Capitolo 10

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Lo sento vicino a me, ho paura.
Non voglio tornare in quella casa, non voglio rimanere in balia di quello psicopatico.
Cerco di respirare il più silenziosamente possibile con le lacrime agli occhi, mi farà del male se mi troverà.
-Anastasiyaaaa, dooove seei??- canticchia facendomi rabbrividire, trattengo un singhiozzo a stento, mi metto una mano sulla bocca col terrore che mi abbia scoperto.
-Lo sai che quando ti troverò per te sarà la fine, ma visto che sono buono ti faccio una proposta... tu esci allo scoperto ed io ti prometto che non ti farò tanto male, mi sembra equo, no?- lo sento ridere in modo sadico e perverso, oltre che pazzo è anche maniaco, di bene in meglio devo dire.
Prendendo coraggio mi stacco dall'albero a cui ero appoggiata e comincio a correre come se non ci fosse un domani ed alla fin fine per me non ci sarà.
Cerco di non addentrarmi troppo restando costeggiata alla strada, le gambe cominciano a cedermi ma cerco di non mollare, cerco di pensare in positivo e di darmi forze ma è impossibile, i suoi passi sono dietro di me, mi sta inseguendo e quando mi avrà preso spero di essere morta.
Guardo alle mie spalle ma stranamente non lo vedo, che abbia rinunciato è improbabile, allora dov'è?
Senza accorgermene inciampo in una radice sporgente e cado a terra come una pera cotta.
Senza badare al dolore proveniente dalle mie mani sbucciate ricomincio a correre ma mi accorgo quasi subito che qualcosa nella mia gamba non va, abbasso lo sguardo e per poco non svengo.
-Oddio- con mani tremanti mi avvicino al legno conficcato alla coscia e lo tocco, un urlo mi esce dalle labbra.
Respiro a fondo e mantenendo la presa sul legno lo tolgo il più velocemente possibile, rivoli di sangue cominciano a sgorgare dalla mia gamba, cado a terra cercando di soffocare le urla che cercano di uscire imperiose dalla bocca.
Chiudo gli occhi un attimo, devo cercare di camminare, non voglio che lui mi scovi.

ROMAN'S POV

Continuo a girovagare per gli alberi quando ad un tratto la sento di nuovo correre, scatto anch'io e cerco di scovarla tra gli arbusti ma la nebbia fitta non me lo permette.
La chiamo più volte ma non risponde, dova diavolo ti sei cacciata razza di capra?
Sento legna spezzarsi ma non riesco ad individuarla, spero solo non si sia fatta male....
Le ho fatto paura con quella frase ed ha avuto l'effetto contrario, ma non posso farci niente se sono così possessivo, l'ho già persa una volta, non può accadere di nuovo, Non posso permetterlo!
Continuo a correre costeggiando la strada e aguzzando la vista ma con scarsi risultati, di lei non vi è alcuna traccia.
Esco dal bosco e cammino sul ciglio della strada pensando a cosa fare quando sento un urlo provenire dalla pineta, Nastia!
Con i battiti del cuore accelerati mi addentro nuovamente nel bosco cercando di individuare qualcosa, prendo il cellulare ed accendo la torcia camminando sempre più verso l'interno di quella boscaglia.

NASTIA'S POV

Mi alzo da terra dopo aver fasciato malamente la gamba con un lembo del  mio vestito.
Cercando sostegno in un tronco comincio lentamente a camminare saltellando di tanto in tanto su di una gamba.
Il dolore è insopportabile ma fino a che le forze me lo permetteranno devo provare ad uscire da qui e cercare aiuto.
Il trucco, dalle tante lacrime si è sciolto tutto, i capelli, precedentemente acconciati a dovere, adesso sembrano non vedere una shampoo da settimane.
Il freddo si fa sentire ed io sono vestita in modo leggero ma non badandoci più di tanto continuo a "camminare" come meglio posso.
La fatica si fa sentire, la gamba continua a sanguinare e la vista si fa meno limpida, tra poco non riuscirò più a vedere nulla.
-Nastia- sento la sua presenza dietro di me, d'istinto metto una mano sulla pistola senza tirarla fuori -Ti sei fatta male?- un singhiozzo sfugge al mio controllo e altra calde lacrime sgorgano dagli occhi, mi giro lentamente e lo trovo a pochi passi da me -Ti prego lasciami andare via da qui- lo supplico col terrore che mi si attorciglia allo stomaco, mi guarda intensamente per poi avanzare nella mia direzione, spaventata tiro fuori la pistola e gliela punto -Non ti avvicinare, non ho paura di premere il grilletto- si ferma a due passi da me e sorride debolmente -Lo so ma non lo farai, non a me... Non mi sparerai Nastia e lo sai bene- parla con tranquillità e serietà, ma non posso fidarmi di lui, non dopo che mi ha fatto sua prigioniera e quasi ucciso.
-Vattene, lasciami andare- lo supplico con voce rotta dal pianto, voglio la mia famiglia, voglio avere una vita normale e soprattutto voglio riavere la mia memoria - Nastia sei ferita, potresti avere un'infezione che porterebbe la gamba in cancrena e potresti morire, lo vuoi davvero?- si avvicina lentamente a me -Posa la pistola, ascoltami, non voglio farti del male...hai bisogno di cure mediche- con la pistola ancora puntata all'altezza del suo cuore penso a come sia meglio agire...

Angolo Autrice
Ciaooo!
Allora cosa vediamo in questo capitolo?
La scena si sviluppa nel bosco, Roman la cerca mentre Nastia cerca di sfuggirgli con brutti risultati...
La ferita alla gamba non ci voleva proprio, adesso cosa farà la nostra protagonista?
Roman le farà del male o cambierà atteggiamento?
Secondo voi cosa voleva dire con :"L'ho già persa una volta" ?
La conosceva?
Non vi resta che leggere il seguito!
Lasciate stelline e se volete dare una vostra opinione non esitate a commentare!
Besos😘

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