Capitolo 97

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Chiamo per l'ennesima volta mia sorella che non si degna di rispondermi, ma dove cazzo è andata?
Ho già fatto il giro di tutto il palazzo, è scomparsa nel nulla.
Qualcuno mi tocca la spalla facendomi girare «Igor, che succede?» vedo il mio autista tutto trafelato riprendere fiato «La signorina Anastasiya ha preso la macchina andandosene, era come spaventata da qualcosa...» serro le mani a pugno, Smirnov me la paga amaramente questa volta.
La prima volta gli ho rotto il naso, sta sera gli rompo qualcos'altro.
Vago con lo sguardo nella sala cercando quel bastardo e lo trovo, mi incammino verso la sua direzione con l'intenzione di ammazzarlo a pugni.
Lo prendo per la spalla e lo faccio girare, senza dire niente gli sferro un pugno dritto in faccia facendolo cadere a terra con il labbro sanguinante.
Le donne accanto a lui si mettono ad urlare mentre lui si rialza e cerca di colpirmi ma con un movimento veloce mi scanso e lo colpisco dritto nella mascella «Brutto bastardo, non ti dovevi avvicinare a Nastia» gli do un calcio nel costato con la rabbia che mi monta a mille.
Ad un tratto si mette in mezzo una donna cinese in stato interessante «Fermo!» capisco subito che si tratti di quella puttana che aveva a Tokyo e come una furia la sposto prendendo per la giacca Roman «Sei un miserabile, ti porti dietro pure le tue cagne internazionali senza pensare ai sentimenti di mia sorella! La prossima volta non sarò così gentile da darti solo un pugno in faccia» lo lascio andare e dopo aver guardato con disprezzo quella donna esco dalla villa ma non ancora contento prendo una pietra e la lancio sul vetro della macchina di Smirnov.
Salgo nel taxi che avevo chiamato precedentemente e mi faccio portare a casa ben sapendo che Nastia non mi farebbe entrare nella sua neanche sotto attacco.

NASTIA POV'S

Sono sulla stessa pagina da più di mezz'ora e avrei dovuto consegnare già da venti minuti tutto il malloppo che mi ritrovo sulla scrivania.
Non riesco ancora a concepire che Roman abbia potuto comportarsi in quel modo quella sera, è stato veramente orribile ogni secondo passato in quel maledetto corridoio senza luce.
Non credevo che potesse arrivare a tanto.
Anton vorrebbe parlarmi di qualcosa accaduto quella sera ma non ho voglia di sentirlo, sinceramente non mi interessa niente.
Ho smesso di disperarmi per amore, io non voglio più avere a che fare con quel coglione.
Squilla il telefono distogliendomi dai miei pensieri «Il signor Ksandr chiede di lei» e adesso cosa vuole?
«Dite al signor Ksandr che sono occupata, lo chiamerò io appena ho uno squarcio di tempo» poso la cornetta tornando a leggere il documento che ho davanti.

Esco dall'ufficio del mio superiore tirando un respiro di sollievo, per mia fortuna non si è arrabbiato.
Mi prendo una pausa andando in bagno, mi sistemo il trucco e mi spruzzo un po' di profumo.
Dandomi un'ultima occhiata allo specchio esco e mi incammino verso il distributore di snack, il mio stomaco reclama cibo ed io lo accontento comprando un pacchetto di patatine.
Apro la porta del mio ufficio e trovo lui seduto sulla sedia davanti alla mia scrivania «Dovevo immaginarlo che eri alla reception» mi siedo alla mia postazione aprendo il pacchetto e prendendo una patatina «Sono tutta orecchie» mi appoggio allo schienale aspettando che si metta a parlare «Nastia, io devo confessarti una cosa...» annuisco appoggiando la schiena allo schienale «Yuki, la ragazza con cui stavo in Giappone, è incinta e sostiene che il bambino sia mio» la mia mano si  ferma a mezz'aria mentre il mio cervello cerca di comprendere le parole di Roman «Interessante, hai da dirmi altro?» stranamente la cosa non mi sorprende poi così tanto «Credevo di non rivederti più, io volevo rifarmi una vita, poi Anton mi chiama dicendo che ti sei svegliata e senza pensarci troppo ritorno in Russia perché il mio sentimento si era assopito ma non spento» scuoto la testa alzandomi «Dovresti andare dalla madre di tuo figlio invece di stare qui a trovare scuse pur di non lasciarmi la libertà di rifarmi dopo due anni di buio totale, quindi Roman Smirnov lasciami una volta per tutte vivere la mia vita senza intrometterti» apro la porta e aspetto che esca dalla stanza, chiude le mani a pugno senza muoversi «Esci» si alza e mi guarda, scuote la testa e passandomi davanti se ne va, questa volta senza combattere, questa volta per sempre.

Angolo Autrice
Eccomi🎊🎊🎊
Sono tornata dopo due mesi(forse🤔) di assenza.
Il capitolo segna una svolta per la storia?
Chi lo sa!
Ci si vede al prossimo capitolo😘

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