Capitolo 109

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Metto gli occhiali da sole per poi partire la macchina a tutto gas, guardo dallo specchietto retrovisore la villa in lontananza scuotendo la testa, appena scopriranno quello che ho in mente sarà troppo tardi e spero proprio che per allora sia ancora viva.
Aleksandr in qualche modo è riuscito a contattarmi tramite GPS mostrandomi il luogo in cui si trova, ho riflettuto a lungo sui pro e i contro, ho pensato bene che potrebbe essere una trappola ma ho deciso di rischiare ugualmente.
«Sei ancora in tempo per fare retromarcia» la voce di Roman mi distoglie dai miei pensieri cupi facendomi prendere un colpo «Come diamine sei entrato? Ma soprattutto, come hai fatto a scoprirmi?» domando tra la sorpresa e una crescente rabbia, si sistema la giacca sorridendo «Bambolina, io so tutto, a maggior ragione quando ci sei tu di mezzo» alzo gli occhi al cielo stando attenta alla strada da percorrere «Quale sarebbe il tuo ingegnoso piano? Farci uccidere? Hai pensato che potrebbe essere una trappola? Ma certo, lo hai pensato, però sei disposta a rischiare...Tipico del tuo carattere» non rispondo, ha ragione, sono disposta a tutto pur di vedere Sasha vivo e vegeto «Nessuno ti ha chiesto di seguirmi, tanto meno rischiare la pelle per la mia causa, sei libero di buttarti dalla macchina se lo desideri» scoppia a ridere minimizzando quel che ho appena detto «Certo certo, dove stiamo andando di preciso? Hai abbastanza armi? Puoi spiegarmi il tuo piano?» so dove andare, ho armi a sufficienza ma non ho un piano, ero così presa dalla situazione che non ho pensato a cosa fare una volta davanti ad Il'ya, anzi, ci ho pensato «Lo uccido, semplice, no?» dico più a me stessa che a Roman «Scherzi? Hai una pianta del posto? Quanto è protetta? È penetrabile? Cosa pensavi mentre salivi in macchina? Al tuo Ksandr servi viva non riempita di proiettili!» più che a Ksandr, servo viva proprio a lui, «Illuminami allora, visto che tu sai sempre tutto, come possiamo penetrare all'interno del bunker?» prende un foglio piegato dalla tasca interna della giacca aprendolo «L'area è circondata dagli uomini di Golubev, dovremmo usare le fognature che portano direttamente al bunker di Dudaiev, è pericolosa anche questa opzione, non sono stupidi avranno messo uomini anche lì ma con un po' di fortuna dovremmo farcela, Il'ya sarà fuori gioco quindi è un problema in meno a cui pensare, Golubev non rischierebbe tanto ma dato che siamo in netta minoranza farà la sua comparsa. Per quanto riguarda il bunker, beh, è suddiviso in quattro settori, Aleksandr sarà sicuramente nel terzo o quarto, i primi due fanno da blocco ed è lì che ci sarà una maggiore concentrazione di uomini, dobbiamo trovare il giusto condotto» ascolto attentamente il suo discorso trovandolo più che sensato «Va bene, faremo come dici tu, ma dove si trovano le fognature e soprattutto cosa faremo se non si trova in questo di bunker?» potrebbe essere parte di una trappola, «Sai in quale villa presumibilmente si trova? È la stessa in cui hai vissuto con Dudaiev, quella che ha fatto esplodere, bella scelta non trovi? Essendo un bunker non si è distrutto» sento brividi di terrore su tutto il corpo, ricordi di quel periodo riaffiorano velocemente mostrandomi immagini terribili di quei mesi passati accanto ad un pazzo sadico «Non me ne sono resa conto...» ammetto deglutendo a fatica «Naturale, Il'ya è riuscito a tenerti buona grazie alla tua crescente Sindrome di Stoccolma, adesso quella residua parte ti spinge verso quella villa» certe volte mi dimentico che Roman è un medico nella vita "reale" e a questo pensiero se ne è susseguito sempre un altro, perché quando mi sono conficcata il ramo nella coscia lui non mi ha curato? Poteva farlo benissimo, risparmiandomi tutto il dolore che ho dovuto subire vivendo con Il'ya.
Mi si inumidiscono gli occhi e ciò non passa inosservato «Non ho mai curato nessuno dopo aver preso la laurea...» ammette spiazzandomi, rimango in silenzio non sapendo cosa dire «Ho frequentato medicina perché ingegneria non faceva per me e visto che avevo solo queste due scelte, beh, ho scelto quella che mi avrebbe allontanato da casa per un lungo periodo...Non ho più fatto pratica da allora, è per questo che non ho osato medicarti la ferita, avevo paura di sbagliare qualcosa e peggiorare la situazione» il suo volto cupo mi appare allo specchietto facendomi rattristare «Non avrei mai dovuto portarti in ospedale, mi dispiace, non mi sarei immaginato che potesse finire in quel modo, perdonami» mi mordo il labbro non sapendo cosa dire, sono parole pesanti e sinceramente non era quello di cui avevo bisogno in questo momento.
«Io...ehm...ne riparliamo dopo, adesso, concentriamoci sulla missione» blatero nel momento stesso in cui il mio cellulare inizia a squillare, rispondo «Piccola Nastia, stai venendo a salvare il tuo morente Sasha? Se lo stai facendo sul serio, ti consiglio di sbrigarti, credo che cominci a dare i primi segnali evidenti...Tic tac, tic tac, il tempo scorre, piccola Nastia...-in sottofondo si sente un lamento umano- Nastia, non lo fare!» spalanco gli occhi nel sentire la flebile voce di Aleksandr, nuove lacrime iniziano, inesorabilmente, a scendere lungo le mie guance «Il'ya, giuro che ti faccio fuori con le mie stesse mani, prova solo a toccarlo! Mi hai sentito?! Brutto stronzo!!» urlo con la disperazione alle stelle, la mano di Roman sulla mia spalla mi fa calmare leggermente «Ma davvero? Beh, ti aspetto...» chiude la chiamata, stringo le mani sul volante accelerando di colpo «Nastia, rallenta...» non lo sto a sentire, adesso il mio unico obiettivo è quello di ammazzare quel figlio di puttana.

Angolo Autrice
Sono riuscita ad aggiornare, finalmente!
La questione si fa sempre più complessa, riusciranno i nostri protagonisti a mettere fuori gioco Il'ya?
A presto❤

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