Capitolo 78

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"Kate tutto okay? Sei pallidissima." Mi chiede poggiando la sua mano sulla mia.

"S-si..." Balbetto fissando il vuoto.

"Cosa dovevi dirmi?" Chiede sorridendo dolcemente.

Non rispondo, continuo a fissare il vuoto. E se mi urlasse contro? Lo farà di sicuro. Perché gli ho tenuto segreto tutto ciò?! Meritava di sapere. Merita. Di sapere. Devo dirglielo. Ora. Senza nessun rimorso.

"Alexander è tuo figlio." Dico secca continuando a fissare il vuoto. Non voglio guardarlo. I miei occhi si perderebbero nei suoi. La sua rabbia mi divorerebbe. Sta zitto, fermo, immobile. Non muove un muscolo, e a quel punto decido di incastrare il mio sguardo nel suo. Mi guarda perplesso e la bocca è semiaperta. Nei suoi occhi leggo delusione, felicità, non capisco cosa stia provando in questo momento.

"S-stai... Stai sc-scherzando..." Balbetta.

"Io... No... Cam.. io... Scusa." Inizio a borbottare per poi scusarmi.

"Perché?" Chiede con la voce spezzata.

"Tu... Eri andato a letto con Madison! Ero incazzata nera. Non ci ho capito più nulla e me ne sono andata." Cerco di spiegarmi.

"Sono padre..." Sussurra con una scintilla negli occhi.

"Si..." Sospiro e sorrido all'idea di vederlo giocare con Alex... Accompagnarlo a scuola. Aiutarlo con i compiti. Ah, smettila. Non succederà mai. Non farti film mentali.

"Voglio vederlo." Ammette dopo un paio di minuti passati nel silenzio più totale.

"Oh... S-si... C-certo." Rimango spiazzata da quella sua richiesta. Credevo che mi urlasse contro tutti gli insulti possibili.

"Chiamo Shawn, gli dico di portarlo qui." Lo informo per poi prendere il cellulare è digitare il numero di mio fratello.

"Hey, tutto okay?" Mi chiede rispondendo.

"Si... Porta Alexander qui, Cameron vuole vederlo." Sorrido guardandolo, e lui abbassa lo sguardo.

"C-Cam cosa?! Tu... Tu gliel'hai... Tu gliel'hai detto???!" Balbetta incredulo.

"Si... Siamo Al giapponese sotto casa, voi siete al parco?" Chiedo.

"Ehm.. si... Ci raggiungete qui?" Risponde porgendomi una domanda a sua volta.

"Arriviamo subito." Attacco.

"Allora?" Chiede impaziente.

"Li raggiungiamo al parco." Sorrido prendendo la borsa e andando a pagare ma lui mi blocca.

"Faccio io."

"D...D'accordo."

***

"Alex sa chi sei. Gli ho sempre raccontato di te. Di noi. Insomma di ciò che eravamo." Lo informo mentre camminiamo per il marciapiede del parco.

"Ah... O-okay." Balbetta fissando per terra.

"Senti... So che vuoi urlarmi contro tutti gli insulti possibili e immaginabili, e puoi farlo... Dopotutto hai ragione... Ma io avevo paura... Paura della tua reazione. Paura di come sarebbe stata la nostra vita... Ma io ero così incazzata... Ho reagito di impulso... Tu meritavi di sapere di Alexander... Ti prego perdonami.." dico tutto d'un fiato.

"No! Non chiedermi di Perdonarti. Non osare chiedermelo! Sono padre. Sono. padre. Sono padre e non lo sapevo. Sono padre e non ho visto mio figlio nascere. Non ho visto i suoi primi passi. Non ho assistito alle sue prime perdite dell'equilibrio. Non ho ascoltato le sue prime parole. Mi sono perso tutto di lui! Quindi, ora, se non ti dispiace voglio passare del tempo con mio figlio." Alza di grado la voce per poi avvicinarsi ad Alex, lasciandomi li impalata, a pochi metri.

"Papà!" Sorride mio figlio, saltandogli in braccio mentre Shawn viene verso di me.

"Tutto okay?" Chiede dolcemente posandomi una mano sulla spalla.

"S-si." Sospiro lanciando un ultimo sguardo ad Alex e Cam, per poi voltarmi e andare via, cercando di trattenere le lacrime.

~Spazio Autrice~

Hey, ho pubblicato questo minuscolo capitolo perché non volevo aggiornare dopo molto tempo per non farvi perdere il filo della storia, perché ovviamente non state leggendo solo la mia di storia... E niente... Volevo dirvi davvero grazie per il conforto.

Kiss Kiss,

~Bek.❤

Cugini Per Caso. | Cameron Dallas |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora