<< Sono stanca >> dico guardandomi attraverso lo specchio, << Lo so tesoro ma non manca molto >> mi sorride Jorge abbracciandomi dal dietro accarezzandomi il pancione ormai enorme e dandomi un leggero bacio sulla spalla. << Sembro un ippopotamo >> dico sorridendo guardando il nostro riflesso, un immagine dolce mi attraversa gl’occhi, così dolce da farmi venire la pelle d’oca, << Per me sei stupenda >> mi dice lui incrociando i miei occhi nello specchio. In questi lunghi nove mesi Jorge mi è stato accanto più di quanto immaginassi, è sempre stato dolce, protettivo e ci ama così tanto senza paura di dimostrarlo. Quando siamo tornati a Los Angeles avevo un po’ paura ma lui è riuscito a sostenermi sempre e comunque anche quando per colpa della gravidanza avevo sbalzi di umore, voglie assurde e gli rompevo le palle, grazie a lui sono riuscita ad andare avanti anche nel lavoro, ho scritto un po’ di canzoni e le ho anche incise, grazie a lui sono riuscita ad affrontare questa gravidanza in modo sereno e tranquillo, faceva di tutto per farmi sentire bene e coccolata. << Ancora una settimana e vedremo la nostra bambina >> dice facendomi voltare per guardarlo negl’occhi. Quando abbiamo scoperto che è una femmina per poco Jorge non sveniva, era così emozionato e felice che non riusciva a contenersi e anche io ne ero felice, non che mi cambiasse qualcosa se fosse stato un maschio, l’avrei amato allo stesso modo. << Non vedo l’ora di vederla… anche se ho un po’ di paura >> ammetto io, << Andrà tutto bene perché ci sarò io lì con te mia dolce Tinita >> dice in modo tenero e poi poggia le sue labbra sulle mie, << La dottoressa ti ha detto di riposare e di stare a letto quindi vai a stenderti un po’ >> continua lui, << Non preoccuparti Jorge sto bene, stanca e pesante ma sto bene >> lo rassicurò io. Si preoccupa molto per me, per noi, e questo mi fa sentire davvero tanto amata e protetta, per lui è importante prendersi cura di me in questo momento, lo vedo nei suoi occhi che non riesce a non preoccuparsi, che vuole che io stia bene e al sicuro. Qualcuno bussa alla porta, << Avanti > dico io e quando si apre vedo Fran sorridermi, << Ciao sorellina >> dice venendo verso di me per abbracciarmi, << Quasi non riesco ad avvolgerti tra le mie braccia, stai per esplodere! >> esclama lui sorridendo, io lo guardo di traverso << Sei sempre il solito simpaticone… dov’è Mechi? >> gli chiedo, << Arriva è giù a dare a Clara la torta che ha fatto per Isabella >> mi sorride lui. Mechi e Fran sono andati ad abitare nella nuova casa e sono molto felice per loro, si trovano molto bene e sono felici ed è questo che conta veramente. Io e Jorge stiamo facendo ristrutturare la casa che la nonna di Jorge gli ha lasciato, siccome si è trasferita a casa dei suoi genitori, Jorge vuole che abbiamo una casa anche qui a Buenos Aires per quando ritorniamo, la vuole con tante stanze perché vuole tanti bambini e questo un po’ mi preoccupa anche se mi rende felice. E’ quasi un mese che siamo tornati qui a casa di mio padre perché l’ultimo mese di gravidanza volevo passarlo qui e anche Jorge ha insistito su questo, sa quanto ho bisogno delle persone a cui tengo e poi la dottoressa mi ha detto che dovevo assolutamente riposare, basta lavoro, basta nervosismo per un po’, quindi siamo partiti ed eccoci qui ad aspettare il grande giorno che dovrebbe essere fra una settimana. Ammetto di essere ansiosa, di avere un po’ paura ma vedere tutte quelle facce famigliari, saperli attorno a me, che si preoccupano per me mi fa sentire meglio. << Sei pronto a diventare padre? >> chiede Fran a Jorge << Manca poco >> continua lui, << Si, credo di essere pronto e poi non vedo l’ora di vederla >> dice con un gran sorriso. Mechi compare sulla soglia della nostra stanza, << Eccola qua la mammina >> sorride lei venendomi incontro e poi accarezzandomi il pancione, << Come va la ristrutturazione della casa? >> mi chiede poi guardandomi mentre ancora passa la sua mano sulla mia enorme pancia, << Bene, mio padre ci sta aiutando molto, è quasi finita >> borbotto io con un gran sorriso felice e poi Mechi fa una strana espressione capisco il perché quando la piccola inizia a muoversi nella mia pancia, << E’ una cosa stranissima >> dice la bionda sorridendo, << Si muove? >> chiede Fran, io annuisco e lui si avvicina per sentire, << Ehi piccolina mi senti? Perché se mi senti ricordati di ascoltare sempre lo zio Fran e non prendere da Jorge, fidati di me >> dice Fran e io gli do una pacca leggera sulla testa mettendomi a ridere. La sera siamo tutti a cena insieme, ci sono anche Lodo e Diego con Edward. << Come vanno i preparativi del matrimonio? >> mi chiede Lodo, << Già voglio saperlo anche io >> esclama Mechi, << Bene, ma stiamo facendo tutto con molta calma, sapete sto per partorire >> dico io guardandole. In quel momento mi ritorna il mente il matrimonio di Cande e Ruggero, un matrimonio stupendo in spiaggia, lei aveva un vestito stupendo e un sorriso grandioso. Era così felice che era impossibile non esserlo per lei. E’ stato tutto così romantico che mi sono messa a piangere, ovviamente anche perché mi emoziono facilmente visto che sono incinta, ho pianto anche quando Jorge ha inciso la canzone che mi ha dedicato quando mi ha fatto la proposta, sul suo nuovo disco. Non vedo l’ora di sposarmi con Jorge, ma non posso affrettare le cose, ho bisogno di tempo ora che sto per avere una bambina. << Fran non ti dico che nome gli darò >> lo rimprovero io dopo che me l’ha chiesto per l’ennesima volta << Lo scoprirai quando sarà nata >> continuo io facendolo innervosire e Jorge si mette a ridere insieme agl’altri.
<< Sono veramente piena >> dico mentre mi sto infilando nel letto con Jorge, << Siete in due devi mangiare abbastanza >> mi dice lui stringendomi dal dietro appena si sdraia vicino a me e mettendomi le mani sul pancione. La bambina inizia a muoversi come se sentisse la presenza di suo padre, è come se riuscissi a sentire che è felice di avere le mani del papà che la cullano nella mia pancia. << Ti ama già >> dico a Jorge che muove le mani per seguire i movimenti della bambina, << Ama anche te >> dice lui, lo sento sorridere sulla mia pelle mentre mi dà un leggero bacio sulla spalla, << E’ agitata stasera >> borbotta lui sentendo che non sta ferma un attimo, << Gli sarà piaciuta la cena di Clara, a chi non piace >> ridacchio io << Non manca tanto >> dico poi ritornando seria, << Sei preoccupata? >> mi domanda Jorge, << No… no non lo sono se ho te sono tranquilla, ma voglio che anche tu sia felice >> ammetto, << Lo sono eccome Martina, sto per avere una figlia con la persona che amo di più al mondo e fra un po’ ci sposeremo, non potrei essere più felice di così, sono così fiero di te, di come hai affrontato questi mesi, hai affrontato le tue paure e finalmente sei riuscita ad accettare che sarai una mamma fantastica perché io ne sono sicuro che lo sarai… >> dice Jorge dolcemente ma mentre parla qualcosa di strano succede, << Jorge >> lo chiamo io debolmente e spaventata, << Che c’è? >> domanda tirandosi su con un braccio per guardarmi dall’alto, io mi sdraio sulla schiena e lo fisso nei suoi grandi occhi verdi che mi scrutano ansiosi, << O mi sono fatta la pipì addosso o mi si sono rotte le acque >> dico con il fiatone, << COSA? >> urla lui alzandosi in piedi, << Sei sicura? >> mi chiede, quando sposto le coperte c’è una macchia sul letto << Sicurissima >> dico poi guardandolo, << Dobbiamo andare all’ospedale… Subito >> dice agitato, non riesco a capire se sia nervoso o spaventato, << Dobbiamo anche avvertire tutti >> continuo io un po’ intimorita, mi alzo dal letto lentamente e vado verso il bagno, << Dove vai? >> mi chiede lui in panico, << A cambiarmi, non andrò all’ospedale con le mutande e i pantaloni bagnati? >> gli dico e lui non dice più una parola. Quando mi sono cambiata e esco dal bagno trovo mio padre e Clara nella mia stanza, << Ora ti portiamo all’ospedale >> dice quest’ultima << Tuo padre ci raggiungerà con Isabella, non possiamo lasciarla qua sola >>, << Ok >> dico facendo fatica a respirare, << Calmati Martina >> mi sorride Clara << Andrà tutto bene… hai avuto qualche contrazione? >> mi domanda, << No >> rispondo io, << Bene siamo ancora in tempo ad arrivare all’ospedale >>. In macchina la prima contrazione arriva, un dolore inimmaginabile, Jorge mi guarda impaurito mentre gli stringo la mano, << Respira Martina >> mi dice Clara mentre guida, non voleva far guidare Jorge perché era troppo preso dal momento e concentrato su di me, << Respira anche tu Jorge >> dice lei sorridendo ma Jorge non sposta lo sguardo da me. La contrazione passa e io mi volto a guardarlo appoggiando la testa al sedile, << Non credo che vorrò altri figli! >> borbotto dopo aver sentito quel dolore, ovviamente non era vero però in questo momento lo penso davvero, fa male, un male che non posso nemmeno descrivere. Quando arriviamo davanti all’ospedale sono stupita dal fatto che tutti sono lì ad aspettarmi, Mechi, Fran, Lodo, Diego, Alba, Cande, Facu e Ruggero stanno chiacchierando tra loro e appena mi vedono mi sorridono e aiutano Jorge a farmi scendere dall’auto, << E’ arrivato il tuo momento >> mi dice Lodo sorridendomi, << Fa malissimo >> gli dico, << Non preoccuparti poi non te lo ricorderai più, fino al prossimo >> dice guardandomi felice. << Hai una pancia enorme Martina >> borbotta Diego che prende una pacca sulla testa da Alba << Non si dicono queste cose ad una donna che sta per partorire potrebbe ucciderti >>, tutti si mettono a ridere e mi accompagnano dentro. Una dottoressa ci accompagna in una stanza e mi attacca a delle macchine, << Dobbiamo aspettare >> mi dice lei << Le contrazioni sono ancora lontane, nel frattempo le diamo qualcosa per diminuire il dolore >>, io annuisco e guardo Jorge che mi tiene per mano.
Sono ormai quattro ore che sono all’ospedale, le contrazioni si fanno sempre più intense e stiamo aspettando che la dottoressa ci dica che sono pronta. Sono sdraiata nel letto e ho un forte mal di schiena, Jorge in parte a me, mi tiene la mano e quando sento dolore gliela stringo forte, << Fa così tanto male? >> mi chiede, << Non sai quanto >> dico mentre un'altra contrazione sta per arrivare, << Sono un po’ stanca >> borbotto col fiatone mentre quest’ultima passa. Lodo e Mechi fanno capolino nella mia stanza, << Come stai? >> mi chiede la bionda, << Vorrei dire bene ma non è proprio così >> rispondo, << Abbiamo chiamato tua madre domani sarà qui >> mi avverte Lodo, << Grazie >> gli rispondo io, loro mi sorridono in modo dolce, << Fran è un po’ agitato >> mi dice Mechi guardandomi, << Digli di stare tranquillo >> le sorrido, << Impossibile >> scuote la testa Lodo ridacchiando << A forza di andare avanti e indietro scaverà un buco >>. La dottoressa entra, << Allora Martina? >> mi chiede lei << Come va? >> continua guardando lo schermo che c’è in parte al mio letto, << Sono un po’ stanca >> le rispondo, lei mi sorride << Ragazze potete uscire per favore è ora che Martina abbia la sua bambina >> dice la dottoressa e Mechi e Lodo mi sorridono e escono dalla stanza. La dottoressa inizia a spiegarmi cosa devo fare, Jorge è sempre in parte a me che mi tiene la mano, sono nervosa e un po’ spaventata, ma allo stesso tempo non vedo l’ora di vederla, di stringerla a me. << Andrà tutto bene ok? Non aver paura >> mi dice lui accarezzandomi il viso e poi posandomi un bacio sulle labbra. << Sei pronta Martina? >> chiede la dottoressa, io annuisco << Bene spingi >> dice guardandomi e io inizio a spingere, un dolore fortissimo che non avevo mai provato prima pervade il mio corpo, dopo varie spinte sono così esausta da voler crollare, << Dai Martina c’è la puoi fare >> mi dice la dottoressa per darmi carica << Manca poco >> continua lei, io prendo fiato e ricomincio a spingere finchè un pianto non invade le mie orecchie. Jorge guarda la dottoressa con gl’occhi spalancati, pieni di amore, che tiene in mano la piccola e la sta passando all’infermiera, poi si gira verso di me con le lacrime agl’occhi, << Ti amo Tinita >> mi dice dandomi un bacio e l’infermiera ci raggiunge appoggiandomi la bambina al grembo. Inizio a piangere dalla gioia, dal sollievo, dalla felicità, sto provando tantissime emozioni e non riesco più a controllare, è come se la stanchezza se ne fosse andata, il dolore fosse sparito ed è rimasto solo tanto amore. L’infermiera riprende la bambina per pulirla, pesarla e vedere se sta bene, non voglio separarmi da lei ma devo lasciargliela, Jorge segue l’infermiera e io rimango sola nella mia stanza con la dottoressa. << E’ andato tutto benissimo, tra poco te la riportano non preoccuparti >> mi dice lei capendo la mia preoccupazione. Dopo venti minuti neanche mentre la dottoressa mi sta spiegando un po’ di cose, l’infermiera ritorna con la bambina dentro a una culla e dietro di loro Jorge. << E’ bellissima >> mi dice guardandomi, << E’ identica a te >> continua ancor più felice. Io gli sorrido e lui prende in braccio la bomba e si siede sul letto al mio fianco passandomela. Quando la stringo a me un senso di amore infinito invade il mio corpo, è così piccola e dolce, e io sono la sua mamma, colei che si prenderà cura di lei e che la crescerà, la amo, la amo così tanto da non riuscire a trattenere la gioia di averla tra le mia braccia e mi metto a piangere, le mie emozioni prendono il sopravvento, sono ancora stravolta per la stanchezza e le emozioni mi sembrano ancor più forti, amplificate. Jorge mi dà un bacio sulla nuca, << Non è stupenda? >> chiede lui accarezzando delicatamente il volto della piccola che sta tranquilla tra le mie braccia, le guance rosa, le labbra piccole, gl’occhietti aperti che mi scrutavano, si muoveva leggermente e non avevo mai visto una cosa così perfetta, ed io sono felice, la ragazza più felice del mondo. L’infermiera stava compilando dei documenti in parte a noi e ci guardava sorridendo, << E’ sempre bello vedere i genitori felice >> ci sorride lei, io risposi al sorriso mentre Jorge non stacca gl’occhi da nostra figlia, continua a guardarla e accarezzarla mettendoci tutto l’amore del mondo, e guardandolo così mi fa innamorare ancor di più di lui. << Allora come si chiama questa bambina? >> chiede l’infermiera con un cartoncino in mano da attaccare alla culla, io alzo il capo e guardo Jorge che incrocia il mio sguardo e sorride, << Si chiama Sophia Rose Blanco >> le dico sorridendo mentre Jorge mi stringe a se.
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Ogni amore è una favola / Jortini
RomanceIo non ho mai creduto alle favole, al principe azzurro che arriva sul suo cavallo bianco e ti salva dalla strega cattiva, nella realtà le strega cattiva non è solo una, c'è ne sono tante e più che il principe azzurro che viene a salvarti esistono ra...