Sono in giardino seduta nel prato, sto giocando con Roxy, gli lancio una pallina e lei me la riporta. Mi sto rilassando. Ad un tratto il padre di Jorge arriva e Roxy gli corre in contro, << Ciao piccola peste >> dice accarezzandola dolcemente, << Martina che ci fai qua fuori tutta sola? >> chiede lui, << Prendo un po’ di aria >> rispondo, mica potevo dirgli che mi sento un po’ imbarazzata, la nonna di Jorge e la sue parole mi hanno turbato. Il padre di Jorge mi sorride e rientra in casa, mi alzo e decido di andare a farmi una doccia così potrò sistemare tutto dentro la valigia prima di ripartire. Vado verso la camera di Jorge, prendo l’occorrente che mi serve e mi dirigo verso il bagno. Entro e appoggio le cose su un mobiletto bianco in parte alla doccia che è spaziale, è incastonata dentro al muro, è di marmo scuro ed è molto spaziosa. Mi tolgo gli stivaletti e mi sfilo il vestito quando la porta si apre di colpo. Jorge entra in bagno con solo l’asciugamano legato alla vita, io velocemente mi copro con il vestito, << Ops >> dice lui << Scusa non sapevo fossi qua >> dice, << Vattene Blanco velocemente >> ribatto io guardandolo male, << Dovevo prendere le mie cose >> dice indicando in un punto dove i suoi vestiti sono appoggiati, << Prendili e vattene >> dico seria, lui mi passa in parte e io mi giro in modo che non mi veda in biancheria intima, prende i suoi vestiti e lentamente esce dal bagno ma prima mi fa un sorrisino. Quando la porta si richiude lascio andare il vestito che cade in terra e faccio un sospiro. Mi scrollo le spalle perché sono tesa, queste cose non dovrebbero succedere. Entro nella doccia e con un getto di acqua calda inizio a rilassarmi, il rumore del l’acqua e il suo tocco sulla mia pelle mi fanno sentire meglio. Quando ritorno in salotto Jorge è seduto sul divano con sua nonna e stanno chiacchierando, anzi discutendo. << Dovresti buttare tutte quelle cose >> dice sua nonna un po’ irritata, << No non le butterò via, sono ricordi >>, << Si che non ti servono a nulla, lei non ti meritava >> continua la donna guardando severamente Jorge << Impara ad andare avanti >>. Arrivo lentamente in salotto e Grace mi sorride << Vieni qui con noi Martina >> dice, mentre mi siedo a Jorge suona il telefono e riesco a vedere che ha chiamarlo è Lodo, si alza e si sposta un poco e io lo guardo. La nonna di Jorge attira la mia attenzione, << Allora stasera andrete da tua madre >> dice, << Si, vado a trovarla >>, << Se Jorge non si comporta bene dillo a me >> ridacchia lei, << Certo >> ricambio il sorriso. Mi alzo con una scusa, in realtà volevo sentire la conversazione di Jorge con Lodo. << Oh Lodo stai tranquilla davvero >> sento Jorge dire, << Devi smetterla di dirmi cosa fare, sono grande abbastanza >>, << Lo so, Lo so Lodo >> continua a dire, cosa mai gli starà dicendo? Di cosa stanno parlando? Vedo Jorge riattaccare e mettersi una mano sulla fronte, poco dopo ritorna in salotto, << Ehi >> dico io << Era Fran? >> domando per vedere la sua risposta, << No, nessuno che conosci >> dice e non riesco a capirne il motivo, perché mentirmi? Perché non dirmi che è Lodo. << Allora voi due andate d’accordo? >> domanda Grace, sapevo dove voleva andare a parare, << Abbastanza >> risponde Jorge << Tini è un po’ malefica >>, Grace ridacchia e io do un colpetto a Jorge, << Fai bene cara, fatti rispettare >> dice appoggiandomi una mano sulla gamba, << Ma non è vero che sono malefica, è lui che fa... >> non volevo dire scemo << che mi fa scherzi >> dico. Jorge viene chiamato dalla madre e si alza dal divano << Non parlare male di me a mia nonna Tinita >> dice sorridendo mentre si allontana. Grace lo guarda e sorridendo fa un sospiro << Era da tanto che non vedevo Jorge così sereno e sorridente >> dice guardandomi, << Beh ha tanti amici che gli stanno accanto >> dico per fargli capire che non è grazie a me che è così, << Si, certo >> risponde << Aveva perso la voglia di scherzare e ridere, era davvero triste. Il mio Jorge era tormentato da quel dolore e io volevo solo tenerlo al sicuro, gliel’ho sempre detto che non avrebbe funzionato tra loro, che non erano adatti a stare insieme, lei gli tappava le ali, non avevano le stesse passioni, sta dando il meglio di se ora che non è più legato, riesce a fare quello che ama, quando stava con lei non lo vedevi spesso comporre canzoni o suonare >> il volto di Grace è triste, il ricordo di Jorge affranto le fa male, pensare a Jorge che rinunciava al suo talento per una ragazza mi fa quasi arrabbiare.
Stiamo partendo, siamo fuori casa e stiamo aspettando il taxi che ci porti in stazione, la madre di Jorge mi saluta affettuosamente, << Torna a trovarci e salutami tuo fratello >> dice sorridendo e facendomi una carezza sul volto. Il padre di Jorge mi solleva da terra abbracciandomi, << Ciao Tini e non smettere di prendere in giro Jorge >> mi porge la mano per darmi il cinque e io glielo do. Quando saluto Grace mi guarda come un angelo, << Ciao tesoro, mi raccomando tratta bene il mio ragazzo e spero di rivederti presto >> mi abbraccia fortemente e mi sorride. Quando siamo alla stazione e stiamo aspettando il treno Jorge mi guarda << Scusa >> dice ad un tratto << Per mia nonna >> continua poi, << Perché? >> chiedo io anche se infondo so il motivo, << Cerca sempre di trovarmi una ragazza per via di Stephie, io so che non le è mai piaciuta ma non dovrebbe fare certe insinuazioni >>, << Non preoccuparti >> dico io senza nemmeno guardarlo negl’occhi, un po’ questa situazione mi ha imbarazzato, tutte quelle strane insinuazioni di Grace mi hanno turbato. Sul treno prendo posto, << Vado a vedere a che ora apre il vagone ristorante >> parla Jorge sparendo in un altro vagone. Rimango lì a guardare fuori da un finestrino, << Ciao >> dice qualcuno, quando mi volto un ragazzo si è seduto in parte a me, << Ciao >> dico io titubante e confusa, ha un viso malizioso, si nota che si crede tutto lui, mi fa un sorrisetto con le sue labbra carnose, << Sei tutto sola? >> domanda, << No >> rispondo prontamente, << A me sembra di sì >> borbotta guardandosi intorno, << Ti ho detto di no >> ribatto io sempre più irritata, << Su dai non fare la dura, ci possiamo conoscere >> il ragazzo si avvicina sempre più a me, i suoi occhi azzurri mi inquietano, << Ti ho detto di no >> dico ancora una volta. Sento qualcuno schiarirsi la voce e Jorge si siede difronte a me, << Qualche problema? >> domanda guardando me e poi il ragazzo, in apparenza sembra calmo ma nei suoi occhi vedo una luce di nervosismo. << L’ho vista prima io >> dice il ragazzo e dentro di me mi domando quanto sia stupido, << No >> risponde Jorge << L’ho vista prima io >> guarda il ragazzo dritto negl’occhi senza mai smettere. Guardo Jorge in malo modo, che razza di gioco è questo, << Jorge >> dico appoggiandogli la mano sul ginocchio richiamando la sua attenzione << Lascia perdere >>, lui mi guarda per qualche secondo e poi ritorna a guardare il ragazzo a viso duro. << Questo tizio sarebbe il tuo ragazzo? >> borbotta quello seduto in parte a me << Sembra un bamboccio >> insulta lo stupido ragazzo, << Non è un bamboccio >> dico io arrabbiata, ora ha stufato anche me, chi si crede di essere? Il ragazzo mi guarda, sembra offeso per il fatto che abbia difeso Jorge e mi scruta attentamente << Non sei poi così bella >> dice alzandosi, << Si che lo è, se no non saresti venuto qua a provarci con lei >> borbotta Jorge arrabbiato, << Lascia perdere >> ripeto io << Non è necessario Jorge >>, il ragazzo lo guarda e poi sparisce. Jorge tiene i pugni chiusi, << Calmati, non c’è né bisogno >> dico a sotto voce ma con un tono duro, << Lui non deve permettersi di dirti certe cose, è solo un vigliacco >> dice lui come trattenendosi dalla rabbia, << Ok, ma ora calmati >>. Il viaggio da lì in poi fu silenzioso, non riuscivo a capire perché alterarsi così tanto, voleva solo provarci era uno di quei tanti stupidi ragazzi dei giorni nostri che si credono chissà chi, ma so cavarmela da sola, e se voleva aiutarmi poteva anche restare un attimo più tranquillo, non c’era bisogno di agitarsi tanto. A ora di cena andiamo nel vagone ristorante, << Ti sei calmato? >> domando a Jorge, << Si >> dice mangiandosi un hamburger << Tu stai bene? >> domanda, << Certo che sto bene, era solo un coglione Jorge, non è né il primo né l’ultimo che incontrerò >> rispondo, << Non sono tutti così >>, << Per me si >> dico di getto << Insomma a voi non importa l’amore >>, << A me importava >> dice e io lo fisso senza parole, << Ma ora non ti importa più >> continuo << Siccome sei uscito con un sacco di ragazze >>. << E’ questo che odi? >> domanda Jorge e io non capisco << Odiare cosa? >>, << Non ti piace essere corteggiata o che qualcuno si avvicini a te intimamente, lo odi perché non ti piace essere una delle tante, tu credi che le persone ti vedano come un oggetto, un bel oggetto e non vuoi essere vista così, come le altre >>, << Più o meno >> rispondo, deglutisco sonoramente e inizio ad innervosirmi << Senti prima di tutto non ti importa e poi si voglio essere vista come una persona speciale e non come qualcosa da poter toccare e guardare come una delle tante, ma non importa a nessuno perché tanto non esistono più i sentimenti, quelli veri, e ora scusami ritorno nel nostro vagone >>, mi alzo dal tavolo un po’ arrabbiata, lo sa che non mi piace parlare di queste cose ma lui cerca sempre di tirarmele fuori, di spronarmi a parlarne con lui. Sono esausta, tutti questi pensieri mi divorano dentro, non ne posso più e vorrei solo essere a casa con Papà e Fran dove riuscivo a gestire la situazione, invece ora mi tocca condividere anche altre cose con lui, cioè mia madre. Finalmente siamo a Città del Mexico, scendiamo dal treno ed è già tarda sera, un taxi ci porta a casa mia. Quando rivedo la mia vecchia casa, la solitudine che provavo qua, ritorna a insinuarsi dentro di me.
JORGE BLANCO
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Ogni amore è una favola / Jortini
RomanceIo non ho mai creduto alle favole, al principe azzurro che arriva sul suo cavallo bianco e ti salva dalla strega cattiva, nella realtà le strega cattiva non è solo una, c'è ne sono tante e più che il principe azzurro che viene a salvarti esistono ra...