5 anni dopo / Ho bisogno di te.

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<< Ciao mamma >> dico quando mia madre spalanca la porta, << Cosa diavolo ci fai qua? >> mi domanda lei stupita, si guarda intorno << Sei sola? >> mi fissa poi, << Si sono sola >> le rispondo entrando di fretta in casa. << Dov’è Paul? >> le chiedo quando arrivo in salotto appoggiando il mio borsone e lei arriva guardandomi confusa, << A lavoro… ma tu cosa ci fai qui? Non dovresti essere a Buenos Aires da tuo padre? >>, << Si >> le rispondo e mi fermo li, << Quindi… >> inizia a dire lei, << Quindi niente… non sei felice di vedermi? >> le dico << Sorpresa! >> e faccio una faccia buffa. << Sai Martina non mi freghi spiegami cosa sta succedendo! >> ribatte lei. Io mi siedo sul divano e lei si siede di fianco a me, << Puoi dirmelo! >> mi dice lei in modo gentile e tranquillo. << Ho litigato con Jorge >> rispondo facendo spallucce << E te ne sei andata? Così? >>, << Si mamma, ho fatto la borsa sono andata in aeroporto e ho preso il primo volo per il Messico >>, << E perché l’avresti fatto? Insomma non è che se due litigano uno prende e parte! >> continua a essere confusa lei, << Ho bisogno di stare lontana da tutti in questo momento, non reggo più la situazione >> dico come una nevrotica, << Quale situazione? >> mi chiede lei << Sei per caso impazzita? >> mi chiede, << No mamma… SONO INCINTA! >> urlo quasi, come se fosse una cosa liberatoria. Lei spalanca la bocca, è così strano guardarla perché ci assomigliamo molto, sembrava la mia faccia quando l'ho scoperto. << Sono felice per te >> mi dice poi con un sorriso abbracciandomi << Ma perché hai litigato con Jorge… non credo che non voless… >>, << Non gliel’ho detto, l’ho tenuto nascosto e lui ha visto le carte che la ginecologa mi ha fatto >> le spiego << Si è arrabbiato >> dico con la voce bassa. Dopo che se ne è andato per la seconda volta quel giorno, ho preso un borsone, ci ho messo dentro le prime cose che mi capitavano e sono uscita di casa senza dire a nessuno dove andavo. Ho guidato piangendo fino all’aeroporto dopo ho trovato un volo per il Messico che partiva proprio mezz’ora dopo e sono arrivata qui da mia madre. Mi sento distrutta dentro, mi sento male e non riesco a concentrarmi su quello che devo fare. << Tesoro, perché non gli hai detto che sei incinta? >> mi chiede poi lei. Ci pensai un po’ su, forse sono stata una stupida ma ho le mie paure, ero confusa e non riuscivo a ragionare. Il problema non era Jorge ero io, io che non riuscivo a sentirmi all’altezza di questo ruolo. << Non lo so… avevo paura, sai ho molte cose da fare... a lavoro, sono entrata nel panico, non sapevo se Jorge voleva dei bambini ora, insomma non ne abbiamo mai parlato. Ho pensato di non esserne all’altezza, di non essere in grado di gestire questa cosa. E mi divorava dentro, mi sono sentita impotente come se non potessi più scegliere niente, come se avessi paura di tutto quello che mi aspettava >> confesso io con le lacrime agl’occhi. << Martina è normale che tu ti senta così, tutti sono spaventati prima di diventare genitori, fidati nessuno crede di esserne all’altezza, genitori non si nasce si impara ad esserlo, e capisco che Jorge si sia arrabbiato ma non dovevi venire qui, scappare in questo modo, lui si sarebbe calmato e ti avrebbe detto quanto fosse felice di questo, non gli hai lasciato il tempo di assimilare la situazione mentre tu il tempo lo hai avuto >>. E’ così vero, così profondo ma ho rovinato tutto. Ho allontanato Jorge e lui aveva conosciuto questa ragazza che gli girava intorno e se lei ci fosse riuscita, se lei fosse entrata nel suo cuore al posto mio. Me ne sono andata senza dire niente e credo che Jorge non me lo perdonerà mai. << Vai a dormire tesoro, ne riparliamo domani >> mi dice << Sembri molto stanca >>. Io annuisco e quando sono a letto inizio a piangere. Inizio a pensare che senza Jorge non saprei cosa fare. Lui è tutta la mia vita, è tutto quello che mi fa restare con i piedi per terra. Ho bisogno di lui, della sua presenza per sapere che andrà tutto bene, che posso farcela, che posso essere una madre fantastica, perché se non me lo dice lui io non riesco a crederlo, io non lo credo. Lo amo da morire e forse lo sto perdendo per sempre. Mi addormento e la mattina mia madre viene a svegliarmi, << Starai qui fin che vorrai ok? Se hai bisogno di avere i tuoi spazi >> mi dice dandomi un bacio sulla fronte. Quando scendo a far colazione c’è anche Paul che saluto con un caloroso abbraccio.
 
E’ due giorni che sono da mia madre e nessuno mi ha ancora cercato, credo che lei abbia avvisato Jorge sul fatto che io sia qua. Sono in camera mia e sto continuando a scrivere la mia canzone. Che parla di me, che parla di Jorge. Di quanto per me lui sia importante e di quanto io abbia bisogno della sua presenza, del suo amore nella mia vita perché mi rende migliore, perché riesce a sconfiggere le mie paure, a buttare giù le mie incertezze. << Allora come ti senti? >> mi chiede mia madre quando scendo in salotto e mi siedo in parte a lei sul divano, << Stamattina ho vomitato due volte >> le dico con la faccia schifata, << E’ normale tesoro >> mi dice lei ridacchiando, << Non è divertente >> ribatto io ridacchiando. << Come ti senti invece sul fatto che diventerai una mamma? >>, << Faccio fatica ancora a crederci, non riuscivo nemmeno a dire che ero incinta ad alta voce, pensavo di impazzire, di crollare, di non farcela. Poi quando sono andata a fare l’ecografia e ho visto quel puntino dentro di me è come se me ne fossi innamorata, anche se ero nel panico, anche se ero triste per via di Jorge in quel momento nel profondo del mio cuore qualcosa è scattato, ho realizzato sul serio che sarei diventata madre, ho ancora tutte le mie paure comunque, non credo di essere in grado di affrontare tutto questo, di sentirmi pronta, di avere tempo per occuparmi di lui, non è facile con il lavoro che ho scelto di fare e non so come gestirlo… >>, << Perché hai bisogno di sentire da Jorge che c’è la farai! >> mi dice lei, << Forse, probabilmente sì, e avevo paura che lui non la prendesse bene, che magari mi dicesse che non ero pronta e per me sarebbe stato peggio, poi non riuscivo a capacitarmi del fatto che fosse vero e quindi gliel’ho nascosto come se non fosse vero, come se lui potesse fare a meno di saperlo per ora e invece ho peggiorato tutto >>, << Martina vedrai che si sistemerà tutto! Sappiamo tutti quanto Jorge ti ami e che farebbe di tutto per te. L’ha dimostrato un sacco di quelle volte >> mi dice lei. << Lo so, sono stata una stupida >> dico ricominciando a piangere, << Non so perché ora ogni cosa mi fa piangere! >> le dico, << Perché sei incinta Martina e sei più sensibile >> mi dice lei stringendomi a se. Passano altri tre giorni e non avevo ancora parlato con nessuno. Ho completato la mia canzone è pronta per essere ascoltata anche se sono soddisfatta continuo a pensare a Jorge. Non si è mai fatto sentire, credo di averla fatta grossa, che stavolta non mi perdonerà tanto facilmente. Ho deciso di rimanere qua per un po’, non so quanto precisamente. Ho ricevuto chiamate da Lodo, Fran, messaggi da Mechi, Cande, Diego, ma non ho risposto a nessuno, mamma ha chiamato papà per dire agl’altri che volevo stare sola, ma di Jorge neanche una traccia. Anche se so che è colpa mia, che è colpa mia il fatto che non mi parli speravo in un suo messaggio, mi avrebbe fatto stare meglio, lo avrei sentito vicino come ne avrei bisogno ora, essere rassicurata da lui sul fatto che tutto andrà bene. Ma non è così. Sono tornata la Martina di cinque anni fa, quella che preferiva stare sola per non perdere nessuno, per non sentire quel dolore che ora sto provando perché pensare alla mia vita senza Jorge mi spezza il cuore. Mi fa sentire più sola che mai. Inizio a cantare “ Io te amo a Ti “ da sola nella mia stanza. Mia madre entra in camera quando mi sente singhiozzare per l’ennesima volta, si avvicina al mio letto e mi stringe a se, << Martina non fare così >> mi dice lei lentamente cullandomi, non ho molti bei ricordi di quando ero bambina ma essere cullata come faceva quando ero piccola mi fece sentire protetta, finalmente ho la madre che sempre voluto da quando tutto si è sistemato e ho scoperto che mi mancava avere questo rapporto con lei, che mi mancava avere una madre così come lo è ora. Dolce, gentile e sempre pronta a sostenermi in qualsiasi scelta che io faccia. << Sei forte lo sai? >> mi dice lei << Lo sei sempre stata anche quando ti ho portata qua allontanandoti dai tuo padre e da Fran, non pensavo di fare un orrore, credevo che saresti stata felice comunque me non era così, eppure tu invece di arrenderti a me hai continuato a combattere, mi hai affrontata perché questa non era la vita che volevi e mi dicevi sempre che io non potevo scegliere per te, mi sentii male in quel momento, sentirsi dire cose simili dai proprio figli, non volevi stare con me, non eri felice con me… e hai lottato per fare quello che volevi e alla fine l’hai ottenuto perché mi hai dimostrato che mi sbagliavo, che anche se io credevo di fare la cosa migliore per te non era così. Sei sempre stata una ragazza che ha combattuto per i suoi sogni, ora non puoi arrenderti, sai che Jorge è là che ti aspetta, che non vede l’ora di abbracciarti >>, << Non credo, non si è mai fatto sentire >> dico singhiozzando. << Questo non vuol dire niente Martina, magari ti sta lasciando lo spazio che vuoi, che tu stessa hai voluto e magari anche lui ha bisogno di riflettere su tutto questo, non puoi abbatterti solo perché non ti ha scritto, l’amore non svanisce in un giorno >>. << Da quando sei così profonda? >> le chiedo, << Da quando Paul mi ha fatto capire certe cose >> mi sorride lei spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poco dopo il campanello suona e mia madre si alza per andare si sotto ad aprire. E io rimango sola nella mia stanza pensando a cosa fare, a come sistemare la situazione.

Ogni amore è una favola / JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora