Sono chiusa nella mia stanza, seduta davanti alla mia nuova tastiera cercando di comporre una bella base, cancello, riscrivo, cancello e riscrivo mille volte sia il testo che la melodia. Voglio che sia perfetta, che arrivi il messaggio che voglio dare agl’altri. Clara è stata molto gentile e premurosa nei miei confronti, non credo che mia madre mi avrebbe mai comprato una tastiera, ricordo quando da piccola desideravo moltissimo avere una chitarra ma lei me lo proibii, di nascosto andavo a prendere quella di mio padre e cercavo di suonarla finché un giorno lui non se ne accorse e invece di infuriarsi mi insegnò a suonarla e un altro litigio cominciò, “ Martina non deve suonare “, “ Tini deve fare qualcosa di concreto “, “ La musica non la porterà da nessuna parte “, le frasi preferite di mia madre, insomma alla fine imparai comunque contro la sua volontà. Qualcuno bussa alla porta, richiudo velocemente lo spartito e il testo della mia nuova canzone, << Avanti >> urlo e Fran fa capolino nella stanza, << Ehi Tini >> dice lui, << Dimmi Fran >> dico voltandomi per guardarlo, << Stai suonando alla tastiera? >> chiede con un’espressione perplessa, << Ci provo >> sorrido e mi volto a guardarla e ne sfioro alcuni tasti. << Sappiamo che diventerai la più brava, anche di Jorge ma non dirglielo che te l’ho detto >> ridacchia lui. << Comunque sono venuto a dirti che papà e Clara non ci saranno per cena >> borbotta << Ti va bene se prendiamo la pizza? >>, io annuisco con il capo e lui si avvicina a me posandomi una mano sulla schiena. << Che hai? >> domanda, << Nulla, davvero >>, << Hai sentito la mamma? >>, Fran non ha mai avuto un bel rapporto con mia madre, non dopo che ha deciso di stare con mio padre e non con lei, beh aveva tutto il diritto di scegliere con chi stare, come c’è l’avevo io, << No ma fra poco mi chiamerà di solito a quest’ora esce dal lavoro e mi chiama, ci vuoi parlare? >> domando infine, << No >> risponde lui seccamente e poi esce dalla mia stanza richiudendosi la porta alle spalle. Anche se non vuole parlarci so che si preoccupa per lei, è sempre nostra madre, solo che Fran è di coccio e non ha perdonato il fatto di averlo minacciato quando ha deciso di restare a Buenos Aires con mio padre. Mentre ho questi pensieri il mio cellulare suona ed è proprio mia madre, << Ciao Ma >> rispondo io, << Tutto bene li Martina? >> chiede lei come sempre con un tono pacato senza abbandonarsi alle sue vere emozioni, << Si bene >>, << E Fran? E’ lì con te? >> sento un piccolo tremolio nella sua voce, << No Fran non c’è è andato a prendere le pizze, papà non c’è a cena >> da una parte non era vero Fran è ancora in casa ma le pizze deve andare a prenderle davvero. << Siete soli? Vi ha lasciati soli? >> chiede poi lei con un tono preoccupato, << Mamma siamo maggiorenni e ce la caviamo >>, << Già >> dice con un tono spensierato << Ormai siete grandi, allora ci sentiamo domani, fai… fai la brava >>, << Si mamma >> rispondo io e riaggancio. Tiro un sospiro per farmi passare tutta questa tensione, ogni giorno quando mi chiama divento tesa, ho paura di dire qualcosa di sbagliato e che lei mi imponga di tornare a casa, è fatta così, sta solo aspettando di trovare una falla, che mi costringa a tornare da lei. Lodo spalanca la porta mentre io sono sovrappensiero e mi spavento facendo un urlo, << Sei scema? >> chiedo mentre lei si mette a ridere e Jorge compare sulla soglia di corsa, << Che succede? Ho sentito urlare >> ci guarda confuso, << E’ stata Tini, l’ho spaventata aprendo la porta >> fa spallucce Lodo, << Si di soprassalto l’hai aperta >> la rimprovero io, infondo mi ha fatto paura. << Jorge andiamo >> sento mio fratello dire dal piano di sotto e Jorge scuotendo la testa verso di Lodo se ne va. Lei richiude la porta e viene verso di me, << A cosa pensavi? >> si siede sul mio letto e io mi volto con lo sgabello verso di lei, << Mi ha appena chiamato mia madre >> sorrido piano, << Ah, capisco, anzi in realtà no però ogni volta che ti chiama stai così quindi >>. Lodo, anche se è un po’ pazza, è un ottima amica, non chiede molto, non pretende che gli si racconti tutto, lei semplicemente aspetta che sia la persona stessa a raccontarglielo senza stress o pressioni, per questo la adoro, certo anche per il fatto che mi fa morire dal ridere ogni volta. << Allora come va con la tua nuova tastiera? >> chiede sorridendo e venendo verso di me, << Bene >> sorrido io, sa che parlare di musica mi mette di buon umore, << Stai scrivendo qualcosa vero? >> mi guarda lei storta, << Mmm forse? >> ridacchio io, << Beh a quanto pare abbiamo un altro genio della musica >> ridacchia lei sedendosi in parte a me, << Un altro? >> dico confusa, << Jorge >> borbotta << Jorge è un genio, scrive un sacco di canzoni e melodie, sa cantare bene, veramente bene e suona divinamente, un genio della musica, come te >>, rimango un attimo stupita dalle sue parole. So perché Jorge è bravo, per lo stesso motivo per cui lo sono io. Io scrivo quello che non so esprimere, ho tante cose dentro di me che non dico, la maggior parte delle volte non mi accorgo di provare qualcosa, lui deve essere stato così frustrato quando la sua ragazza lo abbandonò che invece di sfogarsi con le persone si è sfogato con la musica, non è proprio la stessa situazione ma il concetto è quello, il dolore, la tristezza. << Ehi tutto ok? >> chiede Lodo siccome mi sono incantata a pensare, << Si >> sorrido io, << Posso sentite qualcosina della tua nuova canzone? >> sorride lei, << No Lodo, non finché non è completa >> gli faccio una linguaccia.
Il giorno seguente siamo all’accademia e stiamo facendo lezione tutti insieme con Pablo, << Mettetevi dove volete e componete qualcosa ok? >> dice lui e noi annuiamo, vedo quella ragazza Lara che mi guarda mentre parlo con Fran, Mechi e Jorge, con lei non ci ho mai parlato, non so, mi sembra strana e sembra quasi che c’è l’abbia con me. Io mi metto ad un tavolo e continuo a comporre la mia canzone, anche se l’ho iniziata a casa Pablo mi ha detto che va bene lo stesso, l’importante è comporre qualcosa. L’insegnate dopo mezz’oretta si avvicina a me, << Tutto bene Martina? >> chiede e io alzo la testa per guardarlo mentre lui prende una sedia e si siede in parte a me, << Si benissimo >> sorrido, << Molto bene >> ricambia il sorriso lui, << Sei molto talentuosa, ma ricordati che sei in un accademia famosa e che qui vogliamo il meglio >>, << Lo so, perché non… non sono brava abbastanza? >>, << No… no Martina, non intendevo questo, ti stavo solo ricordando come a tutti quelli nuovi di impegnarti fino in fondo >> … << Anche se a te non bisogna ricordarlo >> guarda poi il mio spartito e il foglio con le parole << Scrivi già a casa senza che nessuno te lo chieda >> sorride lui, << Beh, amo scrivere e comporre >> dico distogliendo lo sguardo e guardando la mia opera appoggiata al tavolo, << Perché sei un artista, vedi avere passione è una cosa, molti studenti sono bravi ma non hanno voglia, se non siamo noi a chiedere di comporre si limitano a suonare ciò che già esiste, ma tu sei un artista dentro, non ti serve che qualcuno ti dica di comporre, lo fai semplicemente per il fatto che vuoi farlo >> sorride lui e mi poggia una mano sulla spalla << Brava >> dice alzandosi e poi va verso un altro studente. E’ vero, sono un artista, mi piace esserlo, lo sento dentro di me, che mi scorre nelle vene, non riesco a farne a meno, devo scrivere, cantare e suonare, qualsiasi cosa per restare legata alla musica, perché io e lei siamo una cosa sola. Noi ragazze siamo nel giardino intorno allo studio, stiamo ridendo e scherzando, poi Cande ad un tratto ci spiazza tutti, << Ho un appuntamento >> sorride lei, << Con chi? >> domanda Mechi che la guarda stupefatta, << Con un ragazzo di un'altra classe, mi ha chiesto se potevamo andare a prendere un gelato >> fa una linguaccia e poi sorride felice, io la guardo e non posso, non pensare a Ruggero, che sicuramente appena lo scoprirà ci rimarrà male. << Quindi oggi esci con? >> dice Lodo per sapere il nome, << Riccardo >> dice lei. Tutte si azzittiscono, << Che avete? >> dico io guardandole, Cande sa il motivo della loro reazione e io la guardo perplessa, << Riccardo è l’ex migliore amico di Ruggero >> dice lei guardandomi, << Non gli piacerà per niente >> esclama Lodo, << Ma a lui che importa? >> dice Cande, lei non sa che Ruggero ha una grande cotta per lei, << Lo so che non si sopportano ma mi ha chiesto di uscire, è un bel ragazzo e Ruggero lo deve accettare >> alza lei le spalle, << Sai vero che scatenerai una guerra >> dice Mechi, << E per quale motivo? Solo perché sono amica di Ruggero non posso uscire con uno che era suo amico? >>, Mechi sta per esplodere, per un secondo ho pensato che gli avrebbe detto che Ruggero è innamorato di lei, ma invece la vedo respirare profondamente e calmarsi. << Si ma non credi che a lui possa comunque dare fastidio >> domando io, << Forse >> fa spallucce Cande << Ma comunque non rinuncio ad un appuntamento >> sorride lei, << Nemmeno io rinuncerei ad un appuntamento >> borbotta Alba che fino a quel momento non ha parlato perché nei suoi pensieri c’è Facu, lei da corda a Cande perché lei accetterebbe volentieri un appuntamento dal peggior nemico di Facu, solo per ripicca. << Fai come vuoi >> dice Lodo << Però sappi che non la prenderà assolutamente bene >>. Quando vado da Angie a fare la mia lezione individuale, lei è in aula con Jorge e stanno parlando, << Eccoti Martina >> dice lei quando mi vede e Jorge si volta a guardarmi, << Ciao Tinita >> sorride lui e io lo fulmino con lo sguardo, solo che non posso rimproverarlo davanti all’insegnate quindi mi limito a fagli un sorrisetto malefico, << Ciao >> poi dico e comincio a preparare le mie cose mentre Jorge finisce di parlare con Angie. << Comunque si vi posso aiutare >> dice Angie sorridendo a Jorge, << Il testo va bene ma abbiamo bisogno di trovare la tonalità giusta >>, << Allora settimana prossima vieni qua con i ragazzi e vediamo come possiamo fare >>, << Grazie >> risponde Jorge, si volta verso di me e mi sorride prima di uscire dall’aula. Io lo guardo andarsene e rimango a fissare la porta anche quando è scomparso, << Voi dovreste comporre insieme >> mi distrae Angie e ritorno a guardare lei, << C-come? >> dico pensando di aver capito male, << Si, comporre insieme, siete tutti e due ottimi compositori e insieme cantate benissimo >> sorride lei, << No mi creda uscirebbe un disastro perché non andiamo molto d’accordo >> rispondo un po’ imbarazzata, << Ah… Non mi sembrava, comunque nessuno ti obbliga a farlo, a meno che non lo decida Pablo >> sorride lei. A quelle parole mi terrorizzo, Pablo può decidere di farci lavorare in gruppo o a coppie e a questo non ci avevo mai pensato, non avevo mai pensato che un giorno potesse venirmi a chiedere di comporre con Jorge e il fatto che siamo tutti e due molto bravi potrebbe succedere, molto probabilmente succederà.
Il giorno dopo, quando arriviamo all’accademia e raggiungiamo gl’altri, vedo che Ruggero manca. Mi avvicino a Cande per chiedergli come è andato il suo appuntamento, << Bene, anche se non è che mi piaccia molto in realtà, carino, simpatico, ma nulla di che >> fa una faccia buffa lei e io le sorrido. << Per fortuna >> borbotta Mechi << Spera solo che Ruggero non lo sappia >>, << Troppo tardi >> sento la voce di Lodo dire, io mi volto e a grandi passi Ruggero viene verso di noi, ha uno sguardo duro, arrabbiato e anche triste. << Tu >> indica Cande quando ormai è vicino a noi << Come hai potuto uscire con quello >> urla, << Ruggero calmati >> dice Jorge, << No che non mi calmo >> urla ancora più forte. Si mette difronte a Cande e la guarda << Allora? >>, << A te che importa? >> borbotta lei un po’ confusa dalla sua reazione, << Davvero Cande? Hai anche il coraggio di chiedermi cosa mi importa? >>, tutti intorno guardano Ruggero urlare, mi domando perché questa reazione esagerata, ok che ti piace ma non è esagerato? << Senti Ruggero >> sbotta Cande << Io posso fare quello che voglio >> dice con uno sguardo arrabbiato e lui la fissa, << Ti devo ricordare quello che mi ha fatto? >> il suo tono diventa triste e poi si allontana da noi. Cande si incupisce mentre lo guarda andare via, siamo tutti in silenzio, io non capisco bene cosa sia successo ma vedendo le facce degl’altri capisco che non è una cosa da poco, << Dai andiamo a lezione >> dice Fran, capisco che non ne hanno voglia di discuterne quindi non domando nulla. A metà mattinata sono nell’aula degli strumenti e sto strimpellando la chitarra cantando la prima canzone che ho cantato all’accademia, sto pensando alla reazione di Ruggero, sicuramente ci sarà un motivo valido se ha reagito così, mi domando se Cande non ci abbia pensato, se non pensava alla sua reazione. Sono sempre più convinta che Ruggero debba dire a Cande ciò che prova, ma dopo questo non so se ne sia il caso. Lui è arrabbiato, anzi infuriato con lei, a lezione con Angie non l’ha guardata nemmeno una volta e di solito sta ore intere a guardarla. Cosa è successo tra lui e quel Riccardo? Cosa gli avrà mai fatto? Jorge compare sulla soglia dell’aula e mi guarda, << Che hai? >> chiedo e poi gli sorrido quando viene verso di me, si accomoda su una sedia difronte e mi guarda, << Sei pensierosa? >> dice lui guardandomi, << E tu come lo sai? >>, << Lo vedo, più che altro tieni in mano la chitarra ma non stai suonando, quindi è perché stai pensando, o almeno ti sei fermata per pensare >> afferma lui, infondo non ha tutti i torti, impugno la chitarra come se stessi suonando ma sono ferma e chissà da quanti minuti. Guardo Jorge e faccio una faccia strana << Sai vero che se Fran passa di qua e ci vede insieme da soli, fa una sclerata peggio quella di Ruggero? >> domando, << Si lo so >> alza lui gl’occhi al cielo << Correrò il rischio >> sorride poi << Prima di andarmene voglio sapere che hai! >>, << Nulla di che pensavo a Cande e a Ruggero, penso a quello che possa essere successo >> alzo le spalle, << Sei un impicciona >> ridacchia lui, << Non è vero >> dico irritata e guardandolo male, << Scherzavo Tinita >> alza lui le mani come per difendersi, << Non chiamarmi così >> dico, << Ma a me piace >> borbotta lui, << A me no >> esclamo, << Infondo piace anche a te >> fa l’occhiolino lui. Lo fisso per un po’, come fa sempre a lasciarmi senza parole per le cose che dice, poi delle urla arrivano dal corridoio e io guardo Jorge preoccupata. Ci precipitiamo fuori e in un aula in parte Ruggero sta litigando ancora con Cande, << Tu stanne fuori >> urla lei, << No, non capisci nulla >> ribatte lui, << Le persone cambiano >>, << No, non lui Cande >>. Jorge e io ci guardiamo confusi e qualcuno arriva dietro di noi e si fa largo per entrare nella stanza, un ragazzo biondo, alto e dagl’occhi quasi neri entra a grandi passi nella stanza, << Lasciala stare Ruggero >> dice il ragazzo, << Bene, sei venuto anche a difenderla, perché non fai come l’ultima volta? Così almeno qualcuno può andare a fargli compagnia >>, non capisco bene le parole di Ruggero ma Jorge fa uno sguardo cupo, quasi arrabbiato verso quel ragazzo che ora riconosco come Riccardo. Ha una aria da ragazzaccio e mi domando cosa avesse mai fatto a Ruggero, cosa ha fatto questo ragazzo per meritarsi tutto quell’odio? << Non è colpa mia >> ridacchia lui e l’ira di Ruggero arriva al limite, lo vedo scagliarsi contro di lui e gli tira un destro dritto in faccia, riesco quasi a percepire il dolore di quel pugno tanto che l’ha tirato forte. Jorge si lancia in mezzo e cerca di dividerli, << Basta Ruggero >> urla lui, << Io ti ammazzo lei non si meritava tutto questo >> dice Ruggero ad alta voce, qualcosa in lui si è rotto riesco a notarlo dalla sua voce, dal suo modo di guardarlo con disprezzo. Riccardo di alza da terra mentre Jorge trattiene Ruggero che respira profondamente. Questo strano ragazzo si volta verso di me e mi fa uno strano sorrisetto, Jorge molla Ruggero e mi si mette davanti, << Scordatelo, lei non la tocchi >> dice << Non guardarla nemmeno >>, Riccardo guarda Jorge e poi riguarda me dietro che sono dietro a Jorge e se ne va. Cande sta piangendo e io la raggiungo per abbracciarla, << Stai bene? >> domando, << Si, ho fatto un casino >> dice tra le lacrime e io la abbraccio fortemente accarezzandogli la testa. Ruggero se ne va con uno sguardo infuriato, squadra male Cande e poi scompare dietro la porta e Jorge lo segue. Accompagno Cande al bar per farla riprendere un po’ e Lodo, Mechi e Alba ci raggiungono, << Cosa è successo? >> chiede Mechi sedendosi di fianco a Cande che ha ancora gl’occhi gonfi dal piano, lei dolcemente la abbraccia e io inizio a raccontare. << Che stronzo >> urla Lodo, << Chi Ruggero? >>, domando confusa, << No >> a rispondere è Alba << Riccardo, ha una grande faccia tosta a dire che non è colpa sua >>, io sono sempre ancora confusa, non so nulla di questa storia, ma tutti gl’altri sembrano conoscerla bene. Mechi vedendo la mia faccia inizia a raccontare, << Riccardo e Ruggero erano molto amici e Riccardo e la sorella di Ruggero stavano insieme si può dire >>, << Ruggero ha una sorella? >> domando io stupita, << Si >> risponde Lodo guardando Mechi con un aria affranta, << Tre anni fa lei scopri che per Riccardo lei era un semplice gioco, è riuscito perfettamente a recitare la parte del bravo ragazzo sia con lei che con Ruggero, facendo credere a tutti che tra lui e lei ci fosse davvero un grande amore, almeno da parte di lei era così >>, iniziano a venirmi i brividi, sentire queste cose mi fa credere ancora di più alla mia teoria di stare sola e che non ci si può fidare neanche di chi ami alla follia, << Anita, così si chiama sua sorella, un giorno scoprì che Riccardo l’aveva tradita, non una, non due ma parecchie volte, gli spezzo il cuore, lei era distrutta nel vero senso della parola, non parlava, non mangiava >> continua Mechi, << Puoi immaginarti Ruggero >> dice Alba, << Quando sembrava che lei si fosse ripresa in realtà non era così, aveva ricominciato a uscire sì, ma per drogarsi, finché un giorno non la trovarono svenuta sul ciglio della strada vicino a casa loro, era entrata in coma e c’è stata per due mesi ma quando si è svegliata non era più la stessa >>, << Io me la ricordo >> dice Lodo con le lacrime agl’occhi << Era bellissima, piena di gioia e di vita, ora si trova in un centro nel nord d’America, nelle migliori strutture, ma ha il cervello danneggiato, non parla, è come assente, è come se non esistesse più >>. Cande ricomincia a piangere, ho un vuoto dentro lo stomaco, mi alzo dal tavolo lentamente senza dire una parola, << Martina >> mi guarda Mechi, ancora senza dire nulla me ne vado. Mi sento distrutta io per loro, non so perché Cande abbia voluto uscire con quel ragazzo, ma grazie a dio che Ruggero ha messo fine a questo, pensare che potrebbe succedere anche a lei mi viene una stretta al cuore, sono triste per la sorella di Ruggero che neanche conosco figuriamoci se sarebbe successo a lei. Cammino per il corridoio e da una porta sbuca Jorge << Ehi >> dice lui << Stai bene? >> domanda vedendomi sconvolta, dietro di lui vedo Ruggero che si tiene una busta di ghiaccio sulla mano con cui ha sferrato il colpo. Lo guardo e lentamente mi avvicino a lui senza mai smettere di guardarlo, ora capisco il suo odio, lo proverei anche io, l’unica cosa che sono in grado di provare. Faccio un gran respiro e poi lo abbraccio << Mi dispiace per tua sorella >> dico con una voce triste.Autore: eccovi l'ottavo capitolo, spero vi piaccia :) Un abbraccio. :*
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Ogni amore è una favola / Jortini
Roman d'amourIo non ho mai creduto alle favole, al principe azzurro che arriva sul suo cavallo bianco e ti salva dalla strega cattiva, nella realtà le strega cattiva non è solo una, c'è ne sono tante e più che il principe azzurro che viene a salvarti esistono ra...