprio per un cazzo.

Taci!

"Avevamo paura della tua reazione.. Ma come lo hai saputo?"

"Il tuo ex marito è venuto a scuola per dirmelo!" urlo.

"Enrick. Lo sapevo che non mi dovevo fidare di lui!" la sento dire al telefono.

"Che fine ha fatto mia madre?! Sai Alexa, ho fatto un sogno..." inizio raccontandole tutta la storia, di Melody e dello sparo.

"È successo." riesce solo a dire.

Non rispondo. Attacco il telefono e lo scaravento a terra.

"Cosa ti ha detto?" chiede Cameron.

"È tutto vero. Lei.. Lei è...morta." sussurro.

Lui resta zitto. Io resto zitta.

Cugini Per Caso. | Cameron Dallas |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora