Le ragazze sono agitate, siamo nel bar dell’accademia e stiamo aspettando di andare a fare lezione con Gregorio e subito dopo Pablo avrebbe ascoltato la nostra canzone. Sono un po’ tutte nervose a anche io in un certo senso, Mechi si passa le mani tra i capelli nervosa, è talmente assorta nei suoi pensieri che quando Fran arriva e le poggia una mano sulla spalla fa un salto dalla sedia. Alba ha gl’occhi chiusi come se stesse meditando, << Che avete? Siete strane >> domanda Fran che guarda ognuna di noi e viene raggiunto da Diego, << Lodo che stai facendo? >> gli domanda mentre lei fischietta ondeggiando la nostra canzone << Zitto che mi sto concentrando >> blatera la mora e Diego guarda Fran con una faccia confusa. Cande tiene la testa appoggiata al tavolo e guarda nel vuoto, << Siete impazzite per caso? >> continua Fran, << No sono solo un po’ nervose, oggi Pablo ci farà cantare la nostra canzone >> guardo mio fratello che poi guarda tutte le altre confuso, << Su dai non siate agitate, che esagerate che siete >> borbotta e viene fulminato dallo sguardo di tutte, << Ok Diego andiamocene prima di morire >> continua Fran spingendo via Diego per allontanarsi da noi. << Non capiscono niente, facile per loro che è da un bel po’ che hanno una band >> borbotta Alba che tiene sorretta la testa con le sue braccia, << Si ma hanno anche ragione non dovremo essere così agitate >> dico io << Siamo brave e piacerà >> faccio spallucce e loro fulminano con lo sguardo anche me << Ok, non parlo più >> alzo le mani come per arrendermi. Finalmente è arrivata l’ora della lezione con Gregorio perché tutto quel silenzio e nervosismo agitava anche me. Quando entriamo nello spogliatoio le altre ragazze della nostra classe sono già lì che si cambiano e come sempre Lara punta gl’occhi su di me, continuo a pensare che sia una cosa abbastanza strana, ma fino ad ora non ha fatto nulla di che se non guardarmi. << Oggi hai lezione con Jorge? >> domanda Alba mentre si cambia e noto l’orecchio di Lara tendersi per ascoltare, << Si perché? >> domando, << Perché potresti farti insegnare a suonare la nostra canzone >> sorride lei, << Già così se vogliamo un giorno possiamo anche suonarla >> borbotta Cande, << Si, si potrebbe fare >> rispondo io. A lezione con Gregorio tutto va liscio a parte che Alba è finita in coppia con Facu e io di nuovo con Jorge. Lei poverina è un po’ imbarazzata quando Facu sembra aver riacquistato un po’ di sicurezza e riesco a vederlo anche sorridere. << Tini concentrati >> mi dice Jorge, << Che vuoi? Sto facendo tutto giusto >> esclamo, << Si ma dovresti concentrarti su di me, potresti anche darmi un po’ più di importanza quando balliamo >> dice avvicinandosi a me, << Non stiamo facendo uno spettacolo, non c’è bisogno di trasmettere nulla qua >> rispondo io che ritorno in mezzo all’aula sotto gl’occhi di Jorge. Finita l’ora con Gregorio abbiamo un’ora di pausa e poi la lezione con Pablo, ormai le ragazze non ci stanno più dentro, sono così nervose che hanno le mani tremanti, << Potete rilassarvi per favore? >> blatero io, << No >> rispondono all’unisono, << Bene io allora vado a farmi un giro >> dico, non riesco a star lì con loro perché rendono nervosa anche me, non dico di essere calma ma di certo non sono così agitata come loro. Cammino per i corridoi quando ad un tratto una musica, che arriva da un’aula di strumenti, cattura la mia attenzione. Quando entro trovo i ragazzi intenti a suonare, Fran sorride appena mi vede e lo stesso fa Jorge che sta cantando, noto che ha cantare è solo lui e gl’altri suonano, una canzone orecchiabile, molto bella e Jorge la rende unica. << Bravi >> urlo con un applauso quando finiscono, << Grazie signorina >> si inchina Facu, << Che canzone è? >> chiedo avvicinandomi a loro, << Si chiama Entre Dos Mundo >> risponde Fran << E’ una canzone di Jorge ma la suoniamo insieme >> continua lui, << Bella mi piace >> dico girandomi verso Jorge e lui mi sorride. << Che ci fai qua? >> domanda Diego << Dove sono le altre? >>, io lo guardo con una faccia buffa << Si stanno innervosendo a vicenda >> ridacchio io << Non potevo stare la con loro mi rendevano troppo nervosa allora ho deciso di fare una camminata >> alzo le spalle, << Andrete bene >> mi dice Ruggero, << Io lo so, devi spiegarlo a loro >> ridacchio poi, << Tranquilla che appena saranno sul palco daranno il meglio di se >> mi dice Jorge, << Già, si innervosiscono per niente >> alza le spalle Fran << E tu sorellina sei pronta? >> continua lui, << Si prontissima >>.
Quando entriamo nell’aula di Pablo l’atmosfera è silenziosa, << Buon giorno ragazzi >> sorride lui, << Buongiorno >> rispondiamo tutti insieme. << Allora dove sono le ragazze? >> sorride l’insegnante cercandoci con lo sguardo, << Forza, sul palco >> continua poi e noi una a una ci dirigiamo su di esso. << Siete pronte? >> chiede << Posso far partire la base? >>, io faccio segno di sì con il capo e la base parte. << Ese sentimiento, sensacion llena de emozion, siento l’alegia, que me provoca esta cancione. Oye mi corazon, como se acelera cuando el publico espera no, nada me va a parar, que suba el telon, chicas comienza la funcion >> tutti ci guardano soprattutto i ragazzi un po’ ammaliati da tutto ciò. Ma nessuno sapeva che avevamo fatto anche una piccola coreografia << Las luces, los flashes, la musica sera la clave, aplausos en un momento, nuestra voz va a tocar el cielo. Va ah ah ah empezar la fiesta, ah ah alcancemos las estrellas, va ah ah empezar la fiesta, ah ah alcancemos las estrellas >>, alcuni applaudiscono di già, Ruggero ha un sorriso a trentadue denti mentre guarda la sua Cande ondeggiare sul palco come una stella, Fran teneva un braccio sulle spalle di Jorge e insieme saltellavano come due stupidi e la cosa mi fa un po’ ridere. << Peinarse y maquillarse, los nervios a fior de piel, es en el escenario donde mis suenos veo nacer. Oye mi corazon como se acelera cuando el publico espera no, nada me va a parar, que suba el telon, chicas comienza la funcion. Las luces, los flashes, la musica sera la clave, aplausos en un momento, nuestra voz va a tocar el cielo >> al ritornello tutti si muovono con noi, è strepitoso come siamo riuscite a coinvolgere tutti e tutta la tensione delle ragazze è sparita nel nulla. << Yo quiero tocar, yo quiero ganar, cada corazon que me llegue a escuchar. Nuestros suenos, hacerlos realidad, la cima alcanzar, preparense el show va a empenzar. La luces… la musica sera la clave… aplausos… nuestra voz… >> E di nuovo tutti a muoversi con noi. Tutti applaudivano, << Siete state grandiose >> esclama Pablo << Davvero complimenti >> continua lui con un sorriso enorme << E’ questo che voglio da voi tutti, lasciatevi andare e componete e scatenatevi anche. Loro >> continua indicando noi ragazze che siamo ancora sul palco << Hanno appena fatto qualcosa di straordinario, erano coordinate alla perfezione. Brave >> dice girandosi verso di noi. Quando torniamo tra i ragazzi loro ci assaliscono, << Sei stata grandiosa amore >> esclama Diego sollevando Lodo da terra, << E voi sembravate proprio due stelle >> sorride mio fratello a me e a Mechi abbracciandoci, << Già è stato strepitoso >> sorride Jorge << Complimenti >> continua poi e io gli sorrido imbarazzata. Questo pomeriggio i ragazzi vengono da noi per iniziare a comporre la canzone di gruppo che dobbiamo fare e anche in fretta perché Pablo la vuole per la prossima settimana, lo spettacolo di noi ragazze è andato bene quindi le ragazze sono alterate dalla situazione, io lo sapevo già dall’inizio che sarebbe andato tutto bene ma vederle così è assolutamente fantastico. << Avete qualche idea? >> domanda Ruggero mentre siamo seduti in taverna un po’ sparsi qua e là, io mi volto verso di lui << Io avrei in mente qualcosa >> borbotto, << Cosa? >> domanda Jorge, << Pensavo che, siccome Pablo vuole che lo sorprendiamo, di fare una canzone che inizia lenta, da lasciarlo lì un po’ stranito e poi renderla più veloce e giovanile >> dico facendo spallucce, << Sai che è un ottima idea >> borbotta Facu, << Si anche per me >> risponde Alba e Facu si volta a guardarla per qualche secondo che sembra un eternità. << Io e Alba siamo d’accordo con Tini e gl’altri? >> continua poi Facu togliendo lo sguardo dalla ricciola, << Si anche per me è ok >> continua Jorge e tutti uno alla volta acconsentono, << Ho già una bella base su cui potremmo lavorare >> continua Facu prendendo il suo portatile e Alba gli si affianca << Posso sentire? >> chiede un po’ in imbarazzo, << Certo >> risponde lui e gli passa delle cuffie che indossa, noi tutti li guardiamo un po’ sorridenti per questo piccolo riavvicinamento, almeno ora tra di noi non ci sono tensioni e sarà più facile comporre la canzone. Jorge inizia a buttar giù un po’ di parole su un foglio come tutti gl’altri e poi alla fine cerchiamo di metterle insieme, << Può funzionare >> esclama Fran << Tu Facu hai finito di sistemare la base? >> chiede poi, << Quasi fatto >> risponde Facu sorridendo. Dopo un lungo pomeriggio i ragazzi se ne vanno e io dopo cena ho lezione con Jorge siccome non potevamo farla oggi, << Sei sicura di non essere troppo stanca per far lezione? >> mi domanda lui avvicinandosi a me, << No tranquillo c’è la faccio >> rispondo io, << Di che parlate voi due? >> si avvicina Fran guardandoci un po’ storto, << Della lezione che devo fare Fran, non ti preoccupare >> rispondo dirigendomi in camera mia, facendogli una linguaccia.
A cena papà ci domanda della canzone che abbiamo iniziato a scrivere, << Sta uscendo bene e poi Tini ha avuto un ottima idea >> esclama Lodo sorridendo, << Già anche secondo me >> blatera Jorge mentre mangia e viene fulminato da Fran con lo sguardo, << Bene sono contento che mia figlia sia un piccolo genio della musica >> sorride mio padre orgoglioso di me, << Ehi anche io sono bravo >> replica Fran, << Ovvio Fran ma tu lo fai da più tempo >> continua mio padre. Lodo inizia a battibeccare con Fran come se fossero due veri e propri fratelli, << Smettila di voler sempre controllare Tini >> borbotta la mora e io li guardo confusa, << E’ mia sorella e io la devo proteggere >> borbotta lui, << Si sa difendere da sola >> a parlare è Jorge, che viene fulminato dallo sguardo sia da Lodo sia da Fran. << Su dai andiamo a fare la lezione >> dico io a Jorge perché non sopporto questa stupida situazione, << Fate i bravi >> si alza di scatto Fran dal tavolo e io lo guardo male mentre mi dirigo con Jorge nella sua stanza. Appena chiude la porta sbuffo e mi lancio sul letto, << Che hai? >> ridacchia lui, << Li hai visti? >> domando riferendomi a Lodo e Fran, << Stai tranquilla fanno così solo perché ci tengono a te >> risponde e io rimango lì a guardarlo, << Dai su alzati che devi imparare a suonare >> continua lui e io mi metto alla tastiera. In questo momento mi sento meglio, non so se è per Jorge ma una parte di me pensa che è proprio grazie a lui. Niente litigi, niente urla, solo calma, ecco cosa mi piace, il fatto che Jorge renda tutto così calmo e non caotico. La lezione dura più del solito, perché tra le risate e il prendersi in giro ci siamo allungati un po’ troppo. Jorge in questo momento sembra rilassato e tranquillo, non noto più la sua malinconia per Stephie, anche se so che comunque è nei suoi pensieri. Lo vedo molto più sereno e mi guarda con quei suoi occhi verdi che mi lasciano senza respiro per quanto riescono a guardarmi in quel modo che solo lui sa. << Bene >> dico quando abbiamo finito << Oggi è stata una giornata lunga e faticosa >> continuo. Raccolgo le mie cose e faccio per andarmene, << Tinita >> mi chiama Jorge e io mi volto per guardarlo, << Ti devo far vedere una cosa >> continua poi e io rimango lì un po’ stupita, << Ok va bene >> dico sedendomi sul letto, << Sdraiati >> dice poi lui e io rimango un po’ perplessa e il mio viso lo esprime, << Tranquilla >> dice lui con una faccia buffa << Non ti faccio niente >> sorride dirigendosi verso il suo armadio dove tira fuori uno scatolone. Non capisco che oggetto sia quando lo tira fuori e rimango lì a guardarlo, << Cos’è? >> domando, << Ora vedrai >> sorride Jorge entusiasta. Io mi sdraio sul letto mentre Jorge sistema quello strano oggetto sulla scrivania e poi spegne la luce. Nel buio più totale l’ansia inizia a invadermi, << Jorge >> chiamo in modo leggero e sottile << Non vorrai mica ammazzarmi >> deglutisco fortemente, << Stai zitta Tinita >> lo sento dire ridacchiando e poi ad un tratto la stanza diventa un cielo stellato. Io rimango a bocca aperta, è una cosa straordinaria e magnifica, la stanza è completamente ricoperta di stelle e poi sento Jorge sdraiarsi in parte a me sul letto, << Ti piace? >> chiede, << Si è strepitoso, dove l’hai preso? >>. C’è un attimo di silenzio, come se Jorge non volesse rispondere a quella domanda, << Me l’ha regalato Stephie >> dice poi a bassa voce, << Ah >> esclamo io non sapendo cosa dire, la situazione inizia a farsi strana e poi lui inizia a parlare. << Lei ha una passione per le stelle, difatti studia per essere un astrologa >>, nella fioca luce delle stelle riesco vedere Jorge che volta il capo per guardarmi, << A lei piacevano queste cose, allora un giorno mi ha regalato questo coso, non so come si chiama >> ridacchia lui e anche a me viene da ridere, è strano ma in un certo senso lui si sta fidando di me, << E’ bellissimo >> dico io non sapendo che dire, << Già, non l’ho più usato da quando… Beh lo sai >> borbotta Jorge, ora capisco perché quella sera della festa disse che non aveva più guardato le stelle in cielo e perché quel braccialetto trovato in soffitta ha come ciondolo una stella. << Quella stella ha il mio nome >> indica poi con un dito, << In che senso? >> domando io, << Una sera io e Stephie stavamo guardando le stelle in camera mia in Messico e lei mi disse che quella stella era per me e che se un giorno eravamo lontani di guardarla >> dice malinconico e sento una stretta allo stomaco, << Mi dispiace >> affermo, << Non deve dispiacerti >> dice lui << Su dai scegli una stella >> continua poi e io mi volto a guardalo confusa. Non so che fare e non capisco questa situazione anche se è davvero una cosa magnifica, << Dai su, almeno ci sarà una Martina Stoessel nel cielo >> sorride, << Sarebbe inutile non saprei riconoscerla poi >> dico sorridendo, << Ti dirò io qual è >> borbotta. Guardo il soffitto della camera di Jorge e noto una stella un po’ solitaria, non è vicina alle altre, penso che mi rappresenta abbastanza bene, alzo il braccio e la indico, Jorge fa un sorriso << Ci avrei scommesso che sceglievi quella più isolata di tutte >> afferma lui e io faccio spallucce.
Siamo sdraiati sul letto da forse 20 minuti, in silenzio ad osservare le stelle nella stanza, mi sento rilassata e serena, mi sto rendendo conto che forse non dovrei dubitare di Jorge, che infondo anche lui non riesce ad esprimere i suoi pensieri sulla questione Stephie e che per lui è difficile quanto per me lo è di raccontare la mia vita. Io guardo le stelle e Jorge guarda me, una situazione un po’ inusuale ma non avevo voglia di bisticciare, non mi sembra una cosa fatta per fare in modo che io parlassi con lui, non sentivo da parte sua la voglia di scavare dentro di me, è solo semplicemente un momento naturale, venuto dal nulla. << Ho scelto quella stella perché mi ricorda me, in Messico >> borbotto e lui sembra stranito dalla mia confessione, << Ero sola Jorge, sola >> un senso di pesantezza si insinua in me, come se fossi ancora la, in quella casa chiusa nella mia stanza, << Quando mi sono trasferita in Messico nessuno mi ha accettato, non avevo amici, non avevo l’affetto di mia madre perché ero continuamente triste e arrabbiata, lei non sapeva che fare e il nostro rapporto da li in poi è peggiorato. Non parlavo con nessuno, non volevo neanche farlo, andavo in una scuola che non volevo fare, non avevo mio padre, non avevo Fran >>, respiro profondamente mentre Jorge mi ascolta, in silenzio, senza mai interrompermi o fare domande. << Avevo un amica ma poi si trasferì e non si fece più sentire, Carlos… beh era Carlos, non mi importava di lui, so che è un comportamento stupido ma era l’unico modo per far capire a mia madre che stare li non mi faceva assolutamente bene, solo il mio letto sa quante volte ho pianto, quante volte avrei voluto scappare o distruggere tutto. L’unica cosa che potevo fare era aspettare i diciotto anni per poi venire qua >>, non so perché sto dicendo tutto ciò << Non avevo il coraggio di dire a mio padre e a Fran che non mi sentivo bene, che non volevo stare lì, avevo paura ad ammetterlo >> la voce inizia a tremarmi, chiudo gl’occhi e mi sembra di ritornare la, in quel posto che non mi dava niente mentre Jorge sempre in silenzio ascolta. Mi volto verso di lui per guardarlo << Volevo sparire, alla fine nessuno mi notava, ero come un fantasma, tutti mi vedevano per quella strana e mi lasciavano in disparte, a me piaceva la musica e a loro piaceva la moda, era straziante per me, mi rifugiavo nella mia stanza a suonare da sola >>, << Credo che sia anche per questo, il fatto che tu sia davvero molto brava >> parla ad un tratto Jorge, << Perché ci metti tutta l’anima nel farlo e si sente, lo hanno notato tutti, soprattutto i professori ecco perché credono che tu sia un genio, rinchiudi nelle canzoni il tuo essere >>, io sorrido a Jorge, << Ora non sei più sola, c’è Fran, tuo padre, Lodo, le ragazze, noi ragazzi e anche Clara che ti stanno accanto >> continua lui, << Lo so ma per me non è facile, non riesco comunque a fidarmi completamente, non dico che non posso fidarmi di voi, siete persone stupende ma… per me risulta complicato >>, << Prima o poi lo capirai che puoi fidarti di noi, con il tempo ci arriverai >>. Mi sveglio, quando apro gl’occhi noto che è ancora buio e che non sono in camera mia, ho dormito come un sasso e poi noto che il mio cuscino respira e mi alzo di scatto. Ero appoggiata con la testa al petto di Jorge e tenevo un braccio su di lui, come una bambina che dorme accoccolata ai suoi genitori. Entro in panico e quando guardo l’ora noto che sono le cinque di mattina, tiro un sospiro di sollievo perché tutti stanno ancora dormendo. << Jorge >> chiamo a bassa voce, cazzo che situazione stupida, come ho potuto addormentarmi qui, non me ne sono neanche resa conto, << Ancora cinque minuti >> dice lui in dormi veglia, non si sta rendendo conto della situazione. << Jorge >> urlo più forte colpendolo al petto e lui si tira su a sedere di scatto impaurito, si guarda in giro spaesato e poi posa gl’occhi su di me, << Sei stupida? Non puoi svegliarmi così, mi farai morire >> esclama lui, << Shh >> dico per fargli abbassare la voce e poi si rende conto della situazione e cambia espressione, << Ci siamo addormentati, ora devi farmi uscire di qui senza far casino >> dico un po’ arrabbiata, << Ehi non è colpa mia >> dice lui allargando le braccia, << E’ sempre colpa tua Jorge >> blatero punzecchiandolo << Queste cose non devono succedere >> continuo, << Se succedono ci sarà un motivo >> fa spallucce lui, << Ora me ne vado e tu ti dimentichi di quello che ti ho detto e che abbiamo dormito… insieme >> finisco la frase con un tono strano e imbarazzato. Jorge lentamente apre la porta della sua camera e io esco silenziosamente, quando arrivo in camera mia l’ansia ritorna ad invadermi. Come ho potuto addormentarmi accoccolata a lui? Come diavolo è successo? Voglio solo togliermi questi pensieri dalla testa.Autore: Vi è piaciuto? Spero di si! Ringrazio tutti ancora come sempre di leggere e commentare, siete fantastici. Cosa ne pensate di quello che è successo? Voglio saperlooo! ;D ;D ;D Vediamo questo grande avvicinamento tra Jorge e Tini, voi come vedete questo avvicinamente? Positivo o no? Nei prossimi capitoli Martina sarà molto confusa ma ci saranno anche altri momenti che la manderanno ancora di più in confusione quindi preparatevi. Jorge piano piano sembra conquistare sempre più fiducia da parte di Martina, inizia realmente a capirla solo ora che lei si è aperta con lui. Diaciamo che lui sa la sua storia, che è sempre stata sola ma sentirlo dire da lei è tutta un altra cosa, lui poteva solo immaginare come se sentiva ora invece lo sa! Al prossimo capitolo. Un bacio :*
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Ogni amore è una favola / Jortini
RomanceIo non ho mai creduto alle favole, al principe azzurro che arriva sul suo cavallo bianco e ti salva dalla strega cattiva, nella realtà le strega cattiva non è solo una, c'è ne sono tante e più che il principe azzurro che viene a salvarti esistono ra...