Amici Perfetti.

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Sto sistemando le mie cose all’ospedale, finalmente si torna a casa. Mi hanno tenuta in osservazione per quasi una settimana e non vedo l’ora di tornare nella mia stanza e nel mio bellissimo e comodissimo letto. E’ stata una settimana dura, i ragazzi venivano a trovarmi ogni giorno e Jorge stava troppo con me, ogni tanto gli chiedevo di andarsene perché era davvero esagerato. Lo rimproveravo come le mamme fanno con i bambini, capisco che si sente in colpa, anche se non deve, ma così esagera, dovevo obbligarlo ad andare a casa a mangiare o a dormire. Un po’ dentro di me tutto ciò mi piaceva, le persone nelle altre stanze dell’ospedale, che ormai conosco bene, o le infermiere mi domandavano sempre se Jorge era il mio ragazzo, mi dispiaceva vedere il loro volto dispiaciuto o stupito quando rispondevo di no, mi chiedevano come era possibile che lui mi stava così vicino pur non essendo il mio ragazzo e allora mi toccava spiegare tutta la situazione. La cosa più inquietante era che in ospedale erano nati dei pettegolezzi tra i pazienti che parlavano di me e Jorge, come se si trattasse di una tresca amorosa, tanti puntavano sul fatto che io ero l’amante, tanti dicevano che lui amava me ma stava con Stephie perché in realtà lei aveva il potere di tenerlo sotto controllo, cose stupide che io non sopportavo più. << Sei pronta tesoro? >> chiede mio padre che è venuto a prendermi con Clara, lei è al settimo cielo, ha pianto molto da quello che mi ha detto Lodo, è davvero triste pensare che qualcuno soffrisse per me, << Arrivo >> dico quando finalmente finisco di vestirmi, non sopportavo più il camice dell’ospedale, in realtà non sopportavo più niente di tutto questo. Esco dal bagno e chiudo il borsone. Il tragitto in macchina per tornare a casa è abbastanza silenzioso, << Non vedo l’ora di mangiare qualcosa di buono >> dico con lo stomaco che brontola, << Immagino >> mi sorride Clara, << E non vedo l’ora di tornare in accademia >> borbotto tra me e me, << Si ma devi fare ancora qualche giorno di riposo, quindi… >>, << Si lo so, allo studio ci torno Lunedì >> dico io perché anche i medici continuavano a dirmelo, mancano cinque lunghissimi giorni e non so se resisterò a vedere gl’altri che vanno allo studio mentre io sono costretta a restare a casa. Appena arriviamo fuori casa mio padre guarda Clara con uno sguardo strano, << Che avete? >> domando io scendendo dall’auto, << Nulla perché tesoro? >> e io lo guardo stranita. Loro rimangono un po’ indietro, come se lo facessero apposta per far entrare prima me, difatti quando apro la porta di casa, sono tutti presenti, i miei amici, mia madre, Grace e ovviamente c’è anche lei Stephie. Tutti urlano di gioia ma appena mi avvicino per abbracciarli Lodo mi blocca, << Rimani ferma li >> dice e vedo Facu con in mano un telecomandino, appena schiaccia un pulsante una musica parte e loro iniziano a cantare, << On the first day that i met you, feeling out of place, so many new faces. The first friend that i looked to, when i reached out, you’d always be there for me. Friends till the end, never break never bend, friends understand, make your smile, hold your hand >>. Stanno cantando tutti, tranne ovviamente Stephie, sono così felice, loro sono la mia vita ed è grazie a loro se ho imparato a vivere in un modo più sentimentale, più vero, << Now we’re standing together, we’re never alone, and we shine a light wherever we may go. If you need me in heartbeat, just say so, you ca  count on me, count on me. I will come in a heartbeat ‘cause you know, you will always be, always be number one. The first time I sing a song, finding my feet, the right melodies to key, the first time you sung along, it was real harmony, like you were a part of me >>. Io li guardo commossa, hanno scritto una canzone per me e questo è il regalo più bello del mondo, vederli li cantare sorridenti mi fanno capire quanto siano importanti per me, quanto siano importanti per la mia vita e al ritornello canto con loro << Friends till the end, never break never bend, friends understand, make your smile, hold your hand >> li guardo mentre sorrido felice per tutto questo, mentre cantano uno in parte all’altro e mi sorridono felici del mio ritorno, Lodo mi si avvicina e mi prende a braccetto portandomi in mezzo a loro mentre ancora cantano questa stupenda canzone per me, non mi aspettavo tutto questo da loro, non mi aspettavo che potessero volermi così bene, insieme cantiamo il ritornello mentre poi uno a uno mi abbracciano contenti e io sono felice.
 
Voglio andare allo studio, oggi tutti sono usciti mentre a me tocca rimanere qua senza sapere cosa diavolo fare, vado avanti e indietro per la casa e mentre sto leggendo un giornale sul divano sento qualcuno rientrare, << Chi è tornato? >> domando dal salotto, nessuno risponde alla mia domanda ma poco dopo Stephie compare, << Ah sei tu >> dico riportando la mia attenzione sul giornale, lei mi si avvicina e mi guarda dall’alto e io sposto il mio sguardo all’in su, << Che vuoi? >> dico e lei fa quel ghigno malefico, << Ora puoi smetterla di fare la vittima della situazione, stai attirando l’attenzione di tutti >> borbotta lei, << Che diavolo dici? >> le dico io guardandola male, << Ho potuto capire Jorge che si sentiva in colpa perché ti sei messa in mezzo per salvarlo, complimenti gesto eroico ma tu ora smettila di fare la vittima e lascialo in pace >>, << La cosa che non capisci mia cara Stephie è che io non faccio proprio un bel niente, è Jorge che vuole aiutarmi, è Jorge che vuole starmi vicino perché si sente ancora in colpa, io gliel’ho detto che non deve sentirsi così ma cosa posso farci? >> le dico un po’ innervosita, << Devi allontanarlo da te perché se no sai… >>, << Cosa succede… Si lo so ma io non posso farci niente, invece di prendertela con me perché non trovi un modo per tenertelo stretto? Dovresti pensare a lui e non a me, perché io non faccio proprio niente per portartelo via >>, << Quindi ammetti che vorresti portarmelo via >>, << No non ho detto questo >> ribatto arrabbiata. Lei mi guarda per un po’ << Troverò il modo per allontanarlo da te, in qualche modo c’è la farò, ma tu continua a stargli lontano perché mantengo sempre le promesse date >> e si volta per andarsene. Non la sopporto più, non è colpa mia se Jorge mi è rimasto vicino, lui era coinvolto nella faccenda e posso capire che si sentisse in colpa in qualche modo ma lei mi ha davvero rotto, non capisce nulla, ma devo resistere come sempre, non posso far in modo che Jorge e Fran litighino, non ora, non in questo momento dove Fran è appena uscito da una fase di crisi per colpa mia. Lui non sembrava più la stessa persona quando lo vidi all’ospedale appena mi svegliai, aveva il viso scavato, sembrava uno che non dormiva da anni e non mangiava da secoli, non posso dargli anche questa bastonata, non credo lo sopporterebbe, Jorge non era messo in condizioni migliori comunque, aveva tutti i capelli disordinati, gl’occhi assenti, il sorriso spento. Tutti non erano più i soliti di prima e a ripensarci mi vengono i brividi perché stavano così per colpa mia. Ho ancora il pensiero che sia successo qualcosa mentre ero in coma, ma non riesco a ricordarmi niente, ho solo delle strane sensazione, anche di quando mi sono svegliata, perché qualcosa mi ha svegliato solo che non riesco a capire cosa. Jorge sostiene di aver cantato ma ho sentito qualcosa di più profondo in quel momento, qualcosa di così profondo che mi ha fatto svegliare. Quando ritornano tutti mi sento più tranquilla, devo passare questi giorni a casa da sola, più o meno perché ce anche Stephie, non ho mai desiderato così tanto che lei andasse con gl’altri allo studio così non c’è l’ho in giro per casa, già oggi è venuta a minacciarmi ed è solo il primo giorno. << Come stai Tini? >> mi domanda Lodo abbracciandomi, vedo Jorge fermo nell’atrio mentre aspetta la mia risposta, << Bene >> rispondo e Jorge sale le scale, anche Lodo se ne accorge, << E’ un po’ strano, dovevi vederlo in ospedale >> borbotta lei triste << Si sentiva davvero in colpa e frustrato, nessuno riusciva a toglierlo dalla tua stanza, stava sempre lì seduto a guardarti, non faceva altro, continuava a guardarti, mi rattristiva parecchio come cosa >> dice con la voce rotta, << Dovresti dirglielo >> esclama poi lei ad un certo punto, << Cosa no! >> ribatto io, non potevo andare a dire a Jorge di amarlo se poi sarebbe finita nel peggiore dei modi, << Lodo stai zitta, non dirgli nulla capito? >>, << Si ok come vuoi >> borbotta << Ma io credo che lui ti a… >>, << No non dirlo >> la blocco io << Sarebbe peggio >>, lei mi guarda con un aria triste. << Devi fare qualcosa >> dice ad un tratto, << No non devo fare assolutamente nulla, non ti preoccupare per me Lodo, io c’è la faccio >> dico cercando di mantenere la calma mentre dentro di me in realtà sto cadendo a pezzettini, << Va bene >> risponde lei un po’ titubante. Mio fratello arriva portandomi una tazza di tè, << Wow, Fran che mi porta una tazza di tè, dovevo registrarlo è una cosa mai vista >> dico ridacchiando, << Bevilo stupida >> sorride lui e si siede in parte e me, io mi appoggio alla sua spalla e lo guardo, << Grazie >> gli dico sorridendo, << Allora come stai? >> mi domanda lui, << Abbastanza bene, voglio solo tornare allo studio >> borbotto io, << Abbi pazienza, se ti serve un po’ di riposo è meglio che tu lo faccia >> mi dice lui, << Già ha ragione Fran è meglio se non ti affatichi troppo >> gli dà sostegno Lodo, << Si ma mi mancate >>, << E tu manchi a noi >> ribatte lui stringendomi ancora più forte.

Ogni amore è una favola / JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora