One.

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La vita é dura, cosí dura quanto strana. É strana perché piú fai del bene piú ricevi bastonate sulle tue spalle. C'é gente che pensa diversamente perché ha tutto, é circondata da molte persone, lavora, ha una bellissima casa ma per chi da tutto se stesso e non ha niente di tutto ció come dovrebbe sentirsi? Me lo chiedo giá da qualche anno e adesso che mi ritrovo a compilare fogli in questo ufficio. É un ufficio abbastanza grande dalle pareti classiche di un grigio spento, i mobili neri ma costosi e al momento vuoto. Finisco di sistemare alcuni fogli da lavoro e li poso nei vari cassetti. Quando é tutto finito esco dall'ufficio e mi diriggo verso il mio capo. Non é una persona molto simpatica.

«É tutto sistemato». Affermo gentilmente.

«Torna domani e sii puntuale.». Risponde senza guardarmi e andando verso il suo ufficio. Alzo gli occhi al cielo ed esco dalla casa discografica, visto che non ho alcun mezzo di trasporto dovró tornare a casa a piedi. Guardo un po' intorno a me mentre cammino lungo il marciapiede e vedo che una ragazza ha dei problemi con la macchina, in questo campo me la cavo cosí mi avvicino per vedere se ha bisogno di aiuto.

«Tutto bene?». Quando mi avvicino vedo che una ragazza, a dir poco bellissima, ha dei problemi con l'auto.

«Non parte, e stavo cercando di capire cosa succede, ma é piú che evidente  he non capisco nulla di quello che c'é qui dentro». Ridacchia guardando l'interno dell'auto. É una ragazza giovane, probabilmente sui ventiquattro anni, ha i capelli lunghi e neri e dei bellissimi occhi marroni, é piú bassa di me.

«Posso dare un occhiata se vuoi». Le sorrido amichevolmente.

«Davvero? Mi salveresti». Ridacchia alzando lo sguardo.

«Fa pure». Continua sorridendo.

Ricambio il sorriso e mi avvicino al motore della macchina per controllare e trovare il problema. Passo cinque minuti a cercare qualcosa e poco dopo trovo il problema: Un cavo della batteria é scollegato.

«Fatto». Le sorrido mentre chiudo il cofano davanti.

«Davvero? Cosa aveva?». La ragazza mi sorride.

«Un cavo della batteria era scollegato, niente di cui preoccuparsi». Rispondo sorridendole.

«Ti ringrazio davvero».

«Non c'é di che». Sorridiamo entrambe.

«Comunque, io sono Demi». Allunga la mano sorridendo.

«Ilaria». La stringo. Cavolo é una ragazza bellissima, ha un sorriso meraviglioso.

«Bene, ci si vede Demi».

«A presto e grazie ancora!». Le sorrido per poi andare via.

Cammino per le vie della cittá andando verso casa mia. Me ne intendo di macchine e motori perché sono il mio lavoro, sono una sorta di meccanico e mi é sempre piaciuto lavorare con le macchine. Purtroppo sono costretta a farlo.

Una volta dopo essere arrivata a casa entro e vado verso la cucina per preparare qualcosa. Apro il fuoco e inizio a cucinare. Non mangio molto, la fame non é molta in questo periodo soprattutto. Sistemo il piatto e mi avvicino al bancone per leggere le varie bollette da pagare. Un sospiro fala eco nella cucina mentre rimetto le buste al proprio posto per poi uscire fuori e andare sul retro della casa. Apro il garage e metto i guanti. Mi avvicino ad una macchina e inizio a lavorare. Faccio questo lavoro da un po' per mantenermi, riparo le varie auto e moto che mi portano i clienti, nel garage ho tutto quello che serve ma i soldi non sono molti. Passa un'ora e mentre sistemo una Audi bianca sento che qualcuno entra nel garage.

«Ila?».

«Sono qui».

La figura di mia sorella mi raggiunge e mi abbraccia.

«Lily, com'é andata a scuola?». Lily é piú piccola di me di due anni, ha sedici anni.

«É andata bene, tu cosa hai fatto?». Alzo le spalle alla domanda.

«Sono andata in ufficio e dopo a casa».

«Va bene». Lei sorride.

«Il pranzo é giá pronto, vai». La informo, lei annuisce e dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia va dentro. Voglio un bene dell'anima a mia sorella, siamo molto unite e ci diamo forza a vicenda, senza lei sarei persa. Continuo a lavorare per varie ore e quando fa sera torno dentro per prepararmi. Oltre al lavoro d'ufficio e al lavoro con le auto la, sera, lavoro in un pub. Purtroppo anche se sono tre lavori i soldi non sono molti. All'ufficio vado, se va bene due volte a settimana, a volte una e alcune neanche vado perché non mi chiamano e prendo davvero poco, se facessi solo quello non supererei i due giorni. Con le auto guadagno qualcosa in piú ma non motlto e al pub é uguale, a mala pena riesco ad arrivare a fine mese ma va bene cosí, sono grata di quello che ho.

Indosso un jeans nero, una maglia nera con la scritta bianca del pub The Old Street Pub. É un locale notturno molto frequentato e molto famoso in cittá. In fine metto le converse nere.

«Lily, io vado». Informo mia sorella mentre sistemo le ultime cose per la cena di mia sorella.

«Ila, potevo pensarci io». Scuote la testa sorridendo.

«No, ci sono io e lo faccio io, tu fa quello che vuoi». Le sorrido.

«Andrai a piedi?».

«No, tranquilla. Ho chiamato un taxi». Rispondo prendendo i soldi per il taxi.

«Ila?».

«Si?».

«Queste cosa sono?». Mi volto verso di lei e vedo che ha le bollette che guardavo oggi in mano.

«Sono molte e costano, non possiamo permettercelo». Mi guarda lei preoccupata.

«Lily, tranquilla, in qualche modo ce la faremo». Le stringo la mano sorridendole dolcemente, lei mi abbraccia forte.

«Sta attenta».

«Sempre piccola mia». Le bacio la testa e le sorrido per poi uscire e salire sul taxi che mi porterá al pub.

Il locale non é distante circa dieci minuti di auto da casa mia, infatti poco dopo sono arrivata. Pago il tassista e scendo per poi entrare nel locale. Il solito odore di nuovo mischiato all'alcool e al fumo mi invade le narici mentre vado verso il banco.

«Ehi Ila».

«Ciao Rosy». Rosy é una mia collega, andiamo tutte d'accordo qui e lavoriamo bene. La gente inizia ad arrivare ed io inizio a lavorare anche questa sera.

*****

Esatto, eccomi qui con un'altra storia, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero anche che leggerete la storia, sono impaziente di postarla. Detto questo grazie a chi leggerá.

P.s
Scusate gli errori :)

Meet for case||Demi LovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora