Capitolo 58

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Nella foto il padre di Roman

Ivan Bogdanovich Smirnov è stato quel tipo d'uomo che non mostrava mai a nessuno i propri sentimenti, neanche ai figli che ogni sera lo aspettavano ansiosi.
Ha sempre avuto quel modo autoritario con tutti, ma la mamma diceva sempre che era un po' come una maschera di carnevale, era solo il troppo lavoro a renderlo così burbero.
Col tempo mi sono ricreduto, Alyona Smirnova, la donna più dolce del mondo, era la sola che poteva tirare fuori un sorriso sul quel volto invecchiato prima del tempo.
E pensandoci bene, si, solo lei lo rendeva felice.
Mai che avesse detto al proprio figlio, dopo aver preso un 10 in matematica, che era orgoglioso di lui.
E mai che avesse detto alla propria figlia che era la principessa del papà.
Ma cosa si può aspettare da un mafioso col cuore di ghiaccio?

«Ti ho detto che non la sposerò» mi passo una mano sui capelli con rabbia, mio padre mi sta stressando da due giorni interi per la mia rottura con Inna.
Ma che posso farci se amo un'altra donna?
«Credo che tu non abbia capito chi comanda chi, figliolo» esasperante, cinico, egoista, bastardo questo e molto altro ancora sono solo pochi attributi che caratterizzano mio padre che sa come rendere la vostra vita un incubo.
«Ho detto che non la sposerò» scaravento le cartelle per terre con fare furioso, perché non sei qui mamma?
Dopo la tua morte, papà è uscito fuori di senno del tutto.
Quel suo guscio che gli ha coperto il cuore ha fatto in modo che i figli diventassero, per lui, solo una perdita di soldi.
«Vuoi quella bambina della Bakova? Cosa ti può dare una di loro?» la sua mente chiusa può fare a gara con un puritano del '600.
«Può finalmente chiudere le stupide ostilità che dilaniano Mosca da anni» essere comprensivi con lui equivale a parlare con una scimmia da circo, fa tutto il contrario.
«Io con quei figli di puttana non mi riapacificherò mai! Puoi scordartelo, come puoi scordare il matrimonio con quella ragazzina» neanche il tempo di rispondere che mi chiude il telefono in faccia, sospiro massaggiandomi la fronte.

NASTIA'S POV
Qualcuno bussa alla porta della mia stanza, mi asciugo velocemente le lacrime dando il consenso ad entrare.
«Piccoletta? Sono due giorni che non ti degni di uscire dalla tua stanza, si può sapere cos'hai?» nuovi singhiozzi minacciano di uscire dalla mia gola, perché sto male per qualcuno che non posso avere?
Si, Irina mi ha spiegato la situazione di Roman...
Si siede sul letto accarezzandomi la schiena «È per lui vero?» annuisco cacciando via le lacrime che non vogliono sapere di fermarsi a sgorgare.
«Anton, mi sento uno schifo ambulante, possibile che una stupida cotta provochi tutti questi disagi?» sorride debolmente abbassando lo sguardo, adesso che ha?
«Purtroppo nella vita non si può avere tutto, a volte si deve soffrire, altre volte lottare, altre volte abbandonarsi alla consapevolezza che quella persona è irraggiungibile» cosa vuole dire con questa frase?
Sembra più una conferma per lui stesso che per me.
«Perché la frase mi sembra più un promemoria per te che per me?» alzo un sopracciglio interrogativa, mi guarda intensamente senza rispondere.
Dopo alcuni minuti di silenzio si degna di rispondermi.
«Anch'io voglio qualcosa, o meglio qualcuno che purtroppo non potrò mai avere e questa consapevolezza mi distrugge il cuore» si alza dal letto allontanandosi da me, mi alzo anch'io mettendogli la mano sulla spalla, mi abbraccia di colpo stringendomi a sé come se stessi per scappare.
Mio fratello ha dei modi strani per esprimere il suo affetto verso di me.
«Anton, non vado da nessuna parte» ridacchio leggermente accarezzandogli la spalla, sorride dandomi un bacio sulla guancia.
«Dopo tutto quello che ti è successo vorrei tenerti chiusa in casa e non farti più uscire per nessun motivo» alzo gli occhi al cielo, è cosi apprensivo, troppo per i miei gusti.
«So badare a me stessa, non sono una bambina» sbuffo intrecciando le braccia al petto, mi scombina i capelli per poi prendermi in braccio e caricarmi sulla sua spalla «Ma che fai??!» urlo sorpresa scoppiando a ridere «Ti porto a mangiare, piccoletta» apre la porta dirigendosi in cucina con me sulla sua spalla.

Angolo Autrice
Buon pomeriggio,
Anche questo capitolo è corto,
Ma rivediamo in breve il passato di Roman.

Volevo riproporvi il "gioco" delle scelte dell'altra volta.

Cosa potrebbe succedere in quella cucina?
Tutto andrà liscio come l'olio?
Una normale merenda tra fratelli.
O un'azione troppo avventata farà da sfondo?
Scene a luci rosse.

Non vi resta che commentare e farmi sapere quale preferite tra le due opzioni.
Naturalmente vorrei sentire più di 5 preferenze ma come dice un detto, chi si accontenta gode.
(Vi prego commentateeeee)
A presto!
P.S. Dipende da voi😈

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