Capitolo 82

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"Grazie Nash." Lo ringrazio.

"Di nulla, ah, domani arriva Hayes, mi raccomando, accoglilo bene o farà come quando era piccolo e ti riempirà il letto di panna montata." Mi avverte.

"Tranquillo." Aggancio.

"E così il piccolo Grier sbarca a New York." Mi passa un bicchiere d'acqua Shawn.

"Eh già." Lo prendo e ne bevo il contenuto.

"Allora, come... Ti... Senti?" Chiede leggermente a disagio.

"Che ne dici se andiamo al parco con Alex? Cameron oggi ha una riunione, e quindi non può tenerlo." Dico di fretta cercando di cambiare argomento.

"Non cambiare discorso."

"Come vuoi che mi senta?! La mia madre adottiva si finge morta, per poi sparire dalla faccia della terra per cinque anni., e non mi ha cercata, non mi ha detto nulla! Mi ha fatto attraversare il periodo più nero della mia vita, e lei non se ne è fregata!!" Alzo la voce.

"Okay, portiamo Alex al parco." Esita per un minuto rimanendo con la bocca semisocchiusa.

"Alexander?! Metti il giubbotto che usciamo." Lo avverto.

"Arrivo mamma." Corre verso l'ingresso, già tutto incapucciato.

"Sei stato veloce." Ridacchia Shawn scompigliandogli i capelli.

"E dai zio! Ora devo rimettermeli a posto." Sbuffa mio figlio estraendo un pettine dalla tasca del giubbino, e avvicinandosi allo specchio inizia a sistemerà I capelli.

"Sei proprio un Dallas." Scuote l testa Shawn.

"Si sbrigati." Apro la porta e lui si precipita fuori.

***

"Che intendi fare ora?" chiede Shawn mentre spinge sull'altalena Alex.

"Nulla... Se lei non mi ha voluto nella sua vita, io non la voglio nella mia." Affermo sicura di quella mia affermazione.

"Certo, sai, sei cresciuta con quella donna, non credo che la lascerai andare così facilmente, ora che è viva."

"Perchè ci tieni così tanto a lei? Insomma io le voglio bene perchè in un certo senso è stata mia madre. Lei mi ha sempre nascosto la verità, mi ha fatto credere che la mia vera madre, fosse morta, lei stessa si è finta morta. Insomma. Ho tutte le ragioni del mondo per odiarla, tu come fai a volerle ancora bene?!" Chiedo curiosa.

"Lei è stata con me quando papà era un alcolizzato, è stata con lui. Quando papà e mamma hanno divorziato, io sono andato a stare con papà nel suo periodo più nero, e Alexa veniva sempre a farci visita, ci aiutava, cucinava per noi, e ha riportato sulla retta via nostro padre, quindi si... Le voglio bene perchè lei c'è sempre stata per me. E' come una sorta di seconda mamma, in un certo senso. Condividiamo anche questo."  Mi sorride.

"Ah... I-io non lo sapevo." Cerco di scusarmi.

"Tranquilla, a proposito stasera vado a casa di mamma e papà, voi venite?" chiede indicando me e Alexander.

"Certo, mi aggiungo anche io." Risponde Cameron alle mie spalle, e Alex si precipita a salutarlo.

"Non eri ad una riunione?" Chiedo stupita di vederlo qui. O forse dalla sua sua affermazione.

"L' ho finita prima, allora, posso venire anche io?" Richiede prendendo in braccio Alexander.

"Beh, certo. Dovrai pur conoscere i genitori della tua ragazza barra ex barra amica barra cugina barra madre di tuo figlio o quello che siete ora..." Gesticola mio fratello.

"Oookay... Cam, domani vado a prendere Hayes, vuoi venire?" gli chiedo voltandomi verso di lui.

"Ovvio! Da quanto tempo non vedo quel piccoletto..."

"Da quando l'hanno rinuchiuso in psichiatria per avermi quasi strozzato credendo che io sia Voldemort." Sbuffa Shawn.

"Shawn! Potresti dire la cosa con più leggerezza?!" lo rimprovero.

"Oh si, Quel 'piccoletto' mi ha quasi ucciso utilizzando un tessuto ricavato da un lenzuolo del suo illustre letto, e mentre mi stringeva quello straccio al mio collo continuava a gridare parole senza senso, e sosteneva che io fossi Voldemort, il signore oscuro." Dice calmo, indicando più volte il suo collo.

"Non è colpa sua, se... se qualche rotella gli è saltata..." Sospira Cam.

"Si, e intanto ho dovuto pagare io." Sbuffa mio fratello andando via.

Cugini Per Caso. | Cameron Dallas |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora