Capitolo 66

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«Ecco fatto, sei pronta!» mi guardo allo specchio spalancando gli occhi, perché quando qualcuno mi prepara sembro sempre una poco di buono?
«Non ti sembra esagerato?» mi fa un'occhiataccia degna di uccidere una persona.
«La vuoi smettere di lamentarti sempre? Sei una bomba sexy, rilassati!» continuo a guardare il mio riflesso poco convinta delle sue parole, sospiro dandogliela vinta.
«Okay, va bene» mi alzo dalla sedia e per poco non cado con quei dannati trampoli ai piedi.

«Okay, va bene» mi alzo dalla sedia e per poco non cado con quei dannati trampoli ai piedi

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Noto con orrore che le cicatrici alle gambe sono ben visibili.
«Ehi, dei collant le copriranno»
Rovista nella sua borsa e tira fuori una bustina con qualcosa di marroncino al suo interno «Queste andranno bene» mi lancia la busta ed io afferrandola tiro fuori i collant.
Li indosso velocemente e mi rimetto le scarpe «Possiamo andare» usciamo fuori dalla mia stanza e ci avviamo verso l'uscita.

«Dove state andando vestite in quel modo?» e ti pareva che Anton non dicesse la sua...
Da quando è tornato dall'ospedale non fa altro che il babysitter ogni santo minuto della sua vita.
«Usciamo, perché?» domanda Irina irritata, mi sa che non le va a genio mio fratello...
«Non ti agitare ragazzina, volevo solo sapere i vostri piani per stasera» ammicca un sorriso, che situazioni odiose.
«Ehi ragazzi calmatevi! E comunque pensavo di essere abbastanza grande per passare un sabato fuori casa o vuoi farmi da babysitter anche al bar?» chiedo con una nota acida nel tono, è troppo appiccicoso!
Mi fulmina con lo sguardo e senza pronunciare sillaba se ne va così com'è venuto.
«Lo odio!» lo avevo intuito...

VITALIY'S POV
«Roman, sei pronto?» entro nella stanza seguito da Aleksandr «Direi di no» è coricato sul letto con indosso un pigiama, che frustrazione, è peggio di una donna ciclata appena lasciata dal ragazzo.
«Non vengo» e ti pareva che non cambiava idea all'ultimo minuto.
«Ti stanno aspettando tutti, che figura ci vuoi fare?» vedo Ksandr aprire le ante dell'armadio e tirare fuori un paio di jeans e una camicia bianca.
«Dai capo, vatti a vestire o devo supporre che vuoi rimanere qui coricato a fare la ragazzina depressa?» a quelle parole Roman apre di scatto gli occhi mettendosi seduto, odia essere colpito nell'orgoglio e Ksandr lo sa bene.
Gli prende i vestiti di mano e con un colpo secco chiude la porta del bagno.
«Beh, almeno adesso viene» si rimette gli occhiali e va a sedersi sulla poltroncina vicino la finestra.
Non sono ancora riuscito a capire perché porta sempre quei dannati occhiali.
«Perché li porti sempre?» mi passo il tempo intanto che aspetto Mister Depressione «Gli affari tuoi?» alzo le mani in aria come per arrendermi, dal suo tono capisco che non ha tanta voglia di conversare così lascio perdere...
«A scuola tutti mi criticavano per il colore dei miei occhi, nella mia classe erano tutti biondi e con occhi azzurri, io invece ce li avevo quasi neri.
Mi dava fastidio il loro comportamento, da quel giorno me li sono sempre coperti con gli occhiali.
Non sono servite a niente le visite dallo psicologo, era una brutta abitudine che non mi sarei mai tolto.
Mi chiamavano "Occhi di merda"» stringe le mani a pugno alzandosi, okay, questa non me la aspettavo proprio.
Possono essere davvero così crudeli i bambini?
«Neanche io ho gli occhi azzurri, è un colore come gli altri, non devi dare ascolto a tutto quello che ti viene detto» la sua risposta non arriva in quanto esce Roman dal bagno preparato di tutto punto.

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