Epilogo

2.4K 53 21
                                    

13 anni dopo

Alexander PDV

È una tranquilla giornata come tutte le altre, monotona direi. Il sole picchia forte, e il vento sembra non voler soffiare neanche un po' stamane.

"Hey Alex, ti va se oggi ci vediamo?" Mi chiede Jennifer, passandomi accanto in corridoio.

"Ho un sacco di impegni oggi, ho un compito domani, e quindi oggi ho da studiare, devo passare da zia Hazel per restituirle dei libri, e poi devo incontrare papà per un caffè." Le dico, e lei annuisce semplicemente andando via seguita dalla sua migliore amica, Sophia.

Decido di dirigermi di corsa nella mia camera del dormitorio, fortunatamente il mio compagno di stanza, Logan, è in giro a fare chissà cosa con chissà chi, così non ho distrazioni, ed infatti in poco tempo riesco a studiare quasi tutti i capitoli richiesti per il test.

"Mi serve una pausa, magari passo adesso da Zia Hazel, e forse riesco a fare anche un salto dalla mamma, oltre che andare da papà." Parlo tra me e me, mentre afferrando le chiavi dell'auto, esco.

Il traffico di Manhattan non poteva deludermi oggi, sono in coda da quasi un ora, e devo fare solo pochi kilometri.

***

"Ciao Alex, come stai?" Mi abbraccia affettuosamente Zia Hazel, e Alexa non tarda ad arrivare.

"Hey, pulce." Mi scompiglia i capelli lei.

"Sono passato solo per restituirti i libri, zia. Vado di fretta devo vedere papà e voglio andare a trovare la mamma." Dico, e noto un accenno di un sorriso sul suo volto.

"Se vuoi, vengo anche io, ti va?" Dice Alexa.

"Nulla in contrario." Stavolta sorrisi io. E insieme ci avviamo alla porta, e successivamente alla mia auto, dopo aver salutato Hazel.

"Taylor? Dov'è?"

"Papà e mamma ieri sera hanno litigato, così lui è andato dal suo amico Nash per la notte. Piuttosto, tuo zio Shawn? Che fine ha fatto? Ieri mamma l'ha telefonato non so quante volte, ma non le ha risposto, abbiamo provato anche con Rachel, ma sembrano spariti. Alan e Courtney dicono di non vedere i loro genitori dale feste di Pasqua." Mi informa lei.

"Ah, non ne ho idea, neanche io sento zio da un po', ma Alan l'ho scontrato ieri nel campus." Dico, e lei parcheggia l'auto nel solito parcheggio deprimente di questo posto.

Era da un bel po' che non venivo a trovare la mamma. È come se ogni volta fosse un colpo al cuore, da piccolo ci venivo più spesso, soprattutto con papà o con zia Sierra, o addirittura con la nonna quando nessuno dei due era disponibile. Ci venivo quesì tutti i giorni, poi crescendo, e capendo tutto ciò che era accaduto quel giorno, non so, ho iniziato a provare un senso di delusione e di ancora tanta, tantissima e amara tristezza.

Superiamo il maestoso cancello nero, e proseguiamo lungo i viali adornati da molti fiori colorati. Ci volle un po' più di tempo, rispetto al normale, per raggiungerla. Ma eccola lì. In tutto il suo splendore in una giornata così bella.

Ripongo un tulipano rosso, il suo preferito, accanto alla sua foto, la ritrae nel giorno del mio quarto compleanno, con quel suo vestito blu notte, e i suoi capelli color pece che le ricadono a boccoli sulle spalle. Una bellissima donna era mia madre. Ho pochissimi ricordi di lei è come se fosse un estranea, eppure, mi manca così tanto.

Cugini Per Caso. | Cameron Dallas |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora